Saverio Ungheri – Visioni Metapsichiche
La ricerca e le opere del visionario Maestro dell’arte “bionika” e del “Polmone Pulsante”, che nel movimento cercava la Vita.
Comunicato stampa
“Ciò che ancora oggi colpisce e seduce di questo artista - un solitario, in termini di ricerca espressiva - è la sua sostanziale unicità. Unicità in cui risiede tutta la sua suggestiva e delirante preziosità”
Andrea Romoli Barberini
Per Saverio Ungheri, l’artista che teorizzò il concetto di “Pantaenergheia”, tutto è energia! L’universo esiste come energia. Il cervello è energia perché proietta energia con i pensieri, proietta immagini virtuali con gli occhi, la riceve con le orecchie, la pronuncia con la bocca.
La ricerca e le opere di questo straordinario e visionario Maestro sono protagoniste della mostra “Saverio Ungheri. Visioni Metapsichiche” che Palazzo Merulana presenta dal 12 giugno al 25 agosto 2024 in un progetto espositivo curato da Andrea Romoli Barberini, in collaborazione con Andreina Ciufo Guidotti, storica dell’arte e autrice della nuova monografia sull’artista, e Andrea Ungheri, figlio dell’artista, ideatore della mostra e Presidente dell’Associazione Culturale “Amici del Polmone Pulsante”.
Di origine calabrese, dal suo arrivo a Roma, Ungheri si è imposto all’attenzione della scena artistica, non soltanto capitolina, dagli anni Cinquanta sino alla sua morte, avvenuta nel 2013, come pittore, scultore e intellettuale a tutto tondo. Fondatore, nel 1959, insieme a Sante Monachesi, Claudio Del Sole, Sandro Trotti e Grazioso David del movimento “Astralista” (ispirato dal programma di esplorazione lunare Lunik iniziato dall’Unione Sovietica nello stesso anno), ideò e promosse l’arte "bionika" in cui formulò un vitalismo visionario espresso attraverso il movimento fisico delle sue creazioni.
L’arte come “polmone pulsante”, lo stesso significativo nome con cui, nel 1976, nello studio di via Nomentana, Ungheri diede vita, insieme alla moglie Teresa Nasso, ad un vero e proprio salotto culturale, attivo ancora oggi e custode delle sculture bioniche in movimento.
I visitatori della mostra potranno ripercorrere i diversi periodi e gli apporti più significativi in un percorso espositivo scandito cronologicamente e tematicamente in sei sezioni: Formazione e opere giovanili, Pitture di impronta sironiana, Astralismo, Eden/Finestre, Arte Bionika, Artigianal Art (Art-Art).
Particolarmente interessante è la narrazione del progressivo passaggio dalla “tradizionale bidimensionalità del quadro - per quanto arricchita, nel tempo, da una materia pittorica di sua invenzione destinata ai Crateri e da altre soluzioni più prossime alla tradizione - ad una originalissima declinazione di una tridimensionalità scultorea che, nell’includere la prassi del ready made, si andrà sostanziando di un’ironia vagamente macabra e inquietante. Risultato, quest’ultimo, ottenuto dal recupero, l’appropriazione, l’assemblaggio, quindi la risemantizzazione di oggetti della quotidianità, cui andranno a sommarsi parti sagomate in gommapiuma, a imitazione di animali, creature fantastiche e organi anatomici animati da motorini elettrici. - scrive il curatore Andrea Romoli Barberini, sottolineando come tali manufatti vadano a collocarsi nell’eterogeno macrocontesto internazionale delle sperimentazioni cinetiche ma in un modo del tutto originale: “E’ infatti evidente già nelle intenzioni, espresse in testi programmatici e interviste, prima ancora che nelle forme delle realizzazioni plastiche, la polemica, siderale distanza che separa concettualmente i lavori di Ungheri da quelli delle coeve ricerche dell’arte cinetica e programmata che proprio in quel torno di tempo si andavano affermando tra Europa e continente americano nel solco del Costruttivismo russo e del Bauhaus”.
E forse, sta proprio qui il messaggio di Ungheri, nel raccontarci il "movimento" che è dentro ciascuno di noi: non solo meccanico, ma movimento anche spirituale e di idee, quel movimento in cui risiede la nostra umanità, la nostra Vita.