Sarah Bowyer – Radici erranti
In questa mostra Sarah Bowyer presenta una selezione della sua produzione più recente, realizzata con un preciso stile narrativo che sembra voler sommare e, allo stesso tempo, fare sintesi della sua complessa e articolata esperienza artistica.
Comunicato stampa
In questa mostra Sarah Bowyer presenta una selezione della sua produzione più recente, realizzata con un preciso stile narrativo che sembra voler sommare e, allo stesso tempo, fare sintesi della sua complessa e articolata esperienza artistica.
Legata alla pittura da sempre, sebbene senza disdegnare altri mezzi espressivi, Sarah Bowyer rappresenta un unicum negli artisti della sua generazione. Aperta a continue contaminazioni, ha mantenuto, lungo tutta la sua carriera, una coerenza che, paradossalmente, è stata caratterizzata dal miscuglio di generi e stili. Si tratta della rivendicazione di una esperienza esistenziale che ha la sua cifra nel nomadismo, da uno spirito errante e autenticamente cosmopolita che è precipitato nel suo vissuto ed è poi stato tradotto in uno stile che non si può definire in altro modo se non come “stile Bowyer”. Si tratta di caleidoscopio in cui si fondono natura, suggestioni spirituali, retaggi provenienti da civiltà lontane, schemi narrativi che rifiutano la linearità della comunicazione occidentale.
Non si tratta della ricerca di un’artista che per trovare la proprio chiave espressiva ha bisogno di andare due mesi in Thailandia o che sente la necessità di rifugiarsi in un eremo a coltivare le sue radici: si tratta, piuttosto, dell’approdo di un percorso che non è una posa ma di un progetto esistenziale che è schizzato fuori dai propri margini e confini, di qualcosa di autentico e, soprattutto, di vero.
Sarah Bowyer è davvero un’artista cosmopolita, perché la sua vita è stata ed è così; lontana dagli schemi borghesi e rassicuranti di cui tanta estetica “alternativa” è permeata. Sarah Bowyer è un’autentica ribelle, che manifesta la propria ribellione inventando canali nuovi, senza adagiarsi in uno stile bohemien che ormai è diventato un rassicurante cliché.
La sua pittura si mangia il conformismo, spiana il “fighettismo” imperante, è un’arma, come diceva Picasso, con cui esprimere una propria posizione contro il nemico. Ciò che però conta ancora di più, è che per Sarah Bowyer, il nemico non è ciò che noi possiamo ritenere tale, è qualcosa di molto più complesso, interiore, nascosto. E la sua pittura ha proprio lo scopo di far percepire a ciascuno di noi cosa è il nostro nemico, sia in chiave estetica, sia in chiave esistenziale.