Shibari_la trascendenza nell’abbandono

Informazioni Evento

Luogo
IL VIVAIO DEL MALCANTONE
via del Malcantone 15, Firenze, Italia
Date
Il
Vernissage
08/03/2015

ore 13.30

Generi
performance - happening
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Una giornata dedicata al Kinbaku, lʼarte giapponese di legare con le corde anche conosciuta come Shibari o Bondage giapponese.

Comunicato stampa

Domenica 8 marzo Il Vivaio del Malcantone propone una giornata dedicata al Kinbaku, lʼarte giapponese di legare con le corde anche conosciuta come Shibari o Bondage giapponese. La tematica verrà affrontata attraverso diverse modalità e contributi provenienti da figure professionali impegnati in settori diversi. Sarà possibile partecipare al laboratorio tenuto dalla danzatrice e coreografa Barbara Stimoli, in scena alle 21 con una performance che nasce dalla ricerca basata sul rapporto che si va a delineare tra chi lega e chi è legato. A seguire un talk a cui parteciperanno Pietro Gaglianò, critico d'arte contemporanea, Cristina Di Maggio, storica del costume e Paolo Quattrini, psicologo-psicoterapeuta, fondatore e direttore dell’Istituto Gestalt Firenze.

ore 13.30-19
Laboratorio di improvvisazione attraverso l’arte delle corde
condotto da Barbara Stimoli

ore 21
Shibari_la trascendenza nell’abbandono
performance
con Barbara Stimoli

ore 21.30
talk
con Pietro Gaglianò, Paolo Quattrini e Cristina Di Maggio

“La trascendenza nellʼabbandono. Affidarsi e lasciare il peso delle scelte, guadagnando un ruolo preciso. Preciso come i movimenti che preparano lʼabbraccio che donerà una nuova forma.”
Spartaco Cortesi

Kinbaku è lʼarte giapponese di legare con le corde anche conosciuta come Shibari o Bondage giapponese. Negli anni, questʼarte è stata applicata in diversi contesti, assumendo sfaccettature molteplici: ogni artista la re-interpreta personalmente. L’approccio di Barbara Stimoli si alimenta della formazione come danzatrice/performer e dell’interesse per tutto ciò che è legato al corpo e al movimento. Lo shibari/kinbaku è innanzitutto relazione, un patto di fiducia tra chi lega e chi è legato e viceversa. La tensione delle corde è il legame che li unisce. Tra le due parti si instaura un gioco di ruoli, in cui chi lega si prende la responsabilità e la cura dellʼaltro, mentre chi è legato fa un atto di accettazione e abbandono, unʼazione nella non-azione. Chi è legato espone la sua fragilità, le sue possibili contraddizioni. Nellʼimmobilità e nella costrizione scopre una nuova forma e libertà, si esperiscono i limiti del corpo e di sé, una totale assenza/presenza fisica e la trascendenza da sé.

Al termine della performance l’esperienza dello Shibari diventerà oggetto di riflessione, un’occasione di rispecchiamento in una pratica intensa e ricca di ambiguità, capace di oscillare tra la body art e il gioco erotico, la metafora e il rito. Un atto carico di valore simbolico che, come molte pratiche orientali, ha la capacità di legare insieme i differenti livelli dell’esperienza estetica. Nell’arte del legamento si rende evidente una tensione vitale e relazionale che si trasforma così in gioco e rappresentazione per essere agita e trasformata. Concedersi all’altro nell’eterna e opaca dinamica della dominazione, abbandonare il corpo, permettere il controllo, fidarsi, esporsi alla dialettica tra forza e arrendevolezza. Le molte metafore possibili e le mille declinazioni semantiche di questo lungo discorso daranno vita ad un dibattito a più voci intrattenuto con il pubblico grazie anche alla presenza di Paolo Quattrini psicologo e psicoterapeuta, Pietro Gaglianò critico d’arte e studioso dei linguaggi contemporanei, Cristina Di Maggio docente di storia del costume orientale e cultrice di esoterismo.

Barbara Stimoli
danzatrice e coreografa si è formata attraverso le tecniche del movimento: la danza contemporanea, lo Yoga, il Feldenkrais, la contact improvisation e l’Aikido. Da alcuni anni esplora lo shibari/kinbaku, grazie all’incontro con maestri come Shadow, Felix Ruckert, Dasniya Sommer, Arirue Go, Kinoko Hajime, Yoroi Nicolas: le corde diventano per lei uno strumento per ampliare e indagare le possibilità del corpo, le sensazioni, gli stati emotivi. Tiene lezioni e laboratori sull’arte delle corde e realizza performance shibari.

Cristina Di Maggio
Docente di storia del costume orientale e cultrice di esoterismo, docente e tutor presso Corso di Laurea in Cultura e Stilismo della moda all’Università di Firenze; insegna da 15 anni all’Accademia internazionale della moda e del costume Koefia di Roma, all’Istituto Ent art Polimoda , accademia di belle Arti, allo IED Roma e in vari altri istituti, dove tiene corsi legati sull’etnicità dei costumi, le antiche e nuove tendenze, gli stili di vita nel costume e nella moda, la scienza tessile e la merceologia. E’ stata consulente per i costumi teatrali e si è occupata di Organizzazione di eventi per lo spettacolo per l’ associazione Buoncostume dal 1995 al 1999. Presidente dell’associazione Accademia Metafisica Applicata dal 2012.

Paolo Quattrini
psicologo e psicoterapeuta è fondatore e direttore dell’Istituto Gestalt Firenze nel quale si svolgono programmi di ricerca, formazione ed interventi clinici relativi al processo evolutivo dell’individuo, dei gruppi e della comunità in una prospettiva fenomenologico esistenziale. Oltre ai numerosi articoli, ha pubblicato “Manuale di psicoterapia ad uso del paziente” e “Fenomenologia dell’esperienza” edizioni Zephiro.

Pietro Gaglianò
Critico d’arte e studioso dei linguaggi contemporanei. I suoi principali campi di indagine riguardano il contesto urbano, architettonico e sociale come scena delle pratiche artistiche contemporanee; l’applicazione delle arti alle questioni dell’emergenza geopolitica; i rapporti tra le pratiche dell’arte visiva e i sistemi teorici della performance art e del teatro di ricerca. Sperimenta forme ibride tra arte e formazione, in cui linguaggi creativi sono impiegati in funzione antidiscriminatoria e come strumento per l’aumento della consapevolezza sociale.
Dal 2000 esercita un’intensa ricerca di scrittura critica, curatela e progettazione eventi.
Ha curato volumi e pubblicato testi in collane specialistiche e cataloghi di mostre personali o collettive, da lui curate o alle quali ha collaborato.