Sconfinamenti – Le Corbusier a Venezia

Informazioni Evento

Luogo
IUAV - EX COTONIFICIO VENEZIANO S. MARTA
Dorsoduro 2196, Venezia, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Il
Vernissage
22/11/2016

ore 9.30

Curatori
Esther Giani
Generi
incontro - conferenza

“Ricognizioni di Frontiera: opere di Le Corbusier” è il titolo del progetto scientifico di Esther Giani selezionato per le attività espositive e culturali Iuav “Le Frontiere dell’Architettura”, da cui la mostra Sconfinamenti e la giornata di studio a chiusura.

Comunicato stampa

SCONFINAMENTI LE CORBUSIER A VENEZIA
giornata di studio
22.11.2016 ore 9.30
cotonificio, auditorium

“Ricognizioni di Frontiera: opere di Le Corbusier” è il titolo del progetto scientifico di Esther Giani selezionato per le attività espositive e culturali Iuav “Le Frontiere dell’Architettura”, da cui la mostra Sconfinamenti e la giornata di studio a chiusura.
Le esperienze pittoriche di Le Corbusier acquistano un ulteriore significato oggi, se consideriamo l’abnorme sviluppo della rappresentazione digitale e la perdita di contatto, soprattutto tra le ultime generazioni, con l’espressione grafica. Proprio questa ostinata evocazione delle forme attraverso l’immersione in una pratica artistica, sembra essere una lezione che arriva dai bordi estremi della disciplina, da un fronte dimenticato, attraverso la sconfinata produzione del protagonista assoluto dell’architettura del Novecento.
La produzione grafica, pittorica e plastica di Le Corbusier è parte integrante della sua esperienza di progettista; i temi compositivi che sviluppa attraverso le opere esposte in mostra, ripropongono figurazioni e combinazioni compositive che molti sapranno riconoscere come presenti nelle sue architetture. La tecnicità dei collages e della stessa pittura è quella propria di un artista visivo, vale a dire di un architetto. Soltanto il tempo e il conseguente distacco critico, hanno permesso di riconoscere a questo aspetto della sua produzione un ruolo e una qualità non marginale, del tutto autonomo seppur strettamente connesso con la sua esperienza progettuale.
Ruolo e qualità che saranno rilette e raccontate dai relatori durante la giornata di studio. Provando a ritracciare un segmento della Recherche Patiente di Le Corbusier, Esther Giani porta allo Iuav – dopo quasi trent’anni – delle opere di arte visiva e plastica ordinandole per tema e chiama docenti Iuav e studiosi formati nei dottorati Iuav, a raccontare, così da evidenziare, la continua e quasi ostinata ricerca di quello spazio indicibile tanto agognato da Le Corbusier.

Le Corbusier e Venezia. La mattina è dedicata a riflessioni sul lavoro di le Corbusier per Venezia.
L. Ciacci mostrerà un Le Corbusier capace di raccontare e raccontarsi anche attraverso l’uso del video. Una serie di frammenti di documentari per riflettere sull’uso dei media e sulla attualità della comunicazione del progetto di architettura. A. Foscari racconterà il “suo” Le Corbusier: quando, studente Iuav, lo conobbe nell’aprile del 1965 in occasione della mostra del progetto dell’Ospedale Civile di Venezia. Sarà invece F. Purini a parlare del progetto disegnato da Le Corbusier e della venezianità dell’architetto.

