Saverio Di Spirito – Frammenti di spirito

Informazioni Evento

Luogo
TORRE GALFA
25° piano, via Alfredo Campanini, 12, Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Dal lunedì al venerdì 10.00-17.00 su appuntamento

Vernissage
10/03/2023

ore 19

Artisti
Saverio Di Spirito
Curatori
Luca Cantore D’Amore
Uffici stampa
MARIA GRAZIA VERNUCCIO
Generi
arte contemporanea, personale

Secondo appuntamento con GAD (Galleria d’Arte Domestica), format espositivo ideato da Cru de Mon al 25° piano di Torre Galfa a Milano.

Comunicato stampa

L'evoluzione nel mondo delle mostre e delle esposizioni parte da Milano con un nuovo progetto che si chiama GAD, Galleria d'Arte Domestica. Le opere non sono più esposte in spazi generalmente adibiti a quello, ma dove ogni appassionato o collezionista vorrebbe vederle: tra le mura di una casa. Un nuovo format espositivo ideato da Cru de Mon il cui team - Massimiliano Pianta, Domenico Galeotti e Alessandro Allevato - ha deciso di mettere a disposizione ogni mese, per la personale di artisti emergenti o già affermati, la propria sede, al 25° piano di Torre Galfa, nel rinnovato e avveniristico quartiere milanese di Porta Nuova, con vista a 360 gradi su tutta la città. Un ciclo di mostre, curate da Luca Cantore D’Amore, che una dopo l’altra, ogni mese, si sveleranno insieme agli artisti, un modo nuovo per relazionare creativi, pubblico e addetti ai lavori.

Dopo il debutto di Marta Volonté per il primo appuntamento, dal 10 marzo lo spazio ospiterà la mostra “Frammenti di Spirito” di Saverio Di Spirito, pittore che ama giocare con le icone del pop, con le sue grandi tele, un artista post moderno che predilige opere simili a coreografie, ma anche pronto a virare su un astrattismo più lento e pacato. «L’Arte è una carezza, un abbraccio, un momento di delicata empatia tra chi la crea e chi ne gode, tra chi la produce e chi la osserva e non deve generare né muri, né paure strane, né distacchi di sorta - spiega Luca Cantore D’Amore -. Ecco perché le mostre in Torre Galfa nascono: per unire sotto lo stesso tetto domestico e confidenziale, animi, sensibilità e cuori che parlano la stessa lingua. Non solo tra di loro (tra di noi), ma anche, finalmente! con l’Artista che sarà a disposizione per ogni confronto informale, artistico e sentimentale per completare un’esigenza reale, quella di coltivare una maggiore confidenza con le arti». «A rendere irresistibile il progetto c'è lo scenario meraviglioso che Torre Galfa regala - aggiunge Massimiliano Pianta, founder principal di Cru de Mon -. Abbiamo deciso di farlo, per coltivare la bellezza e, allo stesso tempo, l’informalità».

Obiettivo preciso del progetto, infatti, è quello di esporre le opere d’arte all’interno della loro naturale destinazione finale: le case e gli appartamenti dei collezionisti, degli appassionati e di coloro che investono nel settore dell’Arte o anche che, semplicemente, comprano per il proprio godimento personale. Svecchiando, così, il preconcetto per cui il prestigio di un’opera può essere certificato solo se esposto in un Museo, in un’Istituzione o in un luogo di culto. E infine, dare ai numerosi appassionati di arte la possibilità non solo di incontrarsi e creare rete, ma anche di venire a stretto contatto con gli artisti in un luogo che profuma di confidenza, di intimità e di informalità.

Grande attenzione alla scelta degli artisti da ospitare. "Vedo in Saverio Di Spirito un uomo che riesce a farsi ancora accarezzare dalle cose come se fosse un fanciullo in grado di stupirsi e di meravigliarsi - afferma Luca Cantore D’Amore -. Quello che produce è, in effetti, il gesto tipico dell’età in cui tutto è permesso: prendere pezzi del mondo circostante e considerarli propri, facendone collage e rielaborandoli in chiave personale e significativa. Di Spirito è un ladro gentiluomo che, dall’Universo, preleva e rilascia schegge, come in un perpetuo “Koyaanisqatsi” che dal caos nasce e, generandone altro attraverso l’armonia della sua visione e dell’Arte, in esso muore. Una rappresentazione perfetta della miscellanea caotica, insensata, violenta, del turpiloquio spacciatoci per scintillante, che tutti i giorni viviamo, abituati ormai alla brutalità dell’immagine asfissiante di cui siamo fautori e, infine, inderogabili vittime".