Sei artisti da collezione
Sei artisti da collezione e da collezionare, passati tutti dai grandi rendez-vous dell’arte, che siano Biennali o premi internazionali, ospiti in fondazioni e musei, attuano con il loro lavoro una delle migliori tracce rappresentative del nostro tempo, una scienza delle emozioni che sa avvolgere e portare con sé, emancipando da quella taccagneria visuale che l’eccesso da segnale digitale talvolta induce, tanto mancante di consistenza come abbondante di estensione.
Comunicato stampa
Sei artisti da collezione
La galleria Grafica Manzoni propone per l’inizio dell’estate, una collettiva irregolare e scintillante.
Infatti ha radunato nelle sue sale sei artisti contemporanei molto conosciuti, in Italia come all’estero, costruendo un affascinante habitat per far fiorire un diario visivo e tracciare il segno di un percorso innovativo, focalizzato sugli aspetti particolari e inesplorati dei lavori di ognuno di essi.
Un’ulteriore prospettiva sulle dinamiche dell’arte contemporanea fornite dalle recenti produzioni di Gianfranco Asveri, Sergi Barnils, Tommaso Cascella, Enzo Esposito, Giosetta Fioroni e Medhat Shafik.
Una ricca collettiva formata da circa cinquanta opere, la maggior parte di esse di grande formato, con un’opera originale a testa; un’avventura artistica in grado di fornire una fisionomia, una sembianza, un’espressione del contemporaneo, una misura della potenza comunicativa e linguistica dell’arte.
Le opere in mostra ospitano trame imbevute di memorie, di narrazioni, di sensibilità che reagiscono in modo quasi cutaneo alle sollecitazioni del mondo; c’è la particolarità, la risposta simbolica e figurativa, di ognuno degli artisti chiamati a raccolta. Le tele possiedono elementi capaci di intrecciarsi tra loro regalando energia e delizia, vive di colori riverberanti, di tensioni immobili, di pazienti camouflage, così irridenti e pastose in Barnils o reclusi e muti nelle serie geometrie di Cascella. Avventati e istintivi in Asveri i giochi si fanno contemplativi di memorie d’infanzia nelle tele della Fioroni, i cui cuori hanno precedenti più lontani di Koons e in sintonia con il grande protagonista della pop art americana degli anni ’60 Jim Dine.
Più enigmatiche e scultoree le opere di Esposito si specchiano con intenzione nei mediterranei granelli di sabbia dei quadri intimi, dal fascino prezioso e leggero, di Shafik.
Sei artisti da collezione e da collezionare, passati tutti dai grandi rendez-vous dell’arte, che siano Biennali o premi internazionali, ospiti in fondazioni e musei, attuano con il loro lavoro una delle migliori tracce rappresentative del nostro tempo, una scienza delle emozioni che sa avvolgere e portare con sé, emancipando da quella taccagneria visuale che l’eccesso da segnale digitale talvolta induce, tanto mancante di consistenza come abbondante di estensione.