Venezia (lo Iuav) e Le Corbusier. Il pomeriggio è affidato a dottori di ricerca Iuav i quali, attraverso ricerche molto puntuali e da temi disciplinari specifici offrono letture inedite e preziose del lavoro e delle ricadute di Le Corbsuier. La letteratura dimostra che Le Corbusier sperimenta l’utilizzo di forme organiche, le loro matrici geometriche, le opportunità plastiche che possono rivelare, attraverso l’esperienza pittorica, in un arco di tempo assai ampio e con una libertà che il progetto architettonico non potrebbe consentirgli. I ricercatori tesseranno fili che il moderatore, Giovanni Marras – docente Dacc e del dottorato veneziano – saprà intrecciare per proporre una lettura diversamente critica dell’autore. L. Shubert, attivo nella salvaguardia di Venezia, offrirà una lettura dell’importante rapporto di Le Corbusier con l’antico. G. Scavuzzo, raffinato docente di architettura degli interni, racconterà dell’arte combinatoria, della composizione e del corollario simbolico di un Le Corbusier maturo e consapevole della rivoluzione avviata dal suo lavoro. A. Mozzato, noto nel dibattito contemporaneo per l’acume di interpretazione, ripercorrerà la costruzione della forma in Le Corbusier tra astrazione e figurazione. Il passaggio di P. Martinelli, giovane ricercatore Dacc, riporterà le riflessioni precedenti sul piano architettonico e urbano grazie allo studio di casa Curutchet a La Plata (Argentina), vero e proprio dispositivo urbano. Infine D. Antonini, attenta studiosa di Ronchamps e dell’arte plastica di le Corbusier proporrà una riflessione critica e inedita del rapporto scultura e architettura nell’opera di Le Corbusier con riferimenti a Venezia.

E.N. Rogers in «Casabella continuità» n.274/1963 scrive del «sogno a occhi aperti», con riferimento alla mostra a Palazzo Strozzi (1963): «Quando Le Corbusier parla della Synthèse des arts majeurs, egli non formula una dottrina astratta, bensì rispecchia fedelmente quanto si è avverato nel suo animo (…) qui le antinomie dell’arte pura e dell’arte applicata hanno raggiunto la soluzione dialettica nella esperienza di un solo artista.»
Lo stesso Le Corbusier in uno testo del 1952, Plastica e poetica, pubblicato nel V volume della Opera Completa (utilizzando la terza persona) scrive: «Le Corbusier nel periodo denominato “purista” non si rende conto che i suoi quadri rappresentano una parte fondamentale della conquista di forme attuali per la plastica architettonica. (…) Tra le forme architettoniche, nate dal cemento armato, e dai suoi portati, e le forme della sua pittura, la simultaneità diviene completa. Lo spirito delle forme anima i suoi quadri come la sua architettura e la sua stessa urbanistica.»
L’incontro con questa produzione pittorica, con le interpretazioni di affermati docenti ricchi di esperienza e con le ricerche specifiche dei giovani studiosi, offre l’opportunità per riflettere sulle pratiche compositive, sulla estetica del moderno, sulla necessità di bello che la società tutta esprime e sulla eredità di un nuovo umanesimo.

Biografie dei relatori (in ordine di apparizione)
Leonardo Ciacci (1952). Per Sconfinamenti. Opere di le Corbusier a Venezia ha curato il video che raccoglie frammenti di documentari di e su Le Corbusier. Vive e lavora a Venezia, professore associato, insegna Urbanistica e Teorie dell'Urbanistica presso il Dipartimento di Architettura Costruzione Conservazione (Dacc) dello Iuav Iuav di Venezia. La sua attività di ricerca è rivolta in particolare alla elaborazione, rappresentazione e comunicazione filmata del progetto urbanistico. Dal 1999 è editor della rubrica: Archive-Multimedia-Movies, in planum.net. Dal 2001 è responsabile Scientifico della Videoteca Iuav e dal 2008 è membro del Comitato tecnico Scientifico diUNIonLINE Fondazione universitaria per la didattica a distanza.
Tra le consulenze esterne si ricordano il piano Territoriale di Coordinamento Provinciale Provincia di Venezia, Settore Pianificazione Territoriale e Urbanistica, Venezia 2007; revisione del Piano Territoriale Regionale di Coordinamento, Attività coperta da convenzione Università IUAV-Regione del Veneto, - La Regione del Veneto - Segreteria Regionale al Territorio, Venezia 2004.
Tra le sue ricerche: Testimonianze filmate della figura e dell’opera di Giovanni Astengo (2004-2008); Venezia, il racconto filmato di una città (2003-2004); La trasformazione dell’immagine della “campagna metropolitana” in Veneto (2000-2004); La modernizzazione della città tra le due guerre, nella propaganda filmata dell'Istituto LUCE (1990 - 2003).
Tra le sue pubblicazioni: Giovanni Astengo. Urbanista militante, DVD, durata 80 min. Università IUAV di Venezia 2008; (a cura di) Cinema e fotografia per la storia della città, “Storia Urbana” vol. n.111, 2006; La campagna che si fa metropoli. La trasformazione del territorio veneto, dvd + libro, Iuav- Inu- Regione del Veneto, Venezia 2005; - (a cura di), La Fenice ricostruita.1996/2003 Un cantiere in città, Marsilio, Venezia 2003, p. 250, in ed . ital. e ing.; (a cura di) Venezia è una città. Un secolo di interpretazioni del cinema documentario, Marsilio, Venezia 2004; Progetti di città sullo schermo. Il cinema degli Urbanisti, Marsilio, Venezia 2001; (con L. Tiberi), Roma di Mussolini, DVD film, 87 min. Istituto Luce, Roma 2003;

