Selva Obscura

Informazioni Evento

Luogo
OFFICINE DELL’IMMAGINE
Via Atto Vannucci 13, Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

martedì – venerdì dalle ore 15.00 alle ore 19.00
sabato dalle 11 alle 19. Anche su appuntamento.

Vernissage
23/02/2012

ore 19

Curatori
Giovanni Cervi
Generi
arte contemporanea, collettiva

La collettiva Selva Obscura, a cura di Giovanni Cervi, attraverso 19 artisti in mostra e circa 40 opere, inquadra per la prima volta il Neopanteismo, una tendenza artistica che a macchia di leopardo si è diffusa in tutti i continenti.

Comunicato stampa

È all’insegna della giovane arte internazionale la prima esposizione del 2012 organizzata da Officine dell’Immagine negli spazi di Via Atto Vannucci 13 a Milano, in collaborazione con Strychnin Gallery di Berlino.
La collettiva Selva Obscura (inaugurazione giovedì 23 febbraio), a cura di Giovanni Cervi, attraverso 19 artisti in mostra e circa 40 opere, inquadra per la prima volta il Neopanteismo, una tendenza artistica che a macchia di leopardo si è diffusa in tutti i continenti.

Chris Berens, Lisa Black, Daniel Martin Diaz, Tessa Farmer, Lisa Mei Ling Fong, Skeleton Heart, David Hochbaum, Bethany Marchman, Nunzio Paci, Michael Page, Marcus Poston, Hikari Shimoda, David Stoupakis, Squp, Eric van Straaten, Kevin Earl Taylor, Raf Veulemans, Fernanda Veron, Nicol Vizioli attraverso media e linguaggi differenti fra loro, pongono al centro delle loro opere, con disincanto o speranza, la Natura, che sia essa madre o matrigna.

Gli artisti neopanteisti stanno sviluppando una nuova mitologia che fonde la cultura pop del secolo scorso, l’ispirazione classica e l’animismo alchemico.

Il nostro ecosistema oscilla incerto tra Paradiso e Inferno, l’artista neopanteista si pone al di sopra di esso, si situa al suo zenit, il suo sguardo dall’alto mostra le possibili strade che noi non potremmo scorgere. Alcune vie portano alla devastazione della realtà, altre alla rinascita di un mondo più in sintonia con la natura, altre ancora partono da nuovi presupposti quasi ucronici, rimodellano il passato per avere un presente e un futuro migliori.

La fase della distruzione, vista come trasformazione e non come annientamento della realtà, è celebrata dalla pittura romantica e oscura di David Stoupakis, dalle apocalittiche installazioni tassidermiche di Tessa Farmer, dalle stratificazioni pittoriche di Nunzio Paci e Raf Veulemans; Michael Page ci illumina con un quasi surreale albero della vita, le fotografie di David Hochbaum danno vita ai fantasmi della natura, la pittura acida di Hikari Shimoda cita i manga e le perversioni fanciullesche, Daniel Martin Diaz rimanda invece a un incrocio tra simboli alchemici e al dia de los muertos messicano.

La fase della rinascita è sintetizzata dalle sculture di Eric van Straaten e Skeleton Heart, molto diverse nello stile ma accomunate da elementi fiabeschi, animali antropomorfi negli caratterizzano gli olii di Bethany Marchman, la pittura fiabesca e iperrealista è la peculiarità di Chris Berens; inedite le divinità delle mistiche fotografie di Squp, Nicol Vizioli e Fernanda Veron.
L’ucronìa, la storia alternativa, è il territorio della scultura steampunk di Lisa Black, che unisce tassidermia e metallo, della pittura visionaria di Kevin Earl Taylor e degli assemblaggi di oggetti perduti e reinventati di Marcus Poston e Lisa Mei Ling Fong.

Sta a tutti noi scegliere se proseguire sulla via dell’entropia, cioè verso il maggior disordine e quindi verso la distruzione, o se scegliere quella dell’armonia con il mondo e del rispetto per la Natura.