Scuri-chiari
Il quadro che viene a delinearsi in questo bel dialogo a tre, anche filosofico, è fatto di chiari e scuri in cui si tratteggiano visioni globali che coinvolgono tante delle componenti umane. La Natura, per alcuni filosofi, è considerata il punto di partenza per ricercare il Grande Mistero che la anima.
Comunicato stampa
Una ventina le opere esposte fra scatti di natura di Silvia Camporesi e tecniche miste di Luca Bellandi e Domenico Grenci.
Il quadro che viene a delinearsi in questo bel dialogo a tre, anche filosofico, è fatto di chiari e scuri in cui si tratteggiano visioni globali che coinvolgono tante delle componenti umane. La Natura, per alcuni filosofi, è considerata il punto di partenza per ricercare il Grande Mistero che la anima.
Gli artisti presi in considerazione per questa mostra, che segna la fine della stagione espositiva della Galleria L’IMMAGINE di Cesena prima della chiusura estiva, va a ricercare proprio sulle ragioni dell’anima, e lo fanno con i colori della terra e i bianchi dell’immaginazione, con l’eccezione di “ghost ballad”, l’unica opera di Bellandi, esposta in questo allestimento, che crea la diversità nel colore in un concetto di ricerca dell’anima simile alla Camporesi e Grenci.
Una parete minimal dedicata a Silvia Camporesi con i suoi piccoli-grandi lavori, ferma l’immagine su di un tempo sospeso e silenzioso, che può essere paesaggio o figura umana, trasportato alle nebbie fumose dell’immaginazione.
Il lavoro della Camporesi va ad indagare anche la tridimensionalità dell’immagine, utilizzando la tecnica del kirigami.
“Una ricerca della terza dimensione, come dice lei stessa, in alcune opere diventa tangibilmente fisica”; sono scatti montati ad angolo con inserite acquisizioni di elementi propri dell’arte programmata e concreta, diventando così una nuova ricerca nell’infinito viaggio del segno applicato alla fotografia. Queste nuove opere sono state presentate per la prima volta ad Art First a Bologna, successivamente in diverse città italiane. Un passo avanti nel concetto di arte ma che dimostra anche quanto fotografia e pittura si guardino e spesso vadano in prestito l’uno dell’altro.
Le pitture a bitume di Grenci, guardano eteree ed algide chi incontra il loro sguardo, hanno un’anima limpida, chiara nelle proprie emozioni, divenendo stimolo ad un confronto poetico, emotivo ed intellettuale. Sono ritratti di figure fragili ed inquiete, che non riescono ad esprimere per intero se stesse, intrappolate nella bellezza esteriore cui il mondo contemporaneo sembra relegarle. Sono memorie che riaffiorano, portando con se l’atmosfera rarefatta di ricordi che ci appartengono.
Grenci reduce dai successi dell’esposizione spagnola appena conclusasi, si ripresenta a noi con nuove e interessanti opere, tele e collages formati da carte diverse applicate a stratificazioni fino ad ottenere un’immagine di senso compiuto, inducendoci a pensare a ritagli di tempo che giungono alla nostra visione.
Anche l’opera sistemata nella vetrina della Galleria, significativa del lavoro di Luca Bellandi e della sua ricerca sulla bellezza femminile, rivela un’anima pura nell’affermare la propria libertà espressiva, che si connota tra una sfumatura di colore o tra le pieghe di un vestito. La sua pennellata fresca e veloce traccia sulla tela frammenti di poesia, evoca atmosfere fuggevoli di anime perse
L’opera pur rappresentando un personaggio femminile sembra quasi un autoritratto inconscio dell’artista stesso, è un’anima fantasma che ama la musica e i cani che la circondano sono guardiani perché quell’anima possa non perdersi mai.
Luca BELLANDI, artista livornese contemporaneo che negli ultimi anni ha raccolto successi e consensi attraverso una serie di mostre allestite fra Italia, Europa e Stati Uniti.
I suoi soggetti sono in particolar modo le figure femminili, muse eteree vestite di abiti che disegnano un corpo solo intuito, invitando in maniera irresistibile, con la loro sensualità latente, ad entrare nel proprio mondo, donne che si possono solo immaginare, definite tra pieghe di tessuti drappeggiati e sfumature di colore.
Silvia CAMPORESI
È sensuale la fotografia di Camporesi, artista forlivese contemporanea, con, al suo attivo importanti esposizioni nazionali ed internazionali. Cromatismi densi, texture pastose, luci morbide: il sacro che passa attraverso il corpo.
La ricerca di Silvia Camporesi è quella di ricreare un’atmosfera sacrale attraverso diverse combinazioni, creando visioni per le quali ognuno che guarda possa giungere ad una propria verità.
Domenico GRENCI, giovane artista calabrese, indaga, con l’utilizzo del bitume, l’universo femminile, sul senso della bellezza nella contemporaneità passando per sentieri che guardano da vicino varie esperienze legate alla storia dell'arte.
Volti come depositi di forme culturali e passionali, un intreccio tra memoria e oblio che mette in evidenza paradossi e conflitti, e sottilmente colpiscono chi guarda.
Dipinti che esprimono una sensibilità pittorica particolarissima, indagando la grazia di una passionalità appena passata che risale alla memoria.
Organizzazione: Maria Grazia Melandri