Sergia Avveduti
Mostra personale
Comunicato stampa
Il collage è un esercizio di leggerezza; non conta quanto siano gravi o significative le immagini, quel che rimane tra le mani quando si ritaglia è la carta. Se poi si aggiunge il fatto che l’immagine non è autoprodotta, non è il frutto di una raccolta digitale, di un’esplorazione da internauta sul web, ma il risultato di una lunga e meditata cernita di vecchie riviste, allora alla leggerezza si somma una disposizione allo scavo, allo stupore per la banalità delle cose. I paesaggi di Sergia Avveduti sono chiari, e in quanto chiari sono anche precisi, allusivi, costruiti secondo una geometria apparentemente semplice: “devi essere leggero come un uccello, non come una piuma”, diceva Paul Valery, lasciando intendere che la leggerezza è tale quando si sposa con la precisione, quando è determinata da una volontà sapiente e non si perde in vaghezze o casualità. I frammenti di paesaggio si compongono seguendo delle suggestioni narrative e figurative e la forma circolare del ritaglio, il cerchio come equidistanza dal centro e messa a fuoco di un particolare, crea delle combinazioni suggestive sulla linea di un orizzonte completamente reinventato. Lo sguardo scorre sulla superficie delle immagini come gli insetti che camminando sull’acqua ne curvano in modo impercettibile la patina trasparente. La loro “superficialità” è il frutto di un gioco abile di equilibrio, il tentativo riuscito di scivolare sulle profondità di un abisso che si intravvede appena ma che non smette di riverberare la sua presenza. La sua sopravvivenza è il frutto di una determinazione costante, come quella dell’artista che si mantiene in equilibrio precario sul tempo, che rielabora in forma visibile lo scorrere continuo delle immagini della nostra epoca e di quelle passate, e che produce, nonostante tutto e tutti, una restituzione di senso. Sergia Avveduti presenta in mostra opere relative ad un progetto inedito che sintetizza la sua ricerca sul collage. I paesaggi sono composti usando fotografie tratte da riviste di viaggio degli anni ’50. Come dichiara l’artista: “la geometria delle singole porzioni va oltre la capacità descrittiva che ogni singolo frammento ha al suo interno, realizzando un dislocamento percettivo che sospinge lo sguardo a compenetrare e a immaginare cielo e terra, natura e architettura, visione e introspezione. Ogni singolo collage si pone in relazione a una maquette architettonica realizzata in gesso ceramico: come fosse una traslazione fisica tridimensionale di un portato costruttivo”. Il frammento leggero di carta e la citazione fotografica si relazionano con il frammento architettonico, suggerendo una disposizione quasi archeologica. La qualità “antica” dell’immagine e il suo prolungamento tridimensionale suggeriscono inoltre una visione nostalgica e archetipica del paesaggio …gli appunti di un moderno tour.
Cesare Biratoni
Sergia Avveduti, nata a Lugo (Ra) nel 1965, vive e lavora a Bologna. Tra le sue mostre: Fondazione del Monte, Bologna, La Galleria, Palazzo ducale, Mantova. Padiglione L' Esprit Nouveau, Bologna. Fondazione Sandretto Rerebaudengo, Torino. Triennale, Milano. Fondazione Del Monte, Bologna. Palazzo delle Papesse, Siena. Mambo-Galleria d’Arte Moderna, Bologna; Fondazione Teseco, Pisa. Palazzo delle Albere, Trento. Palazzo dell’Arengario, Milano. Open Space, Milano. Galleria d’Arte Contemporanea di Monfalcone. Pinacoteca, Bologna. Atelier des Artistes (Marsiglia). Le Botanique (Bruxelles), Palazzo delle Esposizioni, Roma. Palazzo Kapetan Misino Zdanje, Belgrad. Casabianca, Bologna. Cabinet, Milano. Erastudio HouseGallery. Antonio Colombo Arte Contemporanea, Milano. Agenzia 04, Bologna. Neon>FDV, Milano. Galleria Spazio A Pistoia. Galleria Neon, Bologna. Galleria AF arte contemporanea, Bologna. Galerie L'Entrepot, Monaco.