Scipione Pulzone – Da Gaeta a Roma alle Corti europee
L’esposizione offre l’opportunita’ di ammirare una quarantina di dipinti, molti dei quali firmati e datati, riuniti e messi a confronto per la prima volta secondo il criterio tematico e cronologico insieme alle opere di incerta attribuzione per una stimolante occasione di vaglio critico.
Comunicato stampa
Dal 27 giugno al 27 ottobre 2013 si terrà a Gaeta la mostra Scipione Pulzone. Da Gaeta nel Mediterraneo alle corti del Tardo Cinquecento. La mostra - la prima interamente dedicata alla produzione artistica del maestro Gaetano - si presenta in rapporto dialettico con il territorio di origine del pittore, secondo una politica espositiva che la Soprintendenza per i Beni Storico Artistici ed Etnoantropologici del Lazio persegue con l’obiettivo di indirizzare l’interesse del pubblico verso la scoperta e la valorizzazione della realtà artistica del territorio laziale.
Il progetto espositivo prevede distinte sezioni. La prima dedicata al ritratto, genere pittorico nel quale Scipione diede prove che gli valsero il riconoscimento da parte delle più esigenti cerchie dell’élite. Fu la singolare capacità di cogliere la personalità dei suoi committenti, in una concretezza esaltata dallo stile araldico, raffinato e severo, a determinare il grande successo di Pulzone, presto allineatosi al “fiamminghismo” che tanta fortuna riscuoteva presso i blasonati, gli uomini di Chiesa e gli stessi pontefici (Pulzone ritrae con realismo Pio V e Gregorio XIII, oltre a riproporre l’idealistica effigie di Martino V al Laterano). Il Ritratto del Cardinale Granvelle, in mostra nella versione conservata a Besançon, può essere considerato un emblema della tipologia cinquecentesca del ritratto: l’opera costituisce un punto di partenza prezioso per approfondire questo aspetto dell’attività del maestro, il più ambito ritrattista del Cinquecento per la sua capacità di avviare il genere artistico verso il controllato verismo del ritratto personale, sorretto dalla solida matrice disegnativa fiorentina. La selezione di ritratti intende portare a Gaeta una piccola galleria di cardinali e aristocratici, integrata dal confronto con opere di coevi protagonisti del genere pittorico.
L’altro aspetto preminente che la mostra intende mettere a fuoco è quello relativo alla produzione d’arte sacra che qualifica il Gaetano come un apprezzato interprete dei principi ideali ed estetici della Controriforma, riuscito nell’intento di proporre i caratteri di un’arte religiosa di grande presa e successo. Porre a confronto per la prima volta i suoi dipinti consentirà di osservare le varie correnti che rifluiscono nella caratteristica “regolata mescolanza” (Michelangelo e Raffaello, Andrea del Sarto e Sebastiano dal Piombo, Tiziano, oltre agli arcaismi neoquattrocentisti.
Pulzone è impegnato in commissioni pubbliche per la Compagnia di Gesù e per i Cappuccini (a Roma e in Sicilia), quale autore di pale d’altare per chiese romane e napoletane, ideatore di veri e propri prototipi iconografici la cui fortuna si misura anche attraverso le repliche (le Assunte, ad esempio, il cui impianto compositivo deriva secondo Zeri da Andrea del Sarto, saranno replicate alla maniera pulzoniana sia nel Lazio che in Sicilia). L’esposizione presenta una selezione delle opere più facilmente trasportabili (sono state escluse per queste ragioni le pale di S. Silvestro al Quirinale e S. Caterina dei Funari, visibili sugli altari per i quali sono state concepite), in gran parte provenienti da chiese, musei e raccolte italiane, fatta eccezione per i dipinti di Besançon, Burgos, Londra, New York, Valencia e Vienna, per lo più noti ai soli specialisti dell’opera del maestro. La pala dell’Immacolata è tuttora visibile nel luogo dove è stata pensata da Scipione Pulzone, la Cappella del Sacramento nell’Istituto della SS. Annunziata di Gaeta. Nelle sale del Museo Diocesano di Palazzo De Vio prenderà invece posto la selezione delle opere secondo l’articolazione in sezioni (Gli esordi del pittore; Ritratti di gentildonne; La nuova icona; L’arte sacra; La committenza medicea; Scipione Pulzone e Marcantonio Colonna; I Ritratti dei pontefici e della famiglia Boncompagni).
