Sei gradi di separazione
Sei gradi di separazione vede la messa in dialogo dell’opera di artisti contemporanei con alcune opere del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe di Villa Pacchiani, generando una “vicinanza” o di tipo formale o di contenuti o per modalità operative o per suggestioni.
Comunicato stampa
SEI GRADI DI SEPARAZIONE
Emanuele Becheri, Luca Lupi, Beatrice Meoni, Paolo Meoni, Fabrizio Prevedello, Eugenia Vanni
e opere
del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe di Villa Pacchiani
a cura di Ilaria Mariotti
inaugurazione sabato 12 novembre ore 17.00
Villa Pacchiani - Centro Espositivo
piazza Pier Paolo Pasolini Santa Croce Sull’Arno
dal 13 novembre all’8 dicembre 2011
Sabato 12 novembre alle ore 17.00 presso il Centro Espositivo Villa Pacchiani di Santa Croce sull’Arno si inaugura la mostra Sei gradi di separazione, un’iniziativa del Comune di Santa Croce sull'Arno. Assessorato alle Politiche ed Istituzioni Culturali con la sponsorizzazione di Cassa di Risparmio di San Miniato, Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato, LABOSTUDIO srl.
Sei gradi di separazione vede la messa in dialogo dell’opera di artisti contemporanei con alcune opere del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe di Villa Pacchiani, generando una “vicinanza” o di tipo formale o di contenuti o per modalità operative o per suggestioni.
La collezione consta oggi di oltre tremilaseicento pezzi, frutto di donazioni cospicue spesso effettuate generosamente in seguito ad esposizioni, ma anche da acquisizioni e donazioni fatte in relazione al Premio Santa Croce Grafica (biennale e a partire dal 2001) e al Premio Santa Croce Ex libris Piccola Grafica (biennale a partire dal 2006).
Tutto questo fa parte della storia di una collezione pubblica che si è intrecciata alla storia espositiva del Centro, agli artisti che qui hanno esposto, a relazioni con chi del Centro si è occupato; fa parte, anche, delle scelte effettuate in relazione a temperamenti e vocazioni di un territorio.
L’importanza dei pezzi singoli donati o acquisiti, del loro stare assieme in una collezione pubblica e che è il nucleo fondante per Sei gradi di separazione è anche quella determinata dalla loro capacità di “stare nel mondo” cioè di fornire continue occasioni di verifica, di stare all’interno di percorsi culturali, fornendo misure rispetto alla capacità di instaurare relazioni.
Il titolo della mostra cita la “teoria del mondo piccolo”, ipotesi formulata nel 1967 dal sociologo Stanley Milgram - anticipata nel 1929 in un racconto dello scrittore ungherese Frigyes Karinthy - secondo la quale persone nel Nebraska e nel Kansas potevano venire in contatto, anche senza conoscersi, coinvolgendo la sola rete di amici e conoscenti. Milgram verificò la teoria chiedendo ad un gruppo di volontari di far recapitare un pacchetto a persone che vivevano a migliaia di chilometri di distanza conoscendo il nome del destinatario alcune sue caratteristiche ma non l’indirizzo. Il pacchetto avrebbe potuto essere recapitato ad una persona conosciuta e che avesse buone possibilità di raggiungere il destinatario ultimo. In media, i passaggi necessari a consegnare il pacchetto furono tra cinque e sette.
I sei artisti invitati, Emanuele Becheri, Luca Lupi, Beatrice Meoni, Paolo Meoni, Fabrizio Prevedello, Eugenia Vanni costituiscono una sorta di riflessione sulle tematiche del gesto e della possibilità di lasciare traccia (come avviene nella grafica e nel disegno), della volontarietà e incisività dell’azione, della involontarietà dell’azione e della sua altrettanta incisività, in un colloquio che tende a favorire il pensiero divergente, così come lo ha inteso Joy Paul Guilford, e ad aprire scenari di problemi che non prevedano una ed una sola risposta possibile.
L’assenza di segno volontario nel video Glas di Emanuele Becheri propone allo spettatore, nell’affrancarlo dal cercare e comporre segni, una finestra di percezione ampia, un margine di interpretazione che si svincola dalla materialità dell’opera e dall’intenzionalità del gesto per porre quesiti sul tempo di realizzazione e tempo di percezione, sulla cronologia dell’opera nel suo farsi, tanto più se si ha a che fare con processi chimici che sono quelli propri di alcune tecniche calcografiche presenti in mostra.
