Senso Plurimo #5
Senso Plurimo, la rassegna di arti visive curata dalla giornalista e critica Marinilde Giannandrea, giunge alla sua quinta edizione. Un traguardo che vede Senso Plurimo aprirsi a una serie di eventi collaterali che allargano lo spazio espositivo chiuso del box.
Comunicato stampa
Senso Plurimo, la rassegna di arti visive curata dalla giornalista e critica Marinilde Giannandrea, giunge alla sua quinta edizione. Un traguardo che vede Senso Plurimo aprirsi a una serie di eventi collaterali che allargano lo spazio espositivo chiuso del box.
L’avvio della rassegna è fissato per venerdì 29 novembre alle ore 18.30 con Futuro Prossimo (ingresso libero), Focus sull’Accademia di Belle Arti di Lecce. A dialogare con Marinilde Giannandrea, Claudio Delli Santi, Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Lecce e Antonio Basile, Docente di Antropologia culturale all’Accademia di Belle Arti di Lecce.
La serata è dedicata a cinque giovani studenti dell’Accademia leccese, un’occasione per una nuova generazione ancora in formazione. Ma non solo. Il focus ha l’obiettivo di aprire una direttrice che metta in relazione le diverse forme di creatività giovanile del nostro territorio e in questo senso l’Accademia leccese è un interlocutore indispensabile. La selezione è stata possibile grazie alla collaborazione del Direttore e dei Docenti ed è indirizzata a presentare una serie lavori frutto di ricerca sistematica, sensibilmente legati a esperienze vicine alla dimensione del corpo, della parola e della memoria individuale e collettiva.
[…] Tra le manifestazioni curate da Marinilde Giannandrea, Senso plurimo, occupa un ruolo importante, in quanto questa esposizione ospitata e supportata dai Cantieri Koreja, rappresenta da un quinquennio (cosa più unica che rara) un appuntamento molto atteso da coloro che guardano ai giovani artisti con vivo interesse. La logica della rassegna si fonda sul concetto di arte come esigenza espressiva, indipendentemente dal genere, dall’argomento trattato e dai linguaggi utilizzati. I linguaggi variano in base all’esperienza e alla maestria degli artisti, creando nuovi rapporti con il pubblico, che approccia l’arte sentendosene direttamente coinvolto. […] La mostra propone uno spaccato del mondo creativo accademico, una realtà che si muove dalla semplice progettazione dell’oggetto alla pittura, dalla decorazione alla fotografia e alla scultura. Si tratta di una proposta metodologica che, nella mutata condizione di istanze sociali e nella variegata, contraddittoria ed estremamente mobile contemporaneità artistica, da un lato, non trascura riferimenti tradizionali o storici e dall’altro, cerca di assimilare spinte e connotazioni di più recente acquisizione estetica.
Le opere esposte indicano sia una tendenza esplicita alla continuità culturale in rapporto al territorio, quanto una propensione a porre l’accento su problemi della progettualità, dell’ambiente e soprattutto dell’identità culturale. Antonio Basile
Si tratta essenzialmente pittura e scultura come quella di Domenico Bruno che indaga con uno scheletro di ferro il movimento e la forza del corpo nello spazio o di Enrica Ciurli che attraverso il disegno e il collage realizza una biografia intima dal sapore antropologico.
Oppure la scrittura del corpo di Graziana Marinuzzi che dilaga dentro le pieghe e le grinze della pelle con ingrandimenti e particolari; Mariangela Marra che, attraverso linguaggi diversi, si muove dentro la drammatica consapevolezza della violenza quotidiana operata sul corpo delle donne e Francesco Romanelli usa la parola con la consapevolezza che si tratta di una convenzione semantica: sceglie pagine di vecchi libri dal sapore vintage e vi aggiunge il colore, eliminando quasi del tutto la possibilità di lettura.