Sergio Budicin
La rassegna, che propone quasi una quarantina di oli su tela e su tavola realizzati tra il 2009 e il 2012, sarà introdotta sul piano critico dall’architetto Marianna Accerboni.
Comunicato stampa
Sabato 9 settembre 2013 alle ore 18.00 a Trieste alla Galleria Rettori Tribbio (Piazza Vecchia 6) avrà luogo l’inaugurazione della mostra personale del pittore triestino Sergio Budicin. La rassegna, che propone quasi una quarantina di oli su tela e su tavola realizzati tra il 2009 e il 2012, sarà introdotta sul piano critico dall’architetto Marianna Accerboni. Visitabile fino al 22 marzo (orario: feriali 10.00 - 12.30 e 17.00 - 19.30 / festivi 10.00 - 12.00 / lunedì e venerdì pomeriggio chiuso / domenica 17 marzo in occasione del Mercatino dell’antiquariato 10 · 13 e 16 · 18).
In un momento di sensibile ritorno al figurativo - scrive Accerboni - il linguaggio di un artista dalla grande professionalità e dall’acuta sensibilità come Sergio Budicin, appare molto attuale e sottolinea il ritorno a Trieste di questo poetico ed equilibrato pittore, che per decenni ha operato con grande successo a Londra, Stoccolma, Milano e Roma, negli Stati Uniti, ma soprattutto in Germania. E in quest’ultimo paese si è fatto conoscere attraverso il rapporto con prestigiose gallerie di riferimento quali la Aukloster di Monschau, la Nürnberger Rachmenkunst Haus der Gemalde, la Galerie Vogel di Heidelberg, la Schoeninger, la Reith e la Galerie in der Prannerstrasse di Monaco e la Bilder im Hof di Flensburg, tanto per citarne solo alcune, conseguendo per altro anche un premio importantissimo come il Goldenen Elefanten.
In patria non ha comunque mai smesso d’insegnare assieme al figlio Roberto, anch’egli pittore, portando avanti, nel suo luminoso e affascinante atelier, i preziosi insegnamenti del friulano Walter Falzari, alla cui scuola si sono formati molti dei più importanti artisti regionali.
Il fascino della pittura di Budicin consiste in un fatto semplice ed essenziale: la capacità di essere un artista a tutto tondo che, come i grandi del passato, sa affrontare con competenza, passione e levità qualsiasi tema. Dal ritratto, espresso in modo impeccabile nella struttura e nella resa cromatica e poetica, al paesaggio con animali e soggetti umani, che spesso fanno sognare, perché, come nell’olio intitolato “Trasporto dei tronchi”, suggeriscono il filo d’un racconto, lievemente romantico e d’avventura, dove senti frusciare il vento e scontrarsi gli elementi. Per non parlare delle scene mitologiche e di battaglia che, sulla base di un attento studio storico e di costume, ti raccontano l’evento in modo quasi fiabesco, coinvolgendoti emotivamente fino in fondo, tra verità e sogno: “visioni” - conclude Accerboni - che non hanno perso di smalto, anzi si sono arricchite in cinquant’anni di appassionata e valente pittura, di cui alcuni vissuti a illustrare con grande perizia importanti volumi per case editrici di livello nazionale.