Sergio Fermariello
L’alfabeto antropomorfo di Fermariello si basa su due soli elementi essenziali, la “i” e la “o”, ovvero la lancia e lo scudo dei suoi uomini guerriero che si moltiplicano all’infinito, in un gesto di coazione a ripetere perseguito allo scopo di indagare le possibilità e i limiti del linguaggio.
Comunicato stampa
Venerdì 3 maggio alle ore 18.30, presso lo Studio Trisorio alla Riviera di Chiaia 215, sarà inaugurata una personale di Sergio Fermariello.
L’alfabeto antropomorfo di Fermariello si basa su due soli elementi essenziali, la “i” e la “o”, ovvero la lancia e lo scudo dei suoi uomini guerriero che si moltiplicano all’infinito, in un gesto di coazione a ripetere perseguito allo scopo di indagare le possibilità e i limiti del linguaggio.
I suoi caratteristici segni/guerriero emergono da superfici tridimensionali di tela su acciaio o si susseguono sulla tela e sulla carta come scritture archetipiche. Dal 2000 l’artista si avvale della tecnica del taglio laser che gli consente di modulare i pieni e i vuoti delle superfici, opportunamente distanziate dal fondo del pannello, come in un altorilievo forato. Il segno si presenta come una sottrazione, una ferita, si mantiene in sospensione, nel vuoto.
Nelle opere più recenti, in mostra, i suoi segni sembrano voler conquistare una nuova dimensione di libertà irrompendo nello spazio con ancora maggior forza da sfondi cromaticamente saturi e brillanti.
Cavalli e cavalieri armati di lance e scudi escono dal muro come segni che esprimono lo stato di emergenza caratteristico della nostra contemporaneità e restano simboli universali capaci di raccontare l’eterna lotta degli uomini di ogni tempo.
Biografia
Sergio Fermariello vive e lavora tra Napoli e Capri. Nel 1989 ha vinto il premio internazionale Saatchi & Saatchi per giovani artisti. Dopo la sua prima mostra personale alla Galleria Lucio Amelio nel 1986 è entrato a far parte della collezione Terrae Motus. Ha esposto in spazi pubblici e privati in Italia e all’estero come l’International Kunstausstellung di Berlino e il Musée de l'Abbaye Sainte-Croix di Les Sables-d'Olonne, il Museo MAC di Niteroi in Brasile. Nel 1991 ha partecipato alla mostra internazionale Metropolis al Martin Gropius Bau di Berlino. Nel 1992 ha esposto alla galleria Yvon Lambert a Parigi e alla III Biennale di Istanbul. Nel 1993 ha partecipato alla 45ª Biennale di Venezia. Nel 2004 ha presentato al Pier 17 di New York l’installazione itinerante Avviso ai naviganti. Nel 2015 ha realizzato sul Litorale Domizio la grande installazione ambientale La terra di nessuno. Alcune sue opere sono state installate nella stazione Quattro Giornate della Metropolitana di Napoli, presso l’Aeroporto internazionale di Capodichino e nella nuova sede dell’Università Bocconi a Milano. Un suo lavoro è stato acquisito dal Museo di Capodimonte di Napoli.