Sauvage
Dom Art Space è lieto di annunciare Sauvage: canto alla simultaneità della riconciliazione tra realtà, sogni e miti.
Comunicato stampa
SAUVAGE,
con Chiara Camoni, Joana Escoval, Tiziana La Melia, Anna Solal, Alice Visentin
a cura di Sonia D’Alto
“L’incontro verso l’altro è sempre necessariamente unione con il mondo,
nella sua diversità di forme, statuto, sostanza”
Emanuele Coccia, La vita delle piante
Dom Art Space è lieto di annunciare Sauvage: canto alla simultaneità della riconciliazione tra realtà, sogni e miti.
Lo spazio della mostra ci avvolge in un linguaggio corale, è in atto una metamorfosi. Alcune delle categorie marginali dell’antropocentrismo e dell’eurocentrismo come il vegetale, l’animale, il femminile ridisegnano la loro posizione nella geografia dell’orizzonte condiviso. Miti arcaici si combinano insieme per produrre sensi, verità si raccontano come nuove storie. Immanenti e simbiotiche, le opere della mostra producono interferenze nella concezione di una differenziazione e di una catalogazione tra umano e non umano, artificiale e naturale. Un ecumene ibrido e sincretico, dove i miti e le cosmologie raccontano in maniera fluida mondi svuotati di dogmatismo: animali che sognano l’uomo; le piante sono degli animali al contrario? Intelligenze artificiali e naturali si stimano a vicenda.
Il display della mostra è un ambiente di commistione, di relazioni intrinseche e trasformazioni. Un continuum senza confini tra le tipologie e le specie, elementi che scorrono in maniera fluida, dove si confondono le identità. Il lavoro di Chiara Camoni, per esempio, si compone di una serie di vasi in terracotta installati su un tavolo e nello spazio della mostra, colmi di fiori selvatici. La superficie dei vasi è ricoperta da smalti di cenere animale (ossa, conchiglie, lumache) ed erbe selvatiche (gramigna), tecniche remote del Medio Oriente. La mancanza di una separazione logica tra esseri sottomarini ed esseri terresti è poeticamente presente nel video di Joana Escoval. Untitled (for my brother) attraversa licheni, alghe, cavallucci marini e funghi in una costante confusione tra flussi di aria e acqua. Parzialmente girato sott'acqua in Spagna, nell’ acquario del XIX secolo di Lisbona e nelle paludi nel nord della Svezia, è privo di una vera collocazione geografica e sfida ogni tipo di confine logico. Il lavoro di Anna Solal è un meticcio post-tech. Contaminazioni iconografiche e materiche mutuate dai resti della nostra società e da un immaginario familiare e ordinario, sono trasformate e capovolte in narrazioni di tipo mitico: immagini fanstasma, animali ed esseri ibridi si conciliano nelle sue composizioni semi-mitologiche e oniriche, arcaiche e tecnologiche. La scrittrice e artista Tiziana La Melia presenta un lavoro di metamorfosi, di flow e di contaminazione per imitazione, che deve riferimenti alla poesia, alla teoria queer, alle storie personali. Il dipinto presentato, Flower Fisting, deve il suo titolo al saggio di Anne Lise Francois che a sua volta è una riflessione sul testo Herbarium Verbarium di Claudette Sartiliot. Oltre al dipinto, la poesia di La Melia dedicata a Sant’Agata, protettrice di Palermo, è stata mutuata in tre profumi grazie alla collaborazione con l’artista Megan Hepburn ( Cracher Dans La Soupe Parfum): Saint Agatha’s Stink. La poesia, sarà scritta a mano sul muro, come un’iscrizione. Infine, Alice Visentin realizza un wallpainting con pigmenti e colori naturali. L’opera, pittura parietale, ricalca una tradizione storica, dalla Preistoria al Tardo-Medioevo, dal Rinascimento al Modernismo. In questo caso, le pareti saranno “decorate” da figure femminili fluttuanti, leggere, che inglobano indistintamente animali, elementi vegetali e narrazioni mitiche.