Così nei trittici di Luca Lupi, che per uno dei lavori in mostra utilizza di nuovo un obiettivo puntato verso l’alto, lì dove l’opera si fa doppiamente di luce riguardo al contenuto e riguardo al mezzo e diventa una sperimentazione sulla casualità, sulla percezione e sullo scorrere del tempo.
Eugenia Vanni, artista che lavora sulla complessità della costruzione dell’immagine realizzata con tecniche diverse e sull’idea di incisione quale scultura, è presente in mostra con due stampe calcografiche da tagliere domestico. Il segno, che in cucina è netto e frutto di un’intenzionalità di ordine funzionale all’uso, qui diventa descrittivo, agito nella trasformazione del contesto e che, nell’utilizzo dei taglieri per la realizzazione di oggetti grafici, segna anche un limite alla stessa funzione d’uso.
Le sculture di Fabrizio Prevedello delimitano rifugi, ripari fragili a confronto di una natura che si suppone potente e che viene restituita attraverso una sintesi degli elementi basilari. I suoi lavori si relazionano di volta in volta con lo spazio inglobando tutta quella parte progettuale che è significativa nel confronto e nella relazione con il contesto.
Paolo Meoni presenta due stampe fotografiche e un video: le prime, dal titolo Stream e che fanno parte di una serie più ampia, si mostrano quali collages di negativi/positivi scansionati che generano un’immagine nuova. Questa, dai limiti non perfettamente percepibili, si presta a disegnare traiettorie rispetto ad una sorta di fisicizzazione della forma simbolica di prospettiva, all’interno di un gesto meccanico e non del tutto controllabile. Tale visualizzazione di linee prospettiche, nella complessità del movimento all’interno di contesti urbani, è significativa nel video Unità residenziale di Osservazione (vincitore del premio Terna 2010 nella sezione megawatt).
Le Talee di Beatrice Meoni utilizzano i libri come supporti, indipendentemente dal contenuto. Da essi germinano piccole architetture, paesaggi dai confini non perfettamente percepibili, forme. Linguaggi verbali e visivi si sovrappongono prendendo strade alternative, il secondo non necessariamente illustrazione del primo. L’oggetto libro diventa spazio e paesaggio.
Accanto alle talee un piccolo lavoro che parte da un’immagine fotografica. Una talea, questa, che ripropone la stessa circolarità del fotografare e dipingere in una germinazione di tecniche e linguaggi.
Queste presenze si mescolano alle opere della collezione del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe: i disegni di Renato Santini ((Viareggio, 1912-1995), esilissime architetture di reti stese sulla spiaggia della Versilia o riflessioni su edifici abbandonati; le corpose maniere nere di Alberto Rocco (Roma, 1935, vive e lavora a Torino); le acquaforti a più colori di Edgardo Abbozzo (Perugia 1937-2004), due taccuini di schizzi e alcuni disegni di Mino Rosi (Volterra, 1913-Siena, 1995), i segni di Lorena Pedemonte Tarodo (Santiago del Cile, 1969, vive e lavora a Milano).
Emanuele Becheri (Prato, 1973)
Tra le mostre personali: 2010 Impressioni,Galerija Gregor Podnar, Berlino; Hauntology, a cura di S.Cincinelli e C.Collu, MAN_Museo d'Arte Provincia di Nuoro, Nuoro 2009 Après Coup, a cura di S.Menegoi, Museo Marino Marini, Firenze 2008 Time out of joint ,a cura di M.L.Pacelli, Pac, Padiglione d'Arte Contemporanea, Ferrara; Shuffling the same card, Galleria Enrico Fornello, Prato.
Tra le mostre collettive: 2011 Genealogia#1 (con Carlo Guaita), a cura di L. Pratesi, Galleria Fuoricampo, Siena; L’evento immobile (Sfogliare il Tempo), a cura di S. Cincinelli, A. Sarri, C.Collu, Casa Masaccio arte contemporanea, San Giovanni Valdarno; LIVE, a cura di L. Beatrice e M. Bazzini, Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato 2010 Le Méthode graphique et autres lignes, a cura di J.Carrier e J.Neves, Galerie Edouard Manet, Gennevilliers, Paris (FR); Cimento dell’armonia e dell’invenzione:,or Drawing Machines, a cura di S. Menegoi, Galerija Gregor Podnar, Berlino; VideoREPORT ITALIA 2008-09, a cura di A. Bruciati, GC.AC, Monfalcone (GO); Linguaggi e Sperimentazioni,giovani artisti in una collezione contemporanea a cura di G. Verzotti, MART, Rovereto (TN); La Pesanteur et la Graçe, a cura di Eric de Chassey, Collège des Bernardins,Paris/Accademie de France à Rome, Villa Medici.