Antonio Foscari (1939) veneziano, attento proprietario della villa palladiana La Malcontenta, ha conosciuto personalmente Le Corbusier per il quale ha allestito la mostra veneziana come studente Iuav volontario, divenendo – dopo Mazzariol – interlocutore preferenziale dello svizzero dal 1964.
Foscari è stato docente ordinario di storia dell’architettura allo Iuav, ha ricoperto molte cariche nelle più importanti associazioni culturali veneziani (fondazione Venezia, Querini Stampalia, Toruing club, Polymia Venezia, Presidente dell’Accademia di Belle Arti di Venezia) e fino al 2011è nel Consiglio di Amministrazione de l’Etablissement du Musée du Louvre.
Nel corso degli anni è stato inoltre Componente del Comitato Tecnico del Magistrato alle Acque di Venezia; Presidente della Commissione Edilizia del Comune di Venezia; Sindaco dell’Ente Autonomo “La Biennale di Venezia”; Componente del Consiglio dell’Associazione dei Musei e dei Monumenti di Venezia; Componente del Senato dell’Ateneo Veneto; Presidente dell’Associazione Dimore Storiche Italiane, Sezione Veneto; Presidente per venticinque anni della Alliance Française di Venezia; Componente della commissione Salvaguardia di Venezia; Componente del Consiglio di Amministrazione dell’Associazione Civita (Roma). Ha ricevuto nel 1989 l’Ordre des Arts et des Lettres de la République Française, nel 1990 la Legion d’Honneur de la République Française, nel 2000 il Premio “Villa Veneta per il restauro”. Dal 2003 è commendatore al merito della Repubblica Italiana; dal 2010 Direttore Onorario dell’EcoMuseo “Le Terre del Brenta”, Mira; dal 2015 Socio Onorario e componente del Comitato Scientifico dell’Associazione
Ville Venete, e Socio Onorario della Accademia Olimpica di Vicenza. Autore di molti scritti e di numerosi studi sull’architettura rinascimentale. FRESCOS within Palladio’s Architecture (2013) pubblicati presso Lars Müller Publishers, e Tumulto e Ordine. Malcontenta 1924-1939 (2013) pubblicato presso Mondadori.
Andrea Palladio: Unbuilt Venice (2010); Tumult and Order: Malcontenta 1924–1939 (2012) e Armonia e Conflitti: La chiesa di San Francesco della Vigna nella Venezia del Cinquecento, Einaudi (1983), scritto con Manfredo Tafuri.

