Serge Lido – Danza con me
La mostra illustra uno spaccato del mondo della danza attraverso i sui artisti, le coreografie e i costumi.
Comunicato stampa
Nasce a Mosca il 28 gennaio 1906 e muore a Parigi il 6 marzo 1984. Di Origine Russa studia scienze politiche a Parigi. Si sposa con Irene Lidova giovane giornalista e critica d’arte di origine russa che lo spinge a lavorare come fotografo.
Inizia a fotografare i personaggi del mondo dell’arte, dello spettacolo e della danza che gravitano in ambiente Parigino. Inizia a lavorare per la rivista Vu.
Nel 1976 è insignito dell’ onorificenza francese Chevalier des Artes et des Lettres.
Cinema
Dopo la seconda Guerra Mondiale Lido diventa il fotografo di sena di alcuni films, tra cui La bella e la Bestia di Jacques Cocteau, di cui divenne amico fraterno. Il successo del film e la qualità delle sue fotografie gli permisero di lasciare un segno nella storia della fotografia del cinema. Nel 1948 esce la rivista Cinéma Indiscrete dove raccoglie uno spaccato del mondo del cinema e del teatro francese .
Il fotografo
Serge Lido è riconosciuto come uno dei grandi fotografi che hanno immortalato il mondo della danza nel XX secolo. Insieme alla moglie crea una sinergia per cui lui scattava le foto e lei scriveva i testi critici. La passione della Lidova per il mondo della danza, di cui diviene promotrice e produttrice, gli permisero di entrare in confidenza e stabilire un rapporto unico con quel mondo permettendogli una riconoscibilità mondiale alle sue fotografie. Nel 1947 apre uno studio fotografico sull’Ile Saint Louis che sarà per lungo tempo un luogo di creazione artistica, passaggio obbligato per i più grandi artisti della danza internazionale. Lido ha spesso preferito fotografare questi artisti fuori dal palcoscenico, nella loro realtà, camerini, appartamenti o per la strada.
Nel 1948 pubblica il suo primo libro di foto consacrato alla danza con la prefazione di Jean Cocteau diventato suo grande estimatore, altri 24 saranno i libri pubblicati interamente dedicati alla danza che rappresentano una collezione unica di fotografie di danza, Lifar, Markova, Miskovitch, Taumanova, Carla Fracci, Martgot Fonteyn, Nureyev, Bruhn, Chauvirè, Charrat, Graham, Limon, Bejart, Vassiliev, Pina Bausch,tra gli autori immortalati. Un patrimonio di immagini a cui il tempo è riuscito a dare un fascino misterioso, che si pone di fronte a noi come il simbolo stesso di una ricerca instancabile della bellezza, a cui l’intera opera di Lido tende .L’importanza del lavoro fotografico nel mondo dell’arte di Lido è ormai parte integrante della storia stessa del secolo scorso Lido è inoltre conosciuto per i suoi ritratti a personaggi del mondo intellettuale e del mondo dello spettacolo. Riformato per problemi di salute allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, continua la sua attività come reporter per la rivista Vedettes des stars per cui fotografa Jean Marais, Maria Casarès e Gérard Philippe e di cui è inviato speciale al Festival di Cannes dal 1942 al 1972. I suo ireportages sono pubblicati anche da L’Officiel de Monde.
Per tutta la vita Lido fotografa con una Leika.
La Mostra
La mostra illustra uno spaccato del mondo della danza attraverso i sui artisti, le coreografie e i costumi. Un repertorio unico e irripetibile frutto di un grande artista fotografo che unisce alla fotografia il fatto di avere rapporti personali di conoscenza e amicizia con la maggior parte degli artisti immortalati. Lido vive in prima persona il clima culturale francese dagli inizi degli 40 agli inizi degli anni 80 raccontando soprattutto Parigi attraverso i suoi personaggi, i cambiamenti e i diversi momenti sociali. Come fotografo ufficiale dell’Opera di Parigi e dei più importanti festival internazionali, ci regala pagine di storia della danza.
Contesto culturale
Sul finire dell’anno 1945 nei popoli che avevano subito la tragedia e gli orrori di una guerra cruenta e spietata crebbe la volontà di ritornare alla vita normale e con essa alle attività intellettive ed artistiche. In questo crogiuolo di idee nacque l’interesse politico-economico di superare le incertezze sull’avvenire dei popoli per aprire le proprie speranze in un’Europa che puntava verso l’esperienza delle Unioni.
In questo contesto si erano svegliate voglia di vivere e movimenti culturali e in particolare si raccontava delle passioni che animava un gruppo di intellettuali nei dintorni del ‘Quartiere Latino’ e una certa spregiudicatezza nei costumi e nelle mode di gruppi dell’avanguardia che si riunivano al suono di sfrenate musiche jazz in cantine buie, fatiscenti attorno al crocevia di Saint Germani-des-Prés.
Era noto che la Francia sin dal 1935 aveva accolto oltre trentamila rifugiati politici, in maggior parte artisti e intellettuali. Parigi, la città dei diritti dell’uomo, godeva di una reputazione di generosità nell’accoglienza e molti artisti vi avevano soggiornato già qualche anno prima, all’epoca del ruolo celebrativo di Montparnasse. Molti dei profughi trovarono conforto e comprensione all’angoscia del domani da Gide in rue Vaneau e da Malraux in rue du Bac. Già si sapeva che gli intellettuali, i pittori, gli artisti frequentavano assiduamente Saint-Germain-des-Prés e che lì elaboravano le opere di cui parlava il mondo intero .
Da non dimenticare che Parigi alla vigilia degli anni Trenta è stata la capitale mondiale di tutte le arti: impressionismo, cubismo, simbolismo, surrealismo e che le avanguardie sono state tra Montmartre e Montparnasse. C’erano stati Paulbot, Utrillo, gli immigrati del ‘Bateau-Lavoir’, i buontemponi del ‘Lapin Agile’, i poeti della ‘Closerie des Lilas’ con i loro abiti a volte stravaganti, le loro feste incredibili, le provocazioni ai ‘borghesi’, le risse e, ancora, la Ruche e l’Ecole de Paris, le cravatte di legno di Vlaminck, i cappelli di Braque, le tute blu di Ricasso e di altri spagnoli. In quel periodo, “gli Americani ritrovano in Europa la gioia di vivere di cui il probizionismo li ha privati. I Russi applaudono Diaghilev e i suoi fasti”. Artisti di tutte le nazioni riempiono i marciapiedi. S’incontrano Picasso, Joan Mirò, Salvador Dalì, Manuel Angelo Ortiz, Juan Gris, Luis Buňuel, Magritte, Paul Eluard, André Gide, il signore di Vaneau che suona al piano Bach e Schumann e Philipe Saupault e solo più tardi verranno Sartre, Camus e quelli della ‘Banda Prévert’ In particolare al Bateau-Lavoir, la vecchia fabbrica di pianoforti trasformata in colonia per artisti in miseria, Picasso aveva scritto sul suo atelier ‘Au rendez-vouz des poètes’. Vissero o passarono di lì i geni dell’arte, pittori e poeti insieme; artisti festaioli e creativi: Guillaume Apollinaire, Max Jacob, André Salmon, George Braque, André Derain, Van Dongen, il doganiere Rousseau, Erik Satie Jaques Cocteau e tanti altri.
Serge Lido e sua mogle Irene Lidova, vivono appieno il fervente clima culturale e raccontano per immagini e articoli quel periodo unico e d irripetibile.
Percorso che è diventato storia, racconto x immagini si una storia sociale, artistica e cultutrale.