Sanja Iveković / Franco Vaccari

  • P420

Informazioni Evento

Luogo
P420
via Azzo Gardino 9 , Bologna, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

da mercoledi a venerdì ore 15/19.30
sabato ore 9.30/13.30 e 15/19.30
altri giorni solo su appuntamento

Vernissage
20/02/2015

L’inaugurazione - Venerdi 20 Febbraio dalle ore 18,30 alla presenza degli artisti - sarà preceduta alle ore 16,30 da una conferenza al MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna (Via Don Minzoni 14) tra Sanja Iveković e Franco Vaccari moderata da Marco Scotini.

Catalogo
Catalogo: a cura di Marco Scotini
Artisti
Franco Vaccari, Sanja Ivekovic
Generi
arte contemporanea, doppia personale

Dopo quasi quarant’anni dall’ultima esposizione insieme, Franco Vaccari (Modena, 1936) e Sanja Iveković (Zagabria, 1949) si ritrovano nella mostra The Opening presso la galleria P420 di Bologna.

Comunicato stampa

L’importante lavoro di avanguardia di questi due artisti, entrambi già attivi negli anni Settanta, ha determinato il superamento del concetto di performance e lo sviluppo di una nuova definizione di happening, basata sul dialogo tra artista e pubblico, da questo momento anch’esso attivo, anzi fondamentale, nell’ideazione e nella realizzazione dell’opera. Il ruolo passivo del fruitore viene meno per lasciare spazio ad un totale coinvolgimento che “riattivi i processi della socialità e della relazione”.

Lo stesso Franco Vaccari scrive «L’opera si sviluppa in relazione al modo in cui lo spettatore/partecipante, improvvisamente emancipato dallo status di semplice osservatore, la recepisce e reagisce ad essa, contribuendo a determinarne forma e significato».

Lo spazio diventa quello della galleria, il tempo quello dell’inaugurazione della mostra, dell’opening appunto, in cui tutto si risolve, dalla creazione all’esposizione alla fruizione definitiva dell’opera.

Franco Vaccari, fin dagli inizi, attua un processo di emancipazione del singolo soggetto rispetto alla totalità. L’artista utilizza la fotografia non solo come elemento indice di una presenza, ma come strumento che permette il riconoscimento e la costruzione del singolo individuo nel tempo dello sviluppo dell’opera. Ed è proprio l’autore, eclissando la propria presenza per un momento, a permettere che essa si compia attraverso la presa di coscienza da parte dell’individuo della propria esistenza in un determinato luogo e in un preciso momento. Le Esposizioni in tempo reale di Vaccari non sono la messa in scena di un copione, in cui lo spettatore viene relegato ad un ruolo passivo, ma di un’azione in divenire la cui maggiore dimensione è, conseguentemente, quella ricettiva. Queste opere “in tempo reale”, ideate e realizzate dall’artista a partire dal 1969, non sono prevedibili e possono essere potenzialmente infinite, caratterizzate dalla continua mutazione delle relazioni.
In mostra Esposizione in tempo reale num.1, Maschere (1969), Esposizione in tempo reale num.5, Spazio privato in spazio pubblico (1973), Esposizione in tempo reale num.6, Il cieco elettronico (1973) e Esposizione in Tempo Reale num.7, Mito Istantaneo (1974).

Il coinvolgimento è anche alla base delle opere di Sanja Iveković, artista croata che ha sviluppato a partire dagli anni Settanta una pratica artistica pioneristica volta ad affrontare questioni riguardanti l’identità femminile e le politiche del potere e del consumismo alla base della collettività. Nelle diverse modalità, l’artista coinvolge lo spettatore attraverso varie forme di stimolazione, proponendo uno sviluppo dell’opera ancora una volta non determinabile a priori e che, in un tempo più o meno prolungato, determina una stretta relazione col pubblico il quale è coinvolto ad un livello intimo ed emozionale.
In mostra Inaugurazzione alla Tommaseo (1977) dove ai visitatori era richiesto un vero e proprio contatto fisico con l’artista, Inter nos (1978) in cui la relazione tra artista e spettatore era mediata dalla tecnologia di un dispositivo video, First Belgrade performance (1978) in cui l’artista accorcia le distanze col pubblico fino ad instaurare relazioni spontanee e autosostenentesi e Meeting Points (1978) in cui il significato della stessa azione cambia in funzione della sola presenza del pubblico coinvolto.

La mostra è stata realizzata in collaborazione con la galleria Espaivisor di Valencia.
Durante la mostra sarà pubblicato un catalogo a cura di Marco Scotini.

Italiano

Almost forty years since their last exhibition together, Franco Vaccari (Modena, 1936) and Sanja Iveković (Zagreb, 1949) meet again in the exhibition The Opening at Galleria P420 in Bologna.
The opening – Friday 20 February at 18.30, with the artists present – will be introduced at 16.30 by a conference at the MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna (Via Don Minzoni 14) with Sanja Iveković and Franco Vaccari, moderated by Marco Scotini.

The important vanguard work of these two artists, both already active in the 1970s, has gone beyond the concept of performance to develop a new definition of the happening based on dialogue between the artist and the audience, activated from this point on as a fundamental agent in the invention and implementation of the work. The passive role of the viewer gives way to total engagement that “reactivates the processes of socialization and relation.”
Franco Vaccari writes: «The work develops in relation to how the viewer/participant, suddenly emancipated from the status of a mere observer, receives it and reacts to it, contributing to determine its form and meaning.»

The space becomes that of the gallery, the time that of the opening, in which everything is resolved, from the creation of the exhibition to the definitive experience of the work. Franco Vaccari, from the start of his career, has enacted a process of emancipation of the individual subject with respect to the whole. He uses photography not only as the indicator of a presence, but also as a tool that permits recognition and construction of the single individual in the time of development of the work. It is precisely the artist, momentarily concealing his own presence, that allows the work to be realized through the awareness in the individual or his or her existence in a give place at a specific time. The Esposizioni in tempo reale (Exhibitions in Real Time) of Vaccari do not stage a script in which the viewer is relegated to a passive role, but an action in a state of becoming whose main dimension is therefore that of reception. These works “in real time,” conceived and made by the artist starting in 1969, are therefore not predictable and can be potentially infinite, characterized by the ongoing mutation of relationships.
The exhibition includes Esposizione in tempo reale num.1, Maschere (Masks, 1969), Esposizione in tempo reale num.5, Spazio privato in spazio pubblico (Private Space in Public Space, 1973), Esposizione in tempo reale num.6, Il cieco elettronico (Electronic Blindness, 1973) and Esposizione in Tempo Reale num.7, Mito Istantaneo (Instant Myth, 1974).

Engagement also forms the basis of the works of Sanja Iveković, the Croatian artist who starting in the 1970s has developed a pioneering practice that approaches questions about female identity and the politics of power and consumption that lie beneath the collective dimension. The artist involves viewers in different ways, through various forms of stimulation, proposing a development of the work that once again is not determined a priori, which in a more or less extensive time frame determines a close relationship with the audience, involved on an intimate, emotional level. The exhibition presents Inaugurazzione alla Tommaseo (Opening at the Tommaseo, 1977), where visitors were asked to make true physical contact with the artist, Inter nos (1978), in which the artist-viewer relationship was mediated by the technology of a video device, and First Belgrade Performance (1978), in which the artist bridges the distance from the audience to the point of triggering spontaneous, self-sustaining relations and Meeting Points (1978) in which the meaning of the action itself changes, simply due to the presence of the audience

The exhibition has been organized with Espaivisor gallery, Valencia.
The exhibition will be accompanied by a catalogue curated by Marco Scotini.