Sebastiano Sofia – Ariel
Ariel, prima personale di Sebastiano Sofia ospitata da CAR DRDE, è un’indagine dichiarata sulla trasformazione e le potenzialità molteplici della materia scultorea, su i confini fragili tra natura e artificio, sul potere del desiderio.
Comunicato stampa
‘Noi fummo interi”, dice Platone, “e il desiderio dell'antica unità così come la sua ricerca ha per nome Eros” il quale cercando di far uno ciò che è due, “cerca di medicar l'umana natura”.
Ariel, prima personale di Sebastiano Sofia ospitata da CAR DRDE, è un'indagine dichiarata sulla trasformazione e le potenzialità molteplici della materia scultorea, su i confini fragili tra natura e artificio, sul potere del desiderio.
La Sirena, nella sua composizione mista di donna e pesce, è qui l'emblema della "fase transitoria" entro la quale tutto può accadere.
Il motore di questa metamorfosi è proprio quell'antico anelito, in una sua declinazione sofferta ma appassionata, dove la materia, amata e poi corrotta, viene continuamente discussa ma rimane intrisa di quell'aspettativa irrisolta che caratterizza il tentativo.
Il desiderio è instabile, capriccioso, Sofia lo incarna, è una forza alla quale lascia spazio, un'energia fluida che nella sua duplice natura di maligna e benigna si rivela sempre prolifica. In questo processo l'artista si pone come strumento intermedio, diviene egli stesso l'ibrido di cui vuol essere artefice.
La sua ricerca è ininterrotta, ha come meta principe il raggiungimento del 3 come somma di 1+1, la riscoperta dell'ente ermafrodita (femmina e maschio, carne e pesce) a cui si vuole restituire l'originaria dignità ontologica.
Come un inconsueto demiurgo Sofia si relaziona con l'opera che nel suo farsi rimane sempre aperta: scivolosa, quasi urticante, è una donna intrigante difficile da corteggiare, o un uomo schivo impossibile da avvicinare. La forma rimane sospesa, l'opera non è mai realmente conclusa, resta imperfetta ma vibrante, sfuggente, come la Sirena che morendo torna ad essere schiuma nel mare.
Valentina Lacinio per S.S.
Sebastiano Sofia (Verona, 1986. Vive e lavora a Venezia) si forma presso la NABA di Milano in Pittura ed arti visive con Marcello Maloberti, nel 2013 è selezionato per il programma di residenze Viafarini a Milano e per l’anno 2015 è artista in residenza presso la Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia.
Recentemente ha presentato il suo lavoro in diversi progetti di mostra tra i quali ricordiamo: ''Memorie'' a cura di Andrea Bruciati, Villa Manin di Passariano; ''Quello che il bruco chiama la fine del mondo'' progetto di Giorgio Fasol a cura di Denis Isaia, Galleria Riccardo Crespi Milano; ''Vis-art-Vis'' Art Verona a cura di Andrea Bruciati; ‘’Avere fame di vento. Progetto italiano’’ a cura di Pietro di Lecce, The Workbench Milano; Atelier Bevilacqua La Masa 2015. Mostra di fine residenza; ‘’One Minute of Truth’’ plus Gallery Brescia.