Sergio Sarra – Nature
Mostra dove le opere dell’artista si confrontano con le collezioni di scultura classica conservate nel museo, appartenenti ad importanti famiglie aristocratiche come i Ludovisi, gli Altemps, i Riario e i Brancaccio.
Comunicato stampa
Il 19 settembre 2023 alle ore 19:00 si inaugura al Museo Nazionale Romano - Palazzo Altemps nature, la mostra personale di Sergio Sarra (Pescara, 1961), curata da Lorenzo Bruni e Ludovico Pratesi e appositamente concepita come un percorso all’interno dell’appartamento nobile del palazzo, dalla Sala isiaca alla Sala grande del Galata, dove le opere dell’artista si confrontano con le collezioni di scultura classica conservate nel museo, appartenenti ad importanti famiglie aristocratiche come i Ludovisi, gli Altemps, i Riario e i Brancaccio.
Indicativo del progetto è il titolo della mostra, nature, inteso nella sua definizione di participio futuro del verbo latino nascor, come ciò che sarà generato, che si produrrà spontaneamente. È una dichiarazione che svela l’approccio creativo dell’artista che ha ideato una narrazione incentrata sul tema della figura nel suo rapporto con lo spazio, attraverso rarefatte relazioni tra tratto e colore. “Sono entrato nelle sale del palazzo - spiega l’artista - immaginando opere non invasive, che interpretassero la storia e gli stimoli visivi e simbolici che vi sono presenti”. L’intervento di Sergio Sarra è costituito da 24 opere che riflettono sull’oggetto quadro e sul ruolo dello spettatore sollecitato quotidianamente dall’iper-informazione attuale. “Il Museo Nazionale Romano è lieto di proseguire così una tradizione di mostre legate al rapporto tra classico e contemporaneo, che nella sede di Palazzo Altemps ha già visto gli interventi di Matthew Monahan (2016), Alfredo Pirri (2018) e Elisabetta Benassi (2019)”, dichiara il Direttore Stéphane Verger.
I dipinti ad acrilico, su tavola e su carta, sono stati concepiti dall’artista come immagini azzerate, quasi icone contemporanee, in possesso di un’energia silente ma profonda, che aumenta la forza ieratica e solenne di figure concentrate nella loro assenza. Appesi alle pareti con l’antico sistema a cordicelle o appoggiati su consolle e supporti in legno, queste opere possiedono una particolare qualità evocativa, suggeriscono forme fantasmatiche, che intraprendono relazioni visive con le sculture presenti nelle sale, determinando rapporti inediti e inaspettati con capolavori di arte egizia, greca e romana, dal Torello Brancaccio al Trono Ludovisi.
In un deposito di immagini stratificate e sovrapposte, ispirate a sorgenti iconografiche di diversa natura e valenza, l’intervento di un pittore contemporaneo come Sergio Sarra assume un carattere dialogico, in grado di sottolineare la continuità tra le diverse “nature” delle opere d’arte, dalle sculture funerarie egizie agli affreschi cinquecenteschi.