Sameage
Mostra finale di Mirroring, programma di residenze per artisti dagli Emirati Arabi Uniti.
Comunicato stampa
Sabato 29 Ottobre alle ore 18 presso l'Antico Oratorio di S. Ludovico inaugura Samege,
doppia personale di Alaa Edris (Sharja, 1986) e Valentina Roselli (Torino, 1986). La mostra, a cura
di Associazione E e Nuova Icona, è frutto di una collaborazione nata nell'ambito di Mirroring,
programma di residenza per artisti degli UAE fnanziato da Emirates Foundation, in
collaborazione con Centro Vittore Branca – Fondazione Giorgio Cini Onlus, Università Ca' Foscari
– Dipartimento di Studi sull'Asia e l'Africa mediterranea.
Sameage è una parola dello slang statunitense usata per afermare il totale accordo d'opinione con
il proprio interlocutore. Accordo che però vacilla se si inserisce al posto giusto uno spazio tra le
lettere: si legge allora “same age”, coetaneo. Ad essere condivisa in questo caso è solo l'età
anagrafca, che poco rivela delle reali afnità tra due persone.
Dopo sei settimane trascorse assieme, Alaa Edris e Valentina Roselli (entrambe classe '86) si
muovono sul flo di questo slittamento, tra l'accidentale coincidenza dei natali e il confondersi
indistinto dell'una nella cultura dell'altra.
Attraverso uno scambio di materiali personali e d'archivio, le artiste arrivano a stabilire che non
basta essere nate nello stesso anno per vivere la medesima contemporaneità. L'accelerazione
economica che gli Emirati stanno vivendo, ad esempio, trova specularità nel boom italiano degli
anni '60 più che nella crisi in cui versa ora l'Europa.
In un tempo a diverse velocità, che sembra diviso in corsie di sorpasso e d'emergenza, l'unica
cronologia a rimanere intatta è quella della genealogia femminile, della lingua materna. Valentina
Roselli ne indaga l'aspetto luminoso/laborioso tramite video e diapositive. L'artista costruisce un
monumento a sua nonna che, come una santa moderna, viene esposta alle tentazioni della carne.
Capita così che uomini a metà tra Rodolfo Valentino e lo Sceicco Bianco rendano esotica la più
familiare delle esperienze. Ben più perturbante invece l'intervento di Alaa Edris, anch'essa attratta
dai racconti che sua nonna le faceva da piccola. Sette jinnat, sette demoni dalle sembianze
femminili sono rappresentati con oggetti, foto e video. La donna asino del mezzogiorno, la ragazza
profumata e mortale sono solo alcune delle fgure che qui troviamo in mostra e che nell'area del
Golfo le più anziane nominano per tenere i bambini in casa, lontani dai pericoli esterni. Non può
che tornarci in mente quel potere oscuro di trattenere a sé che prima Euripide e poi Freud hanno
riconosciuto a Medea: anch'essa straniera, anch'essa potente e terribile.
APPROFONDIMENTO
Dopo aver promosso la mobilità degli artisti arabi in Europa attraverso convenzioni con Cité Internationale
des Arts a Parigi e Delfna Foundation a Londra, la Emirates Foundation di Abu Dhabi aggiunge anche
l'Italia all'elenco delle proprie mete. Lo fa a Venezia, attivando un programma di residenza curato da
Associazione E in collaborazione con Nuova Icona.
A partire dal 21 Settembre e per sei settimane, la giovane artista Alaa Edris (Sharja, 1985) ha avuto modo
di sviluppare la propria ricerca, confrontandosi con il contesto storico, sociale e culturale del capoluogo
veneto. Missione impossibile, data la complessità del territorio lagunare? Certo che no, perché l'artista è
afancata da un team interdisciplinare cucito su misura per lei. Oltre ai curatori di Associazione E -
Francesco Ragazzi e Francesco Urbano, partecipano all'impresa il direttore di Nuova Icona Vittorio Urbani,
l'islamologa Ida Zilio Grandi (Università Ca' Foscari), l'esperta di bizantinistica Anna Calia - borsista presso
la Scuola Superiore di Studi Storici (Università di S. Marino). A loro il compito di trovare chiavi di lettura ed
esperienze illuminanti che permettano alla loro ospite di districarsi con agilità in una delle città più
rappresentate, nonché stereotipate, al mondo. Ma non è tutto: il programma gode infatti della consulenza e
supervisione di Salwa Mikdadi, direttrice dell'Arts & Culture Department della Emirates Foundation e
studiosa tra le più esperte nel campo dell'arte contemporanea araba: sue la curatela del primo padiglione
palestinese per la Biennale di Venezia e pubblicazioni come New Vision: Arab Contemporary Art of the 21st
Century.
