Sergio Emery & Roni Roduner – Tracce
In esposizione le opere di Sergio Emery e di Roni Roduner; i due artisti svizzeri, sebbene siano stilisticamente molto differenti, sono accomunati dalla presenza di segni grafici, delle tracce appunto, all’interno della superficie pittorica.
Comunicato stampa
MUST GALLERY inaugura giovedì 9 Febbraio 2017 dalle ore 18.00 la mostra Bi-personale di SERGIO EMERY & RONI RODUNER - TRACCE.
In esposizione le opere di Sergio Emery e di Roni Roduner; i due artisti svizzeri, sebbene siano stilisticamente molto differenti, sono accomunati dalla presenza di segni grafici, delle tracce appunto, all’interno della superficie pittorica.
In Emery il segno è gestuale e libero, la stesura del colore e le pennellate dal sapore informale rendono la materia pittorica estremamente libera sulla tela. Luoghi pittorici ove la gestualità e i segni si prodigano al colore, alla forma e agli stati emozionali che l’artista vuole rappresentare.
Le tele di Roduner s’ispirano al minimalismo e all’influenza del segno grafico. Il rigore dei segni a matita, rende le sue opere degli spazi in cui poco è lasciato all’improvvisazione. La continua e costante ricerca dell’ordine fa si che, nelle sue opere, le poche figure amorfe siano inglobate all’interno di più ampi spazi geometrici. La scelta cromatica, per lo più su toni grigi e pochi tenui pastelli, inoltre, enfatizza l’ossessione del tratto.
La diversità, dovuta alla differente età e ai percorsi di crescita dei due artisti svizzeri, ci fa apprezzare le peculiarità delle singole opere, come se le differenze esaltassero le loro principali caratteristiche, anziché annichilirle.
E. Pitti
Sergio Emery (Chiasso 1928).
Dal 1945 al 1946 studia alla Kunstgewerbeschule a Zurigo sotto la guida di Johannes Itten. Dal 1947 al 1948 frequenta l'Accademia Cimabue a Milano.
Compie viaggi a Venezia e Parigi, dove lavora nell'atelier di Eduard Pignon. In seguito interrompe per diversi anni la sua attività artistica. Nei suoi primi dipinti si è occupato della figura nella superficie: negli anni Sessanta si percepisce l'influenza dell'informale francese. Il suo sviluppo artistico evolve poi verso tratti prettamente geometrici, una specie di pittura a segni, per pio ritornare negli anni Settanta a una espressione più naturale. Attorno al 1980 lavora sul colore, soprattutto con il grigio, che esplora in tutte le sue tonalità.
All'inizio degli anni Ottanta nelle sue opere ricompare il colore e le sue composizioni si fanno più libere. I dipinti odierni appaiono come una sorta di sintesi del suo itinerario artistico.
Vive, lavora e muore a Gentilino il 5 giugno 2003.
Roni Roduner (San Gallo 1944).
Nel 1951 comincia le scuole ad Altstätten. Successivamente, per 4 anni, nel 1961 fa l’apprendistato come disegnatore edile presso lo studio dell’architetto
Hans-Rudolf Dietschi a Buchs a San Gallo.
Dal 1964 inizia a lavorare come progettista presso gli architetti Hans Zwimpfer e Walter Maria Förderer a Basilea e contemporaneamente frequenta la Kunstgewerbeschule di Basilea.
Nel 1968 prende una borsa di studio della Città di Basilea per uno stage presso gli scultori François Stahly a Parigi e Giò Pomodoro a Milano.
Roni per due anni, nel 1969, segue un’attività artistica e di progettazione presso l’architetto Prof. Dolf Schnebli ad Agno.
Dal 1971 apre un atelier in proprio ad Arzo.
Nello stesso anno, 1971, diventerà assistente all’ETH di Zurigo presso i professori Walter Custer, Benedikt Huber e Ernst Studer.
Nel 1976 supera l’esame REG-A a Zurigo e a partire del 1978 sarà docente di teoria del colore e disegno tridimensionale presso il CSIA (Centro Scolastico per le Industrie Artistiche) a Lugano.
Poi, nel 1986, assumerà il ruolo di docente di progettazione e tecnica della costruzione presso la SUPSI (Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana).
Realizza diversi viaggi di studio in città europee, in Africa, America e in Asia con prolungati soggiorni in Nepal.