Franco Purini (1941) protagonista assoluto della stagione dell'“Architettura Disegnata”, in Italia, che ha segnato la cultra architettonica internazionale fin dagli anni '70, è uno dei più importanti architetti di fama internazionale per il suo contributo alla dimensione teorica del progetto di architettura. Attraverso i suoi scritti, i suoi disegni, i progetti e le opere realizzate ha dato vita a un universo di riferimento in cui le certezze e le prese di posizione vengono costantemente mese alla prova della sua critica sistematica, di spietata lucidità. Il lavoro e impegno di Purini ha influenzato l’ambiente internazionale sviluppando con chiarezza esemplare le questioni teoriche e figurative del dibattito disciplinare.
Nel 1966 Franco Purini ha aperto uno studio a Roma con Laura Thermes dando origine a un lungo e produttivo sodalizio segnato da un’intensa attività progettuale fortemente votata alla sperimentalità sui temi del progetto in rapporto alla rappresentazione, alla città e al paesaggio. L’attività congiunta dei due progettisti, che sono considerati fra i principali esponenti del neorazionalismo italiano, è stata oggetto di riflessione in alcune monografie non solo nazionali.
Purini ha frequentato la Facoltà di Architettura di Roma negli anni ’60, segnati dall’insegnamento di Bruno Zevi e Ludovico Quaroni, con il quale si è laureato nel 1971, lavorando nel contempo dal 1964 al 1968 nello studio di Maurizio Sacripanti e dal 1968 al 1973 con Vittorio Gregotti. Professore ordinario dal 1981, la sua attività didattica lo ha visto impegnato dal 1977 nell’insegnamento del Disegno e della Composizione architettonica in diverse università italiane (a Reggio Calabria, a La Sapienza di Roma, al Politecnico di Milano, ad Ascoli Piceno, all’Istituto Universitario di Architettura di Venezia e, infine di nuovo, a Roma). Dal 1985 è professore onorario del C.A.Y.C. (Centro de Arte e Comunicaciòn) di Buenos Aires, dal 1989 membro dell’Accademia Nazionale di San Luca e. dal 2000 dell’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze. Nel 1983 ha ricevuto la Targa d’Argento dell’Unione Italiana per il Disegno, nel 1984 il Premio dell’Associazione Critici d’Arte Argentini, nel 1985 il Leone di Pietra della Biennale di Venezia, nel 1983 il Premio Grotta di Tiberio per l’architettura, nel 2008 a Napoli il Premio Sebetia per l’architettura. Nel 1983 la Targa d’Argento e nel 2011 la Targa d’oro dell’Unione Italiana per il Disegno. Nel 2013 la Presidenza della Repubblica Italiana gli ha conferito la Medaglia d’oro di Benemerito della Scuola, della Cultura e dell’Arte. Nel 2016 gli è stata conferita la Medaglia d’Oro alla Carriera dalla Triennale di Milano.
Franco Purini ha presentato le sue idee sull’architettura in cicli di conferenze e seminari in molte università nazionali e straniere. Ha coordinato workshop progettuali oltre che in Italia a Syracuse, La Plata, Hannover. Suoi testi, saggi, libbri sono esemplari e tradotti in molte lingue.

Pomeriggio

Giovanni Marras (1963). Dal 2014 professore associato di Composizione Architettonica e Urbana presso il Dipartimento di Architettura Costruzione Conservazione DACC dell’Università Iuav di Venezia.
Laureato in architettura nel 1989 presso Università IUAV di Venezia.
Dottore di Ricerca in Composizione Architettonica nel 1993 presso Università IUAV di Venezia.
Dal 1994 al 2004 è ricercatore in composizione architettonica e urbana presso Università IUAV di Venezia.
Dal 2004 al 2014 professore associato di composizione architettonica e urbana presso la Facoltà di architettura dell’Università degli Studi di Trieste.
Dal 2010 membro del Collegio dei Docenti del Dottorato di Ricerca in Composizione Architettonica presso Università IUAV di Venezia.
L’attività di ricerca assume il punto di vista della composizione architettonica in rapporto alle altre discipline che si integrano nel processo di costruzione dell’architettura con un particolare interesse per il ruolo dell’eredità culturale e dei valori identitari nel progetto di architettura, nelle relazioni complesse con la città e il paesaggio nella fenomenologia del contemporaneo.
Principali pubblicazioni sono: “Iconismo e “forma limite”: il riciclo come ipotesi di ricerca per l’abitare”, in La Casa. Forme e luoghi dell’abitare urbano, Skira, Milano, 2013; “Riabitare la fabbrica: proposte di riciclaggio architettonico per il Distretto della Sedia”, in Oltre le fabbriche. Visioni evolutive per il Distretto della Sedia, EUT, Trieste, 2012; “Architettura, memoria, invenzione. Attualità di Ernesto Nathan Rogers”, in Ernesto Nathan Rogers 1909-1969, Franco Angeli, Milano, 2012; Grande fiume piccole architetture. Laboratorio_GORIZIA, EUT, Trieste, 2011; Giuseppe Samonà e la scuola di architettura a Venezia. Appunti per una biografia intellettuale, a cura di Giovanni Marras e Marko Pogatcnik, Edizioni il Poligrafo, Padova, 2006.