Alaa Edris è artista in residenza nell'isola di San Giorgio presso il Centro Vittore Branca, dove ha avuto
accesso allo sterminato patrimonio librario e fotografco della Fondazione Giorgio Cini Onlus, a contatto
con ricercatori ed esperti di altri ambiti disciplinari.
I risultati della residenza saranno presentati in un'esposizione fnale intitolata “Sameage” che inaugurerà
sabato 29 ottobre alle ore 18. La mostra prenderà la forma di una doppia personale: per tutta la durata
del programma, Alaa Edris ha lavorato infatti con Valentina Roselli, artista torinese di base a Venezia.
Due sguardi antropologici si incontreranno, rendendo impossibile una netta distinzione tra ricercatore e
oggetto della ricerca.
La mostra si terrà nella cappella di San Ludovico: oratorio cinquecentesco fondato dal doge Ludovico Priuli,
oggi gestito da Nuova Icona con una programmazione puntata sulla sperimentazione artistica in situ.
Non è tuttavia solo veneziano il programma di mobilità che è stato delineato. Durante le sei settimane
infatti, sono stati organizzati due viaggi, a Roma e Milano, che hanno allargato ulteriormente lo scorcio
aperto sulla cultura visiva italiana ed europea. Visite a mostre e tesori d'arte antica e contemporanea si
sono afancate ad incontri con artisti, curatori ed esperti di settore. Hanno aperto le proprie porte
all'artista alcune tra le principali realtà italiane del contemporaneo: Via Farini e DOCVA, Hangar Bicocca,
Fondazione Prada, Fondazione Marconi e Galleria Gio Marconi, Villa Medici, Istituto Svizzero di Roma,
Fondazione Pastifcio Cerere, Fondazione Nomas, Fondazione Giuliani e altre.
Tramite azioni come queste, le aspettative di riconoscimento culturale, su cui gli Emirati stanno
investendo ormai da più di qualche anno, avranno modo di diventare vere occasioni di mediazione
e di scambio.
PARTNER
Un progetto promosso da Emirates Foundation.
Curato da Associazione E e Nuova Icona presso l'Oratorio di San Ludovico.
In collaborazione con Fondazione Giorgio Cini Onlus, Dipartimento di Studi sull'Asia e sull'Africa
Mediterranea dell'Università Ca' Foscari di Venezia.
ARTISTE
Alaa Edris attraverso l'installazione, la fotografa e la proiezione su superfci tridimensionali,
ripercorre alcuni fra I temi che hanno dominato la ricerca artistica araba degli ultimi decenni: la
costruzione del genere sessuale, il rapporto fra tradizione e progresso, il linguaggio e I segni che
identifcano una cultura. Il suo intento però non è di defnire un'identità nazionale o araba, o una
diferenza in rapporto all'occidente – come ha fatto la generazione che l'ha preceduta - quanto
piuttosto di confrontarsi con un multiculturalismo interno alla propria comunità d'origine. Alaa
Edris fa insomma parte di una nuova generazione di artisti mediorientali, la quale non incontra
più la globalizzazione studiando in college europei e americani, ma immergendosi con immediata
consapevolezza in un ambiente meticcio e stratifcato.
Focus della ricerca è in particolare il ritratto, tema attraverso cui l'artista indaga I limiti di
irrappresentabilità vigenti nella tradizione dell'arte islamica.
Valentina Roselli indaga le modalità di costruzione dell'identità in gruppi specifci,
marginalizzati o pubblicamente riconosciuti. L'elemento identitario viene esibito ora come veicolo
di censura ora come fattore di resistenza attraverso una pluralità di interventi che oscillano tra
l'oggettivo e il fnto. Le ricerche antropologiche fnora condotte hanno portato Valentina Roselli in
contatto con la tribù dei Banna in Africa, con l'ambiguo universo dei boy-scout, con una crew di
rapper birmani. Tra i luoghi in cui i lavori dell'artista sono stati esposti, Fondazione Bevilacqua La
Masa, Fondazione Spinola Banna, Accademia Albertina delle Belle Arti, Kuvataideakatemia di
Helsinki, Padiglione Norvegia alla 54a Biennale di Venezia all'interno del progetto espositivo di
Bjarne Melgaard.