Sebastiano Bottaro – Svalbard
Una mostra personale di Sebastiano Bottaro.
Comunicato stampa
Un ricordo inventato, un freddo indesiderato.
Qual è il movimento che compie?
Il freddo lo Immaginavo avvolto in un movimento lento, de-costruito dal vento.
Non si è ancora dichiarato. Vento caldo, vento gelido. Sussurrano i testimoni che sia arrivato molto tempo fa.
Io non ci credo. Sembra ancora un bambino che tenta di camminare per poi sicuramente correre.
Cresce da solo, poco educato, soffia su tutto. Correndo sul mare si fa grande, e le sue guance sono forti.
Le intenzioni che lo muovono sono ludiche. Un gioco di cui non ho ben capito le regole. Un’espressione di potenza. Poi violento, rimane un campo spoglio, raso.
Un mito lo racconta sempre in movimento, mai fermo. Camminando scopro il segno del suo passaggio, scopro i campi su cui ha mosso il gioco.
Pochi ancora riescono a vederlo. Ed io non riesco a farlo.
Riesco solo a vedere questa nuova combinazione organica che si fa avanti da quel buco. Un desiderio inventato lo sposta verso l’esterno, intorno solo acqua.
Si è accorto di non essere solo.