Sergio Vacchi – Mondi Paralleli
Mondi Paralleli, la mostra che Fondazione Carisbo e Genus Bononiae. Musei nella Città dedicano al pittore visionario Sergio Vacchi.
Comunicato stampa
Inaugura a Palazzo Fava il 28 settembre Mondi Paralleli, la mostra che Fondazione Carisbo e Genus Bononiae. Musei nella Città dedicano al pittore visionario Sergio Vacchi e al suo sguardo modernissimo e precursore di tante espressioni figurative del contemporaneo, dall’onirismo cinematografico di Fellini al tratto sensuale di Guido Crepax. Protagonista assoluto dell’arte italiana del Novecento e maestro del cosiddetto “ultimo naturalismo” - secondo le parole dell’amico e grande ammiratore Francesco Arcangeli – Vacchi approda al Neoespressionismo, facendo tesoro di esperienze surrealiste che seppe ricollegare alla grande tradizione della metafisica di De Chirico.
La mostra, a due anni dalla scomparsa del Maestro, è curata da Marco Meneguzzo, che già nel titolo ha voluto richiamare proprio la capacità della pittura di Vacchi di compenetrare ambiti lontani dal mondo dell’arte, dal cinema alla letteratura al fumetto, anticipando la tendenza contemporanea alla contaminazione e al dialogo tra i diversi linguaggi artistici. Non a caso Vacchi - che da Bologna, sua città di nascita, si trasferì a Roma nel 1959 – entrò immediatamente in contatto non solo con il mondo artistico, ma con tutto il variegato ambiente intellettuale romano, stringendo amicizia con Renato Guttuso, Federico Fellini, Giuliana Calandra, Vittorio De Sica, Goffredo Parise, Paolo Volponi e numerosi altri artisti che gravitavano nella capitale e che mostrarono interesse ed entusiasmo per la sua personalissima pittura: a Roma Vacchi iniziò anche ad avere importanti collezionisti tra cui Carlo Ponti e Sofia Loren che acquistarono negli anni Sessanta ben centodieci suoi quadri.
Pittore quasi “compulsivo”, Vacchi procedeva per cicli pittorici a volte lunghissimi, altre esauriti in poche decine di quadri, tutti obbedienti ai propri impulsi, alle proprie storie, alla propria visione del mondo, spesso compenetrata di tragicità e ironia. Singolare la sua fortuna critica, che lo ha visto prima come esponente dell’informalismo, poi maestro del cosiddetto “ultimo naturalismo”, infine avviato verso un corrusco e scenografico surrealismo, pieno di rimandi simbolici.
Famosi sono infatti i “ritratti” e gli “autoritratti”, ideali e non, che Vacchi ha realizzato a partire dal 1965 per testimoniare dei propri amori intellettuali: Samuel Beckett, Franz Kafka, Alberto Savinio, Francesco Arcangeli, Giuliano Briganti, Roberto Tassi, Otto Dix, Greta Garbo, Francis Bacon e molti altri si ripetono ossessivamente nella sua “galleria dei ritratti” che verrà parzialmente riproposta al secondo piano di Palazzo Fava, sotto forma di “quadreria”.
Al piano nobile, invece, i grandi cicli cui era abituato Vacchi dialogheranno idealmente con quelli dei Carracci: si tratta di “storie”, di narrazioni, di incontri straordinari con i personaggi di tutte le epoche, in un’atmosfera cupa e grondante, che ricorda i notturni barocchi come le scenografie di Fellini e il Seicento al tempo stesso gaudente e penitente, come i trittici di Francis Bacon o le opere più misteriose di Max Ernst.
Un volume bilingue edito da Skira, con apparati scientifici completi e numerosissime illustrazioni accompagna la mostra: al suo interno i saggi critici inediti del curatore e di Renato Barilli, insieme a una testimonianza di Flavio Caroli.
La mostra è realizzata con la collaborazione della Fondazione Sergio Vacchi e con il sostegno di IMA.
Biografia
Sergio Vacchi nasce a Castenaso (Bo) nel 1925. Dopo una prima formazione in campagna, nel 1931, a sei anni, viene mandato a vivere a Bologna per frequentare la scuola elementare presso il Collegio San Luigi, gestito dai Padri Barnabiti. Nello stesso istituto frequenta le scuole medie e il liceo classico. Un gesto di affetto da parte dei genitori, che desideravano per lui una solida formazione classica, che non fu però mai perdonato dal figlio che si sentì mandato via di casa, lui solo e ancora così fragile e bisognoso delle premure materne. All'età di 19 anni si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza, ma dopo solo due esami sostenuti abbandona l'Università per dedicarsi alla sua vera passione, dipingere. Si avvicina alla pittura come autodidatta, senza aderire a studi canonici di scuole o accademie d'arte e per qualche tempo frequenta come allievo privato lo studio del pittore Garzia Fioresi. Nel 1946 prende in affitto uno studio in via Borgonuovo a Bologna: in questi primi anni viene influenzato dalla realtà artistica bolognese, dominata dalle due grandi personalità di Roberto Longhi e Giorgio Morandi. Frequentando saltuariamente la Facoltà di Lettere per assistere alle lezioni di Roberto Longhi incontra il suo allievo Francesco Arcangeli. Da quel momento nacque un’amicizia profonda e Arcangeli seguì ed amò profondamente l'artista che era in Vacchi, fu il suo protettore, il suo promotore, il suo confidente.