Tra gli obbiettivi che il progetto espositivo si pone vi è il tentativo di verifica costruttiva dell’opera pulzoniana: a causa della fama di Scipione come ritrattista, ad esempio, molti altri dipinti coevi, realizzati secondo un linguaggio pittorico più o meno simile, gli sono stati riferiti. Molte di queste attribuzioni alla luce degli studi più recenti appaiono meno sostenibili; la mostra offre l’opportunità di una rassegna che facilita la visione congiunta di un considerevole numero di dipinti del catalogo del pittore di Gaeta (molti di essi firmati e datati), conservati in luoghi diversi, riuniti e messi a confronto per la prima volta secondo il criterio tematico e cronologico. Alcune opere di incerta autenticità e scarsa o nulla risonanza negli studi specifici possono essere in questa sede confrontate agli originali e sottoposte ad un vaglio critico.
L’autore
Nato a Gaeta nel 1545, Scipione Pulzone riceve la sua prima formazione letteraria e artistica nella città natale, ma certamente risentendo degli orientamenti della cultura artistica napoletana. Intorno al 1566 è a Roma: nel 1567 è registrato presso l’Accademia di San Luca. Un primo viaggio napoletano data al 1572, su chiamata di Don Giovanni d’Austria; l’anno successivo, di nuovo a Roma, è accolto nella cerchia dei Colonna, introdottovi da Marcantonio II al ritorno dalla vittoria di Lepanto. Dipinge ritratti e quadri di soggetto sacro per le più influenti famiglie dell’Urbe e negli anni Ottanta inizia la serie delle commissioni pubbliche (per i Gesuiti e per i Cappuccini, ai quali è destinata la celebre Assunta oggi a Ronciglione ma ideata per la chiesa di S. Maria della Concezione a Roma, e le due pale per i conventi cappuccini di Milazzo e Mistretta in Sicilia). Nel 1584 è a Firenze, attivo come ritrattista presso la famiglia granducale, e in seguito ancora a Napoli; nel 1587 per San Domenico a Gaeta dipinge l’Annunciazione attualmente conservata a Capodimonte. Le opere della maturità artistica di Scipione Pulzone sono rappresentate da una serie dei dipinti di soggetto religioso (Assunta di San Silvestro al Quirinale, Sacra Famiglia Borghese, Madonna della Divina Provvidenza, Crocifissione della Vallicella e, ultima pala firmata, Assunta di Santa Caterina dei Funari), e da quadri che testimoniano l’inesausta, perfezionata, vena ritrattistica. Scompare a Roma poco più che cinquantenne nel 1598.
Approfondimenti
Arte e fede nell’età di Scipione Pulzone: Gaeta e il suo patrimonio d’arte
Con la collaborazione dell’Arcidiocesi e dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Gaeta, quale cornice alla mostra monografica si propone un intenso programma di visite che guideranno gruppi, su prenotazione, nei luoghi dell’esposizione e nelle numerose chiese del territorio gaetano con diverse proposte tematiche, con particolare riferimento alla cultura pittorica sviluppatasi a Gaeta nel secolo di Scipione Pulzone: Andrea Sabatini, Gian Filippo Criscuolo, Francesco Curia.
Tema portante dell’iniziativa è infatti la riscoperta dell’intensa stagione culturale e artistica vissuta dalla città di Gaeta nel XVI secolo favorita da fattori concomitanti (il cardinale Tommaso De Vio incoraggia la chiamata di esponenti del rinascimento napoletano, romano, toscano, lombardo, tedesco e fiammingo; la presenza di vescovi e comandanti militari spagnoli contribuisce a potenziare il mercato artistico; Carlo V investe ingenti somme per ambizioni progetti di costruzione delle mura urbiche; la vittoria di Lepanto rafforza la posizione strategica della città, dove fioriscono sodalizi e confraternite). La vicenda artistica del Gaetano prende avvio, nella seconda metà del secolo, nel prospero e còlto clima di questa vivace città ad esponente “mediterraneo”.
Altro aspetto da valorizzare è quello che lega la vicenda artistica del Pulzone alla committenza dell’ammiraglio della Sacra Lega Marcantonio Colonna (ritratto dal pittore gaetano a figura intera e a mezzo busto), protagonista della vittoria di Lepanto celebrata proprio a Gaeta dallo stesso Colonna che qui ricevette da Gregorio XIII lo Stendardo benedetto, affidato alla città in custodia perpetua.