Sergio Ceccotti – Capolinea 19
LaStellina ArteContemporanea è lieta di annunciare Capolinea 19, la mostra personale di Sergio Ceccotti accompagnata dai testi di Edoardo Albinati. Tema comune ai due artisti è il percorso dello storico tram 19, che da capolinea a capolinea attraversa Roma dal centro alla periferia.
Comunicato stampa
I quadri di Ceccotti ritraggono scene di vita quotidiana nelle strade di Roma in cui transita il tram, che nel suo lungo e lento percorso unisce quartieri fra loro diversi, dal centralissimo Prati al Pigneto – sede della galleria – a Centocelle. I viali, gli interni, gli edifici dipinti da Ceccotti si ammantano di mistero per la presenza di dettagli quali un’ombra, un punto di vista rialzato, un uomo di spalle. Elementi che conferiscono alle tele un clima di suspence e gettano una luce nuova, sinistra e insieme affascinante alle vie altrimenti familiari della capitale. Il modo di organizzare la composizione, dice l’artista, ricorda il cinema noir degli anni Quaranta e Cinquanta, e infatti le sue narrazioni prendono spesso il carattere di presagio, mutuando dal cinema, sì, ma anche dai fumetti e dalla pittura americana la visione lucida, esatta e insieme soggettiva degli ambienti.
La Roma onirica di Ceccotti si intreccia con le parole del libro 19 di Edoardo Albinati, recentemente riedito da Mondadori (I edizione 2001). Nel libro si narra di diversi viaggi sul tram che lo scrittore intraprende spinto dalla necessità di sbrigare un’incombenza familiare. Albinati coglie con il suo stile immediato alcuni brani della quotidianità, nella Roma altoborghese dei Parioli come in quella popolare della periferia, Prenestina, Villa Gordiani. Dentro e fuori dal tram si avvicendano personaggi, cartelloni pubblicitari, nomi di strade, turisti, ricordi. “Da questo punto di vista il 19 è un mondo perfetto. Perciò mi ci ritrovo così a mio agio quando mi ci imbarco. Forse è come il caffé per gli esistenzialisti. Il mio Deux Magots, il mio Flore su rotaia”.
La mostra vuole essere anche un tributo al Pigneto, sede della galleria, attraverso due eccezionali artisti romani che del tram 19 hanno colto la peculiare natura.
Pittore dell’enigma e del mistero, Sergio Ceccotti (Roma 1935) si forma tra il 1956 e il 1957 a Salisburgo studiando pittura con Oskar Kokoschka e litografia con Slavi Soucek. Dal 1956 al 1961 ha frequentato i corsi di disegno dell’Accademia di Francia. Dal 1958 intraprende professionalmente la carriera di pittore e incisore. La prima mostra personale è alla galleria L’Albatro di Roma nel 1960. Da allora ha esposto in molte città, tra cui Roma, Firenze, Napoli, Bruxelles, Parigi, Uppsala, Monaco di Baviera, Istanbul, Il Cairo, Buenos Aires, Tokyo e Melbourne. Ha partecipato a due edizioni della Quadriennale di Roma (1986 e 1999) e al padiglione italiano della Biennale di Venezia, sezione Lazio 2011. Le sue opere sono in varie raccolte pubbliche e private, tra cui ricordiamo la Collezione d’Arte Religiosa Moderna dei Musei Vaticani, lo Staatliches Lindenau Museum di Altenburg, le gallerie comunali d’Arte Moderna di Bologna e di Arezzo, il Museo d’arte contemporanea Renato Guttuso di Bagheria. Le sue opere grafiche sono conservate presso l’Istituto nazionale per la Grafica di Roma e la Bibliothèque Nationale di Parigi.
Edoardo Albinati (Roma 1956) è autore di diversi libri di narrativa e poesia. Ha esordito nel 1988 con la raccolta di racconti Arabeschi della vita morale (Longanesi) cui segue nel 1989 per lo stesso editore Il polacco lavatore di vetri (da cui è stato tratto il film La ballata del lavavetri di Peter Del Monte). Tra i titoli ricordiamo La comunione dei beni (Giunti, 1995), Maggio selvaggio (Mondadori 1999), Svenimenti (Einaudi 2004, vincitore del Premio Viareggio), Tuttalpiù muoio, (con Filippo Timi, Fandango 2006), Guerra alla tristezza! (Fandango 2009). Dal 1994 lavora come insegnante presso il penitenziario di Rebibbia a Roma. Nel 2002 ha lavorato presso l’Alto Commissariato ONU per i Rifugiati in Afghanistan da cui è nato il reportage Il ritorno. Diario di una missione in Afghanistan (Mondadori).
Stella Bottai è storico dell’arte e curatore. Formatasi tra Italia, Francia e Finlandia si è dottorata in Storia dell’arte contemporanea alla Sapienza di Roma. Tra le mostre curate si ricorda Marita Liulia Tarot al IIT Festival di Mumbai (India, 2014), l’anteprima video dell’artista Cristina Nuñez La vie en rose, Galleria Effearte (2013, Milano), la co-curatela della mostra multimediale Donne d’arte, Centro Trevi (2012-2013, Bolzano). Interessata all’arte del secondo Ottocento nel Nord Europa e alle applicazioni digitali dei contenuti storico-artistici, è membro della Fondazione Marcello Mastroianni ed è stata membro di giuria del Prix Mobius Nordica, festival dell'arte e delle nuove tecnologie dei Paesi baltici. www.mariastellabottai.com