Santolo De Luca – Settimo: non rubare
La mostra nasce in collaborazione con l’artista e l’Archivio Santolo De Luca curato da Alice Rubbini. Nella Galleria saranno presenti una particolare selezione di oltre trenta opere, esclusivi elementi della ricerca storica e stilistica, nonché linguistica dell’artista.
Comunicato stampa
La Galleria Andrea Ingenito Contemporary Art è lieta di annunciare la mostra dell’artista SANTOLO DE LUCA dal titolo “SETTIMO: NON RUBARE” che si terrà presso la sede di Via Santa Maria Cappella Vecchia, a Napoli, dal 24 ottobre al 14 dicembre 2024.
La mostra nasce in collaborazione con l’artista e l’Archivio Santolo De Luca curato da Alice Rubbini. Nella Galleria saranno presenti una particolare selezione di oltre trenta opere, esclusivi elementi della ricerca storica e stilistica, nonché linguistica dell’artista.
L’opera chiave della mostra, che racchiude concetti e particolari suggestioni interpretative, è intitolata proprio “Non Rubare”, incisivo imperativo morale che distingue il settimo comandamento ebraico/cattolico, monito di sorprendente attualità che attraversa il tempo e ogni cultura.
Il messaggio dell’opera di De Luca non è soltanto letterale – non sottrarre beni altrui –, ma è metafora del farcela, del riuscire con i propri mezzi, nel rispetto degli altri e di sé stessi.
La ricerca espressiva di Santolo De Luca inizia a metà degli anni ’80, subito dopo gli studi accademici, per giungere negli anni ’90 alla sua affermazione nella pittura contemporanea italiana e internazionale, e poi spingersi fino all’attualità attraverso la sottile e penetrante ironia che lo contraddistingue, la formale attenzione per i dettagli, l’esclusivo creare volume e tridimensionalità, la luce intensa e il colorismo deciso, che continuano a essere parte forte e imprescindibile del suo stile.
L’artista, coerente e unico nel suo metodo espressivo, in questa occasione ci pone di fronte a quel suo personale e seducente concettualismo pittorico, che negli anni ’90 fu identificato nel “Medialismo” (Gabrele Perretta, Politi Editore, Milano 1993), movimento artistico italiano – e storicamente l’ultimo, occorre ricordare –, formato da due componenti significative: il medialismo analitico, con Maurizio Cattelan tra gli altri, e il medialismo pittorico, in cui emergeva proprio Santolo De Luca «…non a caso posto alla testa di un gruppo di artisti definiti ‘medialisti’» (L’Arte Contemporanea, Renato Barilli, Feltrinelli 2005).
Nell’iconografia di De Luca, il ‘tubetto di colore’ compare per la prima volta nel 1998, nella mostra personale “Spirit and Matter”, tenutasi alla galleria Annina Nosei di New York. Il messaggio scritto con la contorsione del pigmento arriva successivamente, attraverso varie evoluzioni, per giungere al colore che definisce il colore stesso, e poi oltre, per condurre la riflessione a una parola dipinta e svelata dal proprio titolo.
Il concetto non è solo figurazione in De Luca: il titolo è un tutt’uno, è la porta che si apre sulla sagace immaginazione, è l’energia che muove il suo mondo, è input, sorgente intellettuale ed emozionale. E il colore, è colore che si nega all’immagine, ma non rinuncia a colorare sé stesso… dipingendosi addosso… le sfumature sono infinite, come i rimandi e giochi di parole, le assonanze verbali e figurative, l’ambiguità semantica, prendono forma e volume, rendono dimensione e voce.
Il percorso pittorico di Santolo De Luca è, inoltre, ben definito nei testi dell’artista pubblicati nella rubrica a lui dedicata da AARTIC Magazine (dal capitolo 1 al 9 attualmente), ne “La paura fa ’90… ancora”, una lunga riflessione in progress che delinea il suo lavoro e le numerose mostre che costellano la lunga carriera, attraverso gli accadimenti culturali, economici e storici, iniziati nell’entusiasmo degli anni ’90 ed evolutisi negli ultimi trent’anni.
Per Santolo De Luca, questa mostra nella Galleria Andrea Ingenito a Napoli, è una delle eccezionali occasioni in cui l’artista riapre il dialogo con la sua città, con le sue meraviglie e le sue contraddizioni, con la sua vibrante energia culturale e popolare, unica in ogni sua manifestazione.