Senza possibilità di definizione

Informazioni Evento

Luogo
SPAZIO E.
Alzaia Naviglio Grande 4, Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
19/07/2014

ore 16

Generi
arte contemporanea, collettiva

Questa è l’ultima mostra del Gruppo E della stagione 2013-2014. Il percorso si è svolto in dieci tappe mensili, in cui ogni volta pittori scultori e fotografi si sono cimentati nello sforzo di inserire il proprio lavoro all’interno di tematiche prestabilite.

Comunicato stampa

Senza possibilità di definizione
collettiva tematica, dal 19 al 31 luglio 2014, inaugurazioni 19 e 26 giugno

Gruppo E Artisti
INAUGURAZIONE 19 luglio ore 16
con recital del Gruppo E Scrittori

Opere di
Patrizia Agatensi, Marco Bellomi, Giulio Belloni, Fernanda Andrea Cabello, Valentina Carrera,
Vito Carta, Angelo De Boni, Rossano Di Cicco Morra, Anna Epis, Zane Kokina, Paolo Lo Giudice,
Giuseppe Orsenigo, Claudia Strà, Letizia Strigelli, Mariangela Tirnetta, Lyudmila Vasilieva, Marta Vezzoli

Gruppo E Fotografi
INAUGURAZIONE 26 luglio ore 16
con recital del Gruppo E Scrittori

Opere di
Marila Arces, Fiorenzo Bordin, Ivano Boselli, Valentina Carrera, Nicoletta Fabbri, Andrea Fuso,
Paola Gatti, Daniele Gozzi, Serena Groppelli, Paul Helbling, Martina Massarente,
Simone Menicacci, Claudio Santambrogio, Susanna Serri, Pavel Vavilin

Testi di
Alessandro Baito, Luigi Besana, Patrizia Burgatto, Andrea Fuso, Daniel Nevoso,
Virgilio Patarini, Livia Perfetti, Giacomo Pinelli, Andrea Pistone e Giuseppe Barreca

Questa è l'ultima mostra del Gruppo E della stagione 2013-2014. Il percorso si è svolto in dieci tappe mensili, in cui ogni volta pittori scultori e fotografi si sono cimentati nello sforzo di inserire il proprio lavoro all'interno di tematiche prestablite. Malgrado però l'apparente facilità, soprattutto in considerazione del fatto che in campo artistico ogni elemento può essere interpretato e a volte anche rivoluzionato come si vuole, si è cercato di non abbandonarsi a quell'orgoglio individualista che c'è in ciascuno di noi per cui “ognuno può vedere nell'opera quello che vuole”.
È come dire che “non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace”.
Il lavoro che lo Spazio E ha voluto condurre quest'anno, sotto la direzione di Valentina Carrera e con il mio contributo di parole, è stato proprio quello di cercare di smentire questi luoghi comuni, patrimonio di un mondo incentrato sul dominio del soggettivismo quando in realtà questo soggettivismo è il nuovo oppio dei popoli somministrato per nascondere dietro un'apparente libertà il dominio del consumismo (seppur in un Paese in crisi consideriamo quanto denaro viene speso per articoli non necessari).
L'arte è la rappresentazione del reale da parte di una sensibilità artistica, sia essa guidata da una profonda conoscenza della storia e delle tecniche, sia essa sgorgante viva da un nucleo di genialità grezza. Se un artista più o meno consapevolmente ripropone, senza in sostanza dare nulla di nuovo, il lavoro di un altro artista scomparso mezzo secolo prima non sta facendo Arte, ma buone o cattive copie di un'esperienza artistica passata. Se un fotografo presenta un'immagine in cui non si percepisce nessuna composizione, né nella perfezione dell'inquadratura né in uno squilibrio voluto e armonico nella sua disarmonia, è solo qualcuno che ha schiacciato un bottone su una macchina.
Per essere pittori basta usare colore su un supporto qualsiasi, per essere fotografi basta schiacciare un bottone, ma per essere un artista bisogna avere qualcosa che si può coltivare ma molto meglio se lo si ha in maniera innata.
Per lo Spazio E la fortuna è stata quella di aver potuto scegliere gli artisti, pochi e di valore, seppur nelle differenze perché alcuni sono già affermati mentre altri stanno muovendo i loro primi passi nel mondo dell'arte.

E dopo nove mostre in cui si sono presentati temi di ogni tipo la direzione ha voluto giocare un po' con i propri artisti proponendo un tema che di per sé vuole rimandare ad una riflessione diversa. Il tema proposto è “Senza possibilità di riflessione”, ma quello che si voleva ottenere, e che si è otttenuto, è una riflessione istintiva su ciò che viene considerato “astratto”.
Per lo stesso ragionamento di cui sopra non basta dipingere o fotografare qualcosa di “non figurativo” per fare “astratto”. E questa mostra si sforza in questo senso di dare una molteplice risposta sull'essenza dell'astratto oggi.

Alessandro Baito