Sergio Fermariello
Mostra personale dell’artista realizzata in collaborazione con COBBLER spazio per l’arte contemporanea, con la curatela artistica di Rosa Cuccurullo.
Comunicato stampa
Con l’opera segnica e ancestrale del Maestro Sergio Fermariello riprendono le grandi Mostre al MARTE di Cava de’ Tirreni. Sabato 10 ottobre alle ore 18 è fissato l’opening della personale dell’artista realizzata in collaborazione con COBBLER spazio per l’arte contemporanea, con la curatela artistica di Rosa Cuccurullo.
La Mostra, che gode del patrocinio di MMMAC Museo Materiali Minimi d’Arte Contemporanea e Fondazione Pietro Lista, si svolge sotto il Matronato della Fondazione Donnaregina per le Arti Contemporanee, il programma di patrocinio volto al riconoscimento e alla promozione di progetti organizzati nelle regioni Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna, Abruzzo e Molise che per il loro valore e qualità culturale stimolano l'inclusione sociale, la ricerca scientifica e umanistica, il dialogo fra diverse discipline, il supporto alla produzione artistica quali stimoli di progresso collettivo. “Un patrocinio al femminile, ‘materno’ – spiega il Direttore Generale della Fondazione Andrea Viliani - volto alla generazione di forme espressive e istituzionali ispirate al dialogo fra gli artisti e la collettività, fra la sfera pubblica e il settore privato e fra istituzioni diverse”.
Al MARTE Sergio Fermariello presenterà i lavori realizzati nell’ultimo anno con la propria caratteristica cifra stilistica del segno-ideogramma reiterato del guerriero, motivo archetipico stilizzato con cui l’artista è alla ribalta della scena culturale sin dal 1989. In mostra dodici opere realizzate in acciaio e tela su acciaio, una scultura in acciaio brunito e una serie di foto del guerriero sulla spiaggia, oltre ad un’incisione realizzata ad hoc per l’occasione presso il Laboratorio di Nola di Vittorio Avella e Antonio Sgambati.
Costituito da una figurina dal tratto arcaico ora armata di lancia, ora provvista di scudo, ora a cavallo, il guerriero di Fermariello evoca miti e rituali antichi, che vedono nella guerra come nella caccia o nel sacrificio alcune delle loro tappe. La ricerca artistica di Fermariello si incentra, non a caso, sulle origini dell’uomo e della civiltà. Il piccolo guerriero, presente in più di cento opere dell’autore, viene ripetuto infinite volte sulla tela, al punto da dare l’impressione di una fitta texture interrotta dalla brusca cesura dei margini della tela. L’interno espressivo dell’iterazione del “guerriero” consiste nel manifestare una ripetizione circolare che è propria della società tecnologica e industriale, così come della ritualità delle civiltà antiche. In questa ripetizione di un segno sempre uguale risiede, secondo l’artista napoletano, una sorta di propagazione del malessere della nostra civiltà, ma contemporaneamente la manifestazione di un elemento positivo, ossia la nostra capacità di conservare, pur nell’affollarsi dell’immagine tecnologica, il contatto con le nostre radici primigenie. Un lavoro lungo e complesso nella scrittura, sempre in apparente bilico tra linguaggio geometrico e illustrazione rupestre in cui, come ha scritto Maurizio Sciaccaluga, “l’autore ha fatto dell’ambiguità – tra fondo e primo piano, tra tela e rilievo, tra ombreggiatura e ombra, tra senso storico dell’immagine e nuove possibili interpretazioni – un suo cavallo di battaglia. […] Pur senza mai cadere nel paradosso e nella provocazione, anzi rimanendo saldamente legato alla tradizione, l’artista gioca e si muove sulla via della ridiscussione continua, dello spiazzamento”.
Sergio Fermariello nasce a Napoli il 29 aprile 1961. Dopo gli studi scientifici, dall’età di vent’anni decide di dedicarsi esclusivamente all’attività artistica. Nel 1989 espone per la prima volta in una personale alla Galleria Lucio Amelio con la quale intraprende una lungo collaborazione di lavoro. Nello stesso anno ottiene il “Premio Internazionale Saatchi & Saatchi per giovani artisti”. In seguito espone in diverse mostre personali tra le quali quella alla Galleria Il Capricorno di Venezia nel 1990 e alla Galerie Yvon Lambert di Parigi nel 1992. È anche presente in alcuni importanti appuntamenti internazionali quali la mostra Metropolis alla International Kunstausstellung di Berlino del 1991 e la mostra Les pictographes al Musée de l’Abbaye Sainte-Croix di Les Sables-d’Olonne dove Didier Ottinger lo invita ad esporre i suoi lavori accanto a dipinti di Klee, Miró, Picasso, Penck, Sanejouand. Nel 1993 è chiamato da Achille Bonito Oliva a partecipare alla XLV Esposizione Internazionale Biennale d’Arte Venezia con una sala personale nel Padiglione Italia all’interno della mostra Opera Italiana - Trittici. Per l’occasione presenta due grandi opere costituite da tre pannelli in cui sviluppa la figurazione essenziale dei Guerrieri, motivo che percorre l’intera ricerca dell’artista fin dall’89. Tra le recenti esposizioni all’estero, nel 2004 presenta a New York, al Pier 17, l’installazione itinerante “Avviso ai Naviganti”, e nel luglio 2009 presenta al Museo MAC di Niteroi in Brasile, l’installazione ‘Migranti’, mostra successivamente riproposta al Museo PAN di Napoli. Tra il 2014-2015 è impegnato in un progetto d’installazione itinerante, dal provvisorio titolo di “Antenato”, che prevede la realizzazione di un cortometraggio.