Leo Schubert, è partner dello studio veniceteam fondato con Verdiana Durand de la Penne nel 2012. Impegnati in progetti di restauro e trasformazione di manufatti storici, lavorano a livello internazionale. Tra i loro committenti ci sono l'Aga Khan Trust for Culture con sede a Ginevra, la Fondazione Giorgio Cini a Venezia, la Solomon Guggenheim Foundation di New York, la Apollo Foundation di Londra e il Venice in Peril Fund.
Dopo il dottorato in Storia dell’architettura presso lo Iuav, Leo Schubert è stato docente presso la VIU (Venice International University) e ha tenuto conferenze e seminari all' École Polytechnique Fédérale de Lausanne, la Columbia University New York, Chandigarh (per UNESCO), la Technische Universität Aquisgrana, il General Directorate of Antiquities and Museums di Aleppo, la Fondation Le Corbusier di Parigi, la facoltà di architettura di Udine e presso lo IUAV di Venezia.
Schubert è autore di saggi sul restauro e la documentazione di siti storici e sulle architetture di Le Corbsuier e Otto Wagner. Nel 2005 è stato insignito del premio Ackerman-Balzan per la Storia dell’Architettura.

Giuseppina Scavuzzo, ricercatrice in Composizione architettonica e urbana presso il Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell’Università degli studi di Trieste, coordina il Laboratorio di Progettazione architettonica III del Corso di Laurea Magistrale a ciclo unico in Architettura, ed è titolare del corso di Architettura degli interni e del corso di Composizione architettonica 3.
Laureata con lode presso l’Università Iuav di Venezia nel 1999, nel 2004 ha ottenuto la Borsa per giovani ricercatori della Fondation Le Corbusier di Parigi, per la ricerca Le Corbusier à Cap-Martin: l’architecture, la vie et les réflexions dans le pett cabanon.
Nel 2005 ha conseguito il titolo di Dottore di ricerca in Composizione architettonica presso l’Università Iuav di Venezia, con la ricerca Simbolo e composizione architettonica, Le Corbusier 1952-1965. Gli esiti della ricerca sono in parte raccolti nel saggio Iconostasi, la forma e i segni, pubblicato in Memoria, ascesi, rivoluzione. Studi sulla rappresentazione simbolica in architettura, a cura di Luciano Semerani (Marsilio 2006).
Dal 2010 è redattore della rivista Festival dell'Architettura Magazine di cui ha curato il numero Rivelare e rigenerare. Simbolico iconico e figurativo in architettura, maggio 2013, e il numero Costruire è/e costruirsi. Il complesso rapporto tra architettura e educazione, settembre 2016.
Ultime pubblicazioni: John Hejduk o la passione di imparare, in John Hejduk, a cura di L. Amistadi e I. Clemente, Aión, Firenze 2016, e I Pregiudicati, a cura di Renato Rizzi, Susanna Pisciella e Giuseppina Scavuzzo, Mimesis, Milano 2016.

