Sculture da ridere

Informazioni Evento

Luogo
FONDAZIONE CARISBO - PALAZZO SARACENI
Via Farini 15, Bologna, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

martedì – domenica, ore 10 – 19

Vernissage
19/06/2013

ore 18

Biglietti

ingresso libero

Patrocini

I patrocini sono della Regione Toscana, della Provincia di Arezzo, della Fondazione Carnevale di Viareggio e il sostegno e la collaborazione di Edizioni Fioranna, Accademia di Belle Arti di Bologna - Scuola di Restauro, Unipol Assicurazioni.

Curatori
Alfonso Panzetta
Uffici stampa
ILOGO
Generi
arte contemporanea, collettiva, arte moderna

Il percorso espositivo comprende 170 opere che vanno della fine dell’Ottocento agli anni Novanta del Novecento tra terrecotte, bronzi, gessi, disegni e dipinti di una quindicina di artisti.

Comunicato stampa

Dal 20 giugno al 22 settembre 2013 – vernissage mercoledì 19 giugno ore 18 – le sale di Casa Saraceni, sede della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, via Farini 15, ospitano la mostra “Sculture da ridere. Da Adriano Cecioni a Quinto Ghermandi. Tra Ottocento e Novecento, un secolo di caricatura e satira nella scultura italiana”. La mostra è curata da Alfonso Panzetta, direttore scientifico del Cassero per la scultura italiana dell’Ottocento e del Novecento di Montevarchi (Ar). Un museo civico riconosciuto dalla Regione Toscana come centro culturale di eccellenza che ha svolto un meticoloso lavoro di ricerca in questo campo della scultura fino ad oggi quasi del tutto sconosciuto e che ha ospitato la mostra fino al 19 maggio. Il percorso espositivo comprende 170 opere che vanno della fine dell’Ottocento agli anni Novanta del Novecento tra terrecotte, bronzi, gessi, disegni e dipinti di una quindicina di artisti. Di alcuni di questi la produzione “caricaturale” era del tutto ignorata e sono stati trovati consistenti nuclei totalmente inediti come le piccole statue sui protagonisti della Prima Repubblica in terracotta policrome dell’artista bolognese Quinto Ghermandi, uno dei grandi protagonisti della scuola informale italiana, opere che hanno ancora un loro potere rivoluzionario e raro che la scultura ufficiale non possiede. L’artista mette a nudo, deridendola ferocemente, tutta una classe politica che ha fatto parte della nostra storia recente e a lui contemporanea.

Un importantissimo nucleo di 60 pezzi che raffigurano personaggi come, tra gli altri, Nilde Jotti, Enrico Berlinguer, Ciriaco De Mita, Giulio Andreotti, Giorgio Napolitano, Sandro Pertini, Achille Occhetto, Bettino Craxi, Amintore Fanfani, Giovanni Spadolini e un giovane Antonio Di Pietro ancora in toga, ma anche sindacalisti come Carniti, Lama e Benvenuto e gli esponenti della cultura e dell’industria come Antonio Zichichi e Gianni Agnelli. Caricature deformi di politici ladri, sbavati di rossetto, colti su un divano di postribolo, “fantasmi” nudi e paludati difesi unicamente dai loro organi genitali che hanno costretto gli organizzatori a riservare questa sezione ad un pubblico adulto. Ci sono poi le opere di Umberto Tirelli, modenese che ha vissuto a lungo a Bologna. Grande disegnatore di caricature per i più importanti periodici italiani tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, è presente con venti caricature in terracotta dipinta, tutte assolutamente inedite, tra le

quali quelle di Giosuè Carducci, Guglielmo Marconi, Eleonora Duse, Emma Gramatica e Primo Carnera. Tavole colorate e un grande dipinto inedito raffigurante il “Caffè Nazionale di Bologna”, popolato delle caricature di personaggi e artisti della Bologna degli anni Venti del Novecento. Spazio anche a Cleto Tomba, protagonista della scena artistica bolognese sempre di quel periodo, di cui sono state selezionate una trentina di terrecotte policrome di grande effetto, anche queste molte inedite. Tra le altre opere esposte una dozzina sono dei macchiaioli Adriano Cecioni e Angiolo Tricca tra terrecotte policrome e tavole caricaturali e poi anche Leonardo Bistolfi, Enrico Caruso, Ettore Ximenes, Felice Tosalli, Giuseppe Renda, Timo Bortolotti, Rodolfo Castellana, Amilcare Guido e Renato Brozzi. La mostra è organizzata dal Comune di Montevarchi, Assessorato alla Cultura, insieme all’Associazione “Amici de Il Cassero per la scultura italiana dell’Ottocento e del Novecento”, Genus Bononiae e Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna, curata dal direttore scientifico del Museo Civico di Montevarchi Alfonso Panzetta. I patrocini sono della Regione Toscana, della Provincia di Arezzo, della Fondazione Carnevale di Viareggio e il sostegno e la collaborazione di Edizioni Fioranna, Accademia di Belle Arti di Bologna - Scuola di Restauro, Unipol Assicurazioni.