Luca Lupi nato a Pontedera (PI), 1970, attualmente vive e lavora a Fucecchio (Fi). Dal 1995 si dedica alla fotografia editoriale intrecciando l’attività professionale per enti ed istituzioni ai propri progetti di ricerca. Ha partecipato a mostre personali e collettive in Italia e all’estero tra cui: Viewpoint, Le Murate Firenze, Cina. Il sentimento dello spazio, Centro per l'Arte Contemporanea Otello Cirri, Pontedera, Pisa. Earthen Domes and Habitats, Nazional Museum of Aleppo, Syria e Museum of Byzantine Culture, Thessaloniki, Greece. A Chancing China, Galleria SESV, Facoltà di Architettura, Firenze. Intuizione e forma, Palazzo Migliorati, Accademia degli Euteleti, San Miniato, Pisa
Beatrice Meoni (vive e lavora a Sarzana) è un'artista visiva che opera attraverso varie tecniche, dalla pittura, all'installazione, dedicando gran parte della sua attività alla sperimentazione del rapporto tra testi letterari, immagine, suono e spazio.
Tra le mostre recenti: 2009 “Emergenze 7 “, Oed’ und leer das Meer con E. Carozzi e M. Boschi, La Spezia, La casa dell’ozio allestimento Fondazione Cassa di Risparmio della Spezia, Teatro della Tosse (Genova); 2010 inizia il ciclo Talee un lavoro di un anno in 12 librerie italiane; Una storia di uomini e numeri con Paolo Ranieri premio Exodus, CAMeC La Spezia; 2011 Premio Testimone di Pace, Ovada (Alessandria)
Paolo Meoni (vive e lavora a Prato)
Tra le mostre più recenti: 2011: L’evento immobile. Sfogliare il tempo, Casa Masaccio arte contemporanea, San Giovanni Valdarno, a cura di S. Cincinelli e A. Sarri; Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato e Padiglione Toscana della 54. Biennale di Venezia a cura di Vittorio Sgarbi; 2010 Passaggio a Prato, Galleria DieMauer, Prato, a cura di P. Gaglianò; Palinsesti 2010 - Storyboard, a cura di R. Del Grande e D. Viva, San Vito al Tagliamento; 32° Film festival mediterraneo di Montpellier; Il Caos #2 le migrazioni, Isola di San Servolo, Venezia, a cura di R. Gavarro; Playlist, - rassegna video - Galleria Neon, Bologna, a cura di S. Cincinelli; Asolo Film Festival XVIII edizione 2008 New Delhi: Urban Landscapes, Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato e Italian Cultural Institute - New Delhi, a cura di M. Bazzini
Fabrizio Prevedello (Padova, 1972) Vive e lavora in Versilia (LU)
Tra le mostre recenti: 2011 Meriggio a Carignano, a cura di Ludovico Pratesi, Villa al Console, Carignano (Lucca); Azimuth, Dolomiti Contemporanee - Laboratorio d'arti visive in ambiente, a cura di Alice Ginaldi, Sass Muss (BL), Grisaille, Margini arte contemporanea, Massa; Fa un po' freddo ma non preoccuparti, Brown Space Project, a cura di Luigi Presicce, Milano 2010 Rendere parole alle parole, Cardelli & Fontana, a cura di Luigi Cerutti, Sarzana; Letargo, con Adriano Nasuti Wood, Museo MAGra, Granara (PR); Sara Enrico/Fabrizio Prevedello. Less concreteness, MARS / Milano Artist Run Space, Milano. Workshop 2010 Solid Void, con Giovanni Morbin e Gian Antonio Gilli, a cura di Diogene, Torino
Eugenia Vanni (Siena 1980) Vive e lavora a Siena e a Milano
Tra le mostre più recenti si ricorda: Play Start, Museo Pecci, Milano; Madeinfilandia arte, 2011; Grisaille, Galleria Margini, Massa; Dolomiti Contemporanee, Dolomitenhof Resort a cura di associazione E, Sass Muss Belluno, 2011; Videoart Yearbook VI, l’annuario della Videoarte italiana, Bologna 2011; VI Biennale dei giovani artisti, Pisa 2011; Work lab, a cura di Lelio Aiello, Museo Marino Marini, Firenze 2011; Niente da vedere tutto da vivere XIV Biennale di Scultura di Carrara, Post Monument, evento parallelo, a cura di Lorenzo Bruni 2010; Ognuno sa ciò che l’altro pensa, solo show, Galleria Riccardo Crespi, Milano 2009