Scatola magica
La Scuola di Scenografia dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, con l’Associazione “Arte per Voi” di Avigliana, presenta i progetti teatrali dei suoi studenti.
Comunicato stampa
La Scuola di Scenografia dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, con l’Associazione “Arte per Voi” di Avigliana, presenta i progetti teatrali dei suoi studenti.
Sono coinvolte: la I Cattedra della Scuola di Scenografia (a indirizzo teatrale) della Prof.ssa Valeria Piasentà – che ha sostituito da tre anni il precedente titolare, Prof.re Ottavio Coffano – con il Prof.re Massimo Voghera, e le discipline di Scenotecnica. Della Prof.ssa Claudia Esposito e Teatro di Figura del Prof.re Massimo Voghera. Le opere esposte sono state prodotte nel corso degli ultimi 5 anni.
L’esposizione prevede un excursus fra studi e bozzetti; disegni tecnici e computerizzati in 2d e 3d; fotografie, filmati e contributi multimediali; maquettes e altre rappresentazioni plastiche; maschere, burattini e marionette; relativi al progetto per la scena teatrale di opere di prosa, liriche e di teatro musicale, teatro di figura, teatro di strada e rituale-festivo.
Lo scopo è rendere evidente un percorso progettuale complesso, che si articola dalla conoscenza alla progettazione e alla realizzazione, di un’opera plastica che completa visivamente e spazialmente il progetto di regia. Infatti la messinscena teatrale è un lvoro squsitamente corale e organizzato con quella rigida disciplina di lavoro che caratterizza tute le opere collettive. Dove alla buona realizzazione collaborano varie competenze e specializzazioni con pari dignità. E così come autore, regista e attori, elaborano un progetto di riduzione drammaturgica sotto la supervisione del regista, così gli addetti all’immagine (scenografi, illuminotecnici, scenotecnici e costumisti) operano al fine di costruire una drammaturgia visiva articolando le proposte dello scenografo progettista, che si pone quindi nel ruolo di drammaturgo dello spazio e della visione.
Le Accademia di Belle Arti nei loro corsi di Scenografia – declinati fra teatro, cinema e televisione – sono quindi preposte specialmente all’educazione progettuale, che si completa con alcune esperienze realizzative in rapporto al territorio culturale di competenza. Perché proprio dalla realtà viva e dalle esigenze espresse da un particolare gruppo sociale, arrivano le voci della contemporaneità, gli impulsi che trasformano un insegnamento astratto nella materia pulsante dello spettacolo da vivo. Un’esperienza che prevede percorsi progettuali e interartistici lunghi e faticosi, per esaurirsi nell’atto della sua rappresentazione. Come la musica, come la poesia, di cui poi restano solo tracce, indizi e segni di una azione catartica, come i residui che producono le civiltà scomparse.
Valeria Piasentà
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Adolphe Appia, 1896