Vacchi espone per la prima volta nel 1949 alla Galleria Antico Martini di Venezia. Nel 1951 viene inaugurata la sua prima personale alla Galleria del Milione di Milano con catalogo a cura di Francesco Arcangeli. Le sue prime prove sono fortemente segnate da un'influenza postcubista, in particolar modo quella picassiana di Guernica (opera che aveva da poco iniziato a circolare negli anni del dopoguerra), dove la ricerca formale si sposava con l'impegno sociale. Nel 1958 le sue opere vengono esposte sia alla mostra di pittura contemporanea italiana di Copenaghen, che alla Contemporaries Gallery di New York. Nello stesso anno è presente alla Biennale di Venezia, come già nel 1956.
Nel 1959 si trasferisce a Roma, dove conosce e frequenta l'ambiente intellettuale romano, stringendo amicizia con Ennio Calabria, Renato Guttuso, Federico Fellini, Mario Missiroli, Piera degli Esposti, Giuliana Calandra, Vittorio De Sica, Marina Malfatti, Goffredo Parise, Paolo Volponi e numerosi altri artisti che gravitano nella capitale.
Dal 1962 al 1968 Vacchi si dedica a tre grandi cicli: Il Concilio, La morte di Federico II di Hohenstaufen, e Galileo Galilei semper, riflessioni sul potere ecclesiastico, storico e scientifico.
Nel 1964 ottiene una sala personale alla Biennale di Venezia dove espone le opere del Concilio: a seguito di ciò il Patriarca di Venezia Urbani proibisce agli ecclesiastici la visione di tali lavori.
Nel maggio 1965 sposa Letizia Balboni, appena separata dal regista Michelangelo Antonioni.
Nel frattempo viaggia in Germania e visita i musei dove trova quegli artisti della tradizione nordica a cui si sente più legato: Grosz, Griinewald, Kollwitz, Radzwill e molti altri. In particolare conosce l'opera di Otto Dix, del suo stile vigoroso ed oggettivo, del suo perverso erotismo; rimarrà sempre molto legato a questo artista profondamente psicologico. Nel 1974 è presente alla mostra Itinerario mitologico presso la Galleria dell'Oca di Roma insieme a Bocklin, De Chirico e Savinio. Negli anni Ottanta realizza una serie di ritratti di amici e personaggi da lui amati ed ammirati: Samuel Beckett, Franz Kafka, Alberto Savinio, Francesco Arcangeli, Giuliano Briganti, Roberto Tassi, Otto Dix, Greta Garbo, Francis Bacon e molti altri.
Nel 1996 la Galleria Spazio Italia di New York organizza una personale dal titolo Sergio Vacchi. Virtuallife, presentata dalla critica Barbara Rose. Nello stesso anno, la mostra antologica allestita al Palazzo della Permanente di Milano, viene spostata al Boca Raton Museum di Miami (Florida).
Nel 1997 Vacchi compie un nuovo trasferimento: lascia Roma per andare a vivere in Toscana, nei dintorni di Siena. Qui, presso il Castello di Grotti, nasce la Fondazione Sergio Vacchi. Negli anni Duemila si dedica ai ritratti dedicati a Greta Garbo, protagonista di un nuovo ciclo.
Nel 2009 si tiene a Berlino la mostra monografica Sergio Vacchi. Ritratti del mondo del Cinema.
Vacchi muore Il 15 gennaio 2016: è sepolto nel parco della Fondazione che porta il suo nome.
Le principali mostre
Milano, Galleria Il Milione, Sergio Vacchi, 1951
Venezia, XXVIII Biennale Internazionale d'Arte di Venezia, 1956
New York, The Contemporaries Gallery, Sergio Vacchi, 1958
Venezia, XXIX Biennale Internazionale d'Arte di Venezia, 1958
Roma, Palazzo delle Esposizioni, VIII Quadriennale Nazionale d'Arte di Roma, 1960
New York, The Solomon R. Guggenheim Museum, Guggenheim International Award, 1960
Roma, Galleria L'attico, Possibilità di relazione, 1960
Roma, Galleria Odyssia, Sergio Vacchi, 1962
Venezia, XXXII Biennale Internazionale d'Arte di Venezia, 1964
Roma, Palazzo delle Esposizioni, X Quadriennale Nazionale d'Arte, 1973
Roma, Galleria dell'Oca, Itinerario mitologico. Boecklin, De Chirico, Savino, Vacchi, 1974
Milano, Galleria Compagnia del Disegno, Sergio Vacchi. Opere su carta 1990-1994, 1994
Firenze, Palazzo Pitti, Sergio Vacchi, la sua arte la sua collezione: Gli anni di Grotti 1997-2001, 2001