Sandro Varagnolo – Memoria e Mythos
Negli spazi di Itaca Gallery si terrà la mostra “Memoria e Mythos” del pittore Sandro Varagnolo, vincitore per l’edizione 2012 del Premio del Pubblico, nuova sezione ideata dall’organizzazione per valutare anche il gradimento di una giuria non selezionata.
Comunicato stampa
Prosegue l’esposizione a Verona dei protagonisti del Premio Internazionale Biennale d’Arte di Asolo. Dal 4 al 19 novembre (con inaugurazione sabato 3 novembre alle 17.00) negli spazi di Itaca Gallery si terrà la mostra “Memoria e Mythos” del pittore Sandro Varagnolo, vincitore per l’edizione 2012 del Premio del Pubblico, nuova sezione ideata dall’organizzazione per valutare anche il gradimento di una giuria non selezionata.
Sandro Varagnolo (Chioggia, 1968), autodidatta, è appassionato e studioso di arte antica, con particolare riferimento alle arti figurative del ‘600, passione che diventa vero e proprio collezionismo, per poi estendersi anche all’arte figurativa contemporanea.
Legata alla tradizione “decadente”, la sua pittura unisce il fascino letterario di certo surrealismo alla suggestione straniante di dechirichiana metafisica. In particolare “cerca, nei misteri e nel fascino dell’arcaismo – attraversati nell’estasi dell’immaginazione – per rifugiarsi nel sogno o nell’abbandono della realtà attraverso una attenta e sottile esplorazione intellettuale, la sua fonte ispiratrice, che egli traduce, con introspezione psicologica e grazia espressiva – nonostante la giovane esperienza di pittore – in opere cariche di ricordi, di fremiti antichi e di impulsi segreti. Evocazioni lontane nel tempo e nello spazio, che affiorano nella memoria, e da cui sorgono apparizioni a volte fantastiche, più spesso mitologiche ed evocative, pur sempre intrise di velata poesia e nostalgica riflessione.
Reminiscenze classiche restituite sulla tela, che sembrano fluttuare tra vapori atmosferici ed effluvi misteriosi, fra citazioni architettoniche e scultoree, in una luce cristallina ed eccitante, in cui leggenda e mito, storia e letteratura epica cedono il passo al ricordo, al presentimento e ad un futuro senza certezze.
Le tinte spesso fredde e cristalline - di bagliori albeggianti o crepuscolari - scandiscono ed esaltano la definizione anatomica dei corpi e l’accento onirico del racconto (Dino Memmo).