Senso Plurimo #4 – Fabio Santacroce
Il foyer dei Cantieri Teatrali Koreja e lo spazio espositivo del box progettato da Rune Ricciardelli ospiteranno l’ultimo appuntamento di Senso Plurimo, la rassegna di arti visive dei Cantieri Teatrali Koreja. Senso Plurimo è un percorso eclettico, a cura di Marinilde Giannandrea, dedicato alla giovane arte pugliese e giunto quest’anno alla sua quarta edizione.
Comunicato stampa
A Koreja ultimo vernissage per SENSO PLURIMO 4
Si riflette sul presente con l’ironia di Tango Down, installazione site specific di Fabio Santacroce.
13 aprile 2013
Lecce - Cantieri Teatrali Koreja
Sabato 13 aprile (in mostra fino al 27 aprile), alle ore 18.30 il foyer dei Cantieri Teatrali Koreja e lo spazio espositivo del box progettato da Rune Ricciardelli ospiteranno l’ultimo appuntamento di Senso Plurimo, la rassegna di arti visive dei Cantieri Teatrali Koreja. Senso Plurimo è un percorso eclettico, a cura di Marinilde Giannandrea, dedicato alla giovane arte pugliese e giunto quest’anno alla sua quarta edizione. All’inaugurazione interverranno Antonella Marino e Valeria Raho.
L’artista che chiude la rassegna di quest’anno è Fabio Santacroce con Tango Down (ingresso libero), un lavoro che riflette sulla condizione instabile e precaria del presente. Santacroce realizza opere ironiche e depistanti che registrano senza compiacimenti o facili estetismi l’inadeguatezza del presente e lo condensano in una soluzione visiva altrettanto intricata, poco rassicurante, che si dà per tracce, sguardi laterali e rovesciamenti di senso. Tango Down è un’installazione site specific che trasforma completamente lo spazio espositivo creando un luogo ambiguo, opprimente e nello stesso tempo gioioso. Il titolo è tratto dal gergo militare ed è passato poi ad indicare gli attacchi in rete ai siti web.
[…] Fabio Santacroce interviene dunque in postproduzione su materiale preesistente, talvolta puntando sulla riduzione e la sintesi, altre sull’accumulo: come nell’installazione di grande impatto progettata per il box del teatro, che gioca appunto sull’eccesso di riferimenti ed incroci. La messa in scena di relazioni in apparenza incongrue o ermetiche (in cui confluiscono anche riferimenti alla sfera privata) attiva cosi cortocircuiti visivi e mentali. E introduce scarti di interpretazione nella complessità del nostro mondo, con un esercizio di lettura critica che assume valenza anche “politica”. (Antonella Marino)
Nella ricerca artistica di Fabio Santacroce manca del tutto il gusto dell’orpello, della didascalia, del troppo parlato. La sua poetica rifugge da posizioni comode, preferendo agli approdi facili i cortocircuiti della logica e vasti orizzonti d’attesa. Per questo motivo non si interessa affatto alla buona composizione formale, quella che non ammette incursioni ludiche, ma crea nelle sue installazioni affollamenti di oggetti comuni in grado di mettere in collegamento quotidiano e categorie concettuali complesse, come il tempo, lo spazio, le mutazioni del linguaggio, l’io tecnologico, le bolle della new economy, le contraddizioni del presente […]. (Valeria Raho)