Alioscia Mozzato si laurea presso lo Iuav id Venezia nel 2004, ove consegue il titolo di nel 2013 con una tesi su Le Corbusier un cui estratto è parte degli atti del convegno Le Corbusier 50 years later con il paper Le Corbusier and the Lection of the gondola. Collabora ad attività didattica e alla ricerca con Eleonora Mantese allo Iuav e con Cristina Pallini al Politecnico di Milano. Esercita la professione di architetto partecipando a diversi concorsi di progettazione nazionali e internazionali. Affronta tematiche relative all'abitare economico popolare e attualmente si occupa dei processi di trasformazione delle forme e dei luoghi della produttività contemporanea. In ambito accademico sviluppa ricerche sui rapporti tra arte figurativa, architettura e città in particolare nella ricerca plastica di Le Corbusier e nella post-modernità. Una riflessione sulle analogie e differenze tra il paradigma teorico e urbano anglosassnone e quello italiano è stata pubblicata nel « Bucharest University of Architecture journal» con il titolo Reyner Banham and Aldo Rossi two possible urban images of the second machine age. Edito da Aracne il suo ultimo libro (2015), Le forme possibili del riciclo, affronta il delicato tema del Nord-Est e il radicale cambiamento del mondo produttivo che ha determinato situazioni di abbandono di architetture e pezzi di territorio la cui identità e funzione sembra essersi esaurita, sviluppando riflessioni sul ruolo del progetto di architettura che, nell’affrontare queste specifiche tematiche, riflette sulle possibili metodologie operative del ri-ciclo, ponendosi l’obbiettivo di ri-generare, ri-fondare, ri-concettualizzare il significato stesso delle forme, degli spazi e delle funzioni delle aree produttive contemporanee. Vive e lavora a tra Venezia e Losanna

Patrizio M. Martinelli, architetto e dottore di ricerca in Composizione architettonica presso lo Iuav con una tesi sull’opera di Le Corbusier, svolge attività didattica e di ricerca presso l’Università Iuav di Venezia, la Münster School of Architecture e la Escuela de Arquitectura de Toledo. Le sue ricerche riguardano l’architettura della Casa dell’Uomo e recentemente lo studio dei fenomeni di rigenerazione urbana e architettonica.
Fra le sue pubblicazioni: La seconda natura. Paesaggi, elementi, architetture, Libria 2016, Machinae Compositive (con A. Dal Fabbro), Arcari 2016, Urban regeneration and strategies of intervention. A project for Münster’s harbour, Libria 2015, La costruzione di interni domestici, Iuav 2012, la cura dei volumi Fare centro. Progetti per il centro città di Mestre, Marsilio 2009, Architetture di Mart Stam 1924-1933 (con A. Dal Fabbro), Il Poligrafo 2010 e Progetto Porto Marghera. Da prima zona industriale a quartiere urbano della città metropolitana, Marsilio 2012. Esiti delle sue ricerche presso lo Iuav sono inoltre raccolte nei tre volumi La Casa, Skira 2008/2011/2013. Svolge attività professionale come architetto e illustratore e partecipa a concorsi nazionali e internazionali.

Debora Antonini vive e lavora a Venezia. Laureatasi allo Iuav con una tesi sul Cinquecento milanese (relatore prof. Howard Burns), ha poi affrontato, in sede di dottorato, svoltosi sempre a venezia (tutor : prof. Marco De Michelis), la storia dell’architettura contemporanea ricostruendo problematicamente le relazioni tra architetto e committenza nel caso della cappella di Notre-Dame-du-Haut a Ronchamp. Il lavoro di ricerca sulla nota cappella l’ha portata a occuparsi, in diverse occasioni, della figura di Le Corbusier interrogandone opere e pensiero.
Un altro filone di ricerca si è aperto a seguito delle collaborazioni con il Comune di Venezia relativamente alla storia più recente della Città, alla storia delle sue trasformazioni tra XIX e XX secolo, filone di ricerca ancora oggi in essere e in attesa di possibili ulteriori esplorazioni.
Oltre alla collaborazione a riviste di architettura («Casabella», «Il Giornale dell’Architettura»), alla partecipazione a convegni, e alla produzione di scritti – relativamente a Le Corbusier ha pubblicato diversi saggi soprattutto all’estero (Francia, Spagna, Giappone) – ha curato, per le Edizioni Electa, la traduzione delle lettere scambiate tra Le Corbusier e Perret, nonché l’opera più misteriosa dell’architetto franco-svizzero: Le poème de l’Angle droit. Attualmente è impegnata nella scrittura di una monografia dedicata a Le Corbusier e Ronchamp. Dal 2010, offre consulenza nell’ambito della Storia dell’Architettura, a Fondazioni, a enti pubblici e a privati.