La mostra Shine presenta le opere aniconiche di tre artisti.
Comunicato stampa
VAN DE MENIS, ELISA GREZZANI, DAVID LINDBERG
SHINE
Torino, 23 maggio- 29 luglio 2023
Milano, 25 maggio- 29 luglio 2023
Verona, 27 maggio- 29 luglio 2023
La mostra Shine presenta le opere aniconiche di tre artisti, Ivan De Menis, Elisa Grezzani e David Lindberg, dove la qualità astratta della pittura e l'utilizzo di materiali traslucenti come la resina diventano denominatori comuni di ricerche che assumono il colore come luce.
Nelle opere di Ivan De Menis (Treviso, 1973) l’assottigliamento semantico va di pari passo con l’esigenza di costruire il discorso pittorico su fondamenti controllati e sistematici. De Menis procede con la lavorazione della materia pittorica, stratificando le stesure degli smalti, addensando le resine, facendo incontrare materiali estranei come il pluriball e il polistirolo al pigmento. In alcune opere l’artista lascia intravvedere la successione del tempo del dipingere nei toni, nei passaggi cromatici, nelle “cadute” di colore, nelle trasparenze delle velature. Altre volte invece congela la materia pittorica in un effetto di vitreo splendore: in questo caso la superficie cromatica sembra fissare sincronicamente la successione temporale dei gesti del dipingere in un attimo di eternità condensato nella lucentezza del colore.
La pittura di Elisa Grezzani (Bressanone, 1986) nasce invece dalla composizione di livelli, contrasti di colori e forme che generano un gioco di tensioni sulla superfice pittorica. La matericità del colore a olio e acrilico è attenuata da uno strato di resina stesa sull’intera opera. Grazie alla sua trasparenza, la resina crea profondità di campo tra i colori sottostanti ed esalta giochi di luce sulla superficie del dