Sara Conforti – Neroblaum Fustaneorum. Teleri di memoria
Teleri, installazione site specific, fotografie e opere su tessuto.
Comunicato stampa
Sabato 22 ottobre, alle ore 17.00, inaugura al Museo del Tessile di Chieri (sala della “Porta del Tessile”, in via Santa Chiara 10/A) «Neroblaum Fustaneorum. Teleri di memoria», lavoro site specific di Sara CONFORTI, dedicato al tessuto Denim o Jeans e inevitabilmente al loro antesignano chierese, le cui varianti “nero-blu” tinte con “gualdo buono” sono descritte in latino medievale Statuti dell’Arte del Fustagno.
Il percorso espositivo si apre con sette Teleri installati sulla facciata esterna della Porta del Tessile, secondo una modalità che ricorda scene come quelle dipinte da Vittore Carpaccio. Su questi pannelli con inserti in tessuto Denim campeggiano anagrammi ricamati.
Si prosegue con la grande installazione interattiva, “Centosettantaperottanta - What comes first?”, uno spazio di esplorazione dedicato all’universo femminile, un archivio di reminiscenze vestimentarie condivise, attraverso la redazione dei taccuini esperienziali, un’opera collettiva che ha dato vita al taccuino d’artista donato alla Collezione di Moleskine Foundation ed esposto a febbraio al Palais de Tokyo a Parigi e a maggio al One World Observatory presso il One World Trade Center a New York. Il taccuino d’artista sarà eccezionalmente esposto al Museo del Tessile, per la prima volta in Italia, grazie al prestito dalla Collezione di Moleskine Foundation.
Completano la mostra una serie di fotografie e speciali opere tessili in cotone BCI e Denim realizzate grazie alla collaborazione con Thecolorsoup e Berto Industria Tessile
«Con questo evento-commenta Melanie Zefferino, Presidente della Fondazione Chierese per il Tessile e per il Museo del Tessile-Chieri accoglie nel suo Museo una figura di primissimo piano sulla scena artistica internazionale, capace di coniugare creatività e rigore in un fare multanime che lega a doppio filo arte e attivismo per immaginare, intrecciare o annodare trame di ricordi, di emozioni, di vita. Sara Conforti restituisce così valenza esistenziale all’universo del tessile, suggerendo nuove “sezioni di ordito” per un domani ancora da ritessere».
L’ARTISTA
Sara Conforti nasce a Torino nel 1973. Ospite d’Onore alla XIII Florence Biennale 2021 riceve il Premio alla Carriera Lorenzo il Magnifico per l’impegno profuso a favore del femminile fragile. La sua pratica esplora le complessità del tessuto sociale e di genere unitamente a tematiche sociali, politiche e ambientali. Autrice di progetti performativi, di ricerca artistica e di scultura sociale che hanno come focus l’abito che da oggetto-simbolo della nostra vorace società del consumo, diventa soggetto-perno capace di stimolare riflessioni profonde intorno all'identità individuale e collettiva grazie alla riattivazione del processo di reminiscenza.
Dal 2011 conduce la sua indagine attraverso il progetto Centosettantaperottanta che identifica uno spazio di esplorazione dedicato all’universo femminile dove il valore pubblico e privato della memoria e del vissuto incontra la possibilità di svelarsi. Dal 2013 è autrice del progetto performativo 13600HZ Concert for sewing machines, azione che l’artista costruisce attorno al suono delle macchine per cucire. Un lavoro corale dove la ricerca tra abito e habitus confluisce nell’atto performativo.
Fondatrice di hòferlab ass. Cult., Sara Conforti è attualmente direttrice artistica e coordinatrice del progetto di rigenerazione urbana: Riflessioni Circolari. Ricucire il territorio. Tra abito e habitus. Quartiere Vallette. Progetto finanziato da Città di Torino - Vallette 2030; Fondazione Compagnia di San Paolo - Torino Proxima - Cofinanziato da Associazione tessile Salute e Circoscrizione 5 Torino. Un progetto unico in Italia anche per numero di attori e destinatari coinvolti. La rete di partner che l’artista è riuscita a tessere, e che hanno fortemente creduto nella sua mission, è davvero folta e di alto livello.
hoferlab.org/riflessioni-circolari.html
LA MOSTRA
Nell’installazione site specific realizzata da Sara Conforti per la Porta del Tessile, il tessuto Denim è interpretato come “tessuto connettivo” e superficie di prossimità entro uno spazio in cui passato e presente si incrociano. La struttura del fustagno, una saia a tre (2:1), diventa così leitmotiv e metafora di un’arte di relazione giocata sul valore dell’intreccio dei fili come feelings (sensazioni, sentimenti), “passanti e trasversali” che intersecano la trama privata e la storia collettiva attraverso un’indagine tra abito e habitus.
Sui sette Teleri installati sulla facciata esterna della Porta del Tessile, pannelli con inserti in tessuto Denim, campeggiano anagrammi ricamati. Si tratta di frammenti autobiografici che partono da alcune parole chiave estrapolate da uno scritto dell’artista dedicato alla memoria di un proprio paio di blue jeans d’affezione. Le grandi superfici cucite sono state create nell’ambito di una serie di workshop in collaborazione con le partecipanti al progetto Lalàgeatelier - Dispositivi Vestimentari nella sua nuova sede nel quartiere Le Vallette di Torino in collaborazione con le residenti del quartiere, le utenti della Comunità Fragole Celesti - Doppia diagnosi femminile per la cura di abusi, violenze e maltrattamenti di Fermata d’Autobus Onlus, e Cooperativa progetto tenda Onlus.
Le partecipanti sono state coinvolte dall’artista nell’ideazione e nel ricamo di personali componimenti, ognuno ispirato alle 7 speciali parole chiave. L’esposizione dei sette teleri consentirà così anche al pubblico di sperimentare il gioco di composizione.
Memoria e intreccio, rapporti e tessiture sono protagonisti anche dell’esposizione interna attraverso una grande installazione interattiva di Sara Conforti, “Centosettantaperottanta - What comes first?”, ispirata dal tema del format educativo itinerante AtWork 2022 di Moleskine Foundation e realizzata durante l’emergenza pandemica da Covid 19
Si tratta di una edizione speciale del percorso di ricerca artistica itinerante Centosettantaperottanta attraverso il quale, dal 2011, Sara Conforti identifica uno spazio di esplorazione dedicato all’universo femminile. Il valore pubblico e privato della memoria e del vissuto degli oggetti vestimentari incontra così la possibilità di svelarsi attraverso una prassi tassonomica partecipativa. La ricerca scava nei guardaroba per cercare di condividere risposte in cui gli indumenti delle partecipanti diventano protagonisti di autopsie “affettive”, fulcro di un viaggio del Sé in relazione al gruppo, strumento per favorire la nascita di nuove narrazioni collettive. Integrando la domanda “What comes first?” del format educativo Atwork di Moleskine Foundation, Sara Conforti ibrida la consueta pratica gender oriented tra abito e habitus del progetto artistico Centosettantaperottanta e propone la costruzione di un archivio di reminiscenze vestimentarie condivise, attraverso la redazione dei taccuini Moleskine, create da ciascuna delle partecipanti, insieme alla realizzazione di un ricamo personalizzato. ~ Gli incontri dedicati a questa ricerca artistica sono iniziati con le utenti di Fragole Celesti, Comunità doppia diagnosi per la cura di abusi, violenze e maltrattamenti. Sia in modalità remota che in presenza si sono tenuti 10 workshop che hanno coinvolto 70 partecipanti lungo la penisola dal dicembre 2020 al luglio 2021.
L’opera collettiva ha dato vita ad un taccuino d’artista realizzato da Sara Conforti e donato alla collezione di Moleskine Foundation ed esposto recentemente presso il World Trade Center di New York e al Palais de Tokyo di Parigi nell’ambito della mostra collettiva: Detour 2.0. di Moleskine Foundation Collection. Nel 2021, Centosettantaperottanta - What comes first? è stata allestita alla Galleria d’arte Gliacrobati di Torino-VI Festival internazionale dell’Outsider Art e dell’Arte Irregolare, Palazzo Barolo, Torino, alla XIII Florence Biennale, dove l’artista è stata Guest of Honour insignita del Premio Lorenzo il Magnifico del Presidente alla Carriera per l’impegno profuso a favore del femminile fragile. Più recentemente, l’installazione ha animato la galleria Spagnuolo di Palazzo Lascaris, sede del Consiglio Regionale del Piemonte nell’ambito della mostra “Sono altro. Sono altrove”.
Qui, la modalità di fruizione dell'installazione consiste in una curiosa formula partecipata che rimanda ai Libri della Fortuna, in gran voga nel Rinascimento. Il pubblico, rivolgendo a sé stesso la domanda What comes first? potrà interagire con le opere delle partecipanti ai workshop, estraendo un numero da un insieme di piccoli sassi cifrati che a sua volta coincide con quello di un taccuino e di uno dei ricami rilegati nel libro, a loro volta numerati e messi a disposizione del pubblico. Attraverso la loro lettura il pubblico potrà entrare in contatto empatico con la storia e le memorie scritte dall’anonima compilatrice dell’opera, casualmente chiamata a dare risposta alla domanda iniziale.
Completano il progetto collettivo site specific una serie di fotografie e speciali opere su tessuto Denim ispirate all’installazione site specific abbinate a stampe su tela di cotone BCI, con metodologia water free a pigmento grazie alla collaborazione con Thecolorsoup coinvolgendo nuovamente il tessuto che evoca il fustagno di Chieri fra XV e XVIII secolo in una operazione di dialogo tra contemporaneità e memoria. Il tessuto denim utilizzato è stato donato dall’azienda Berto Industria Tessile, realizzato nel rispetto di criteri di sostenibilità ambientale e sociale in tutte le fasi della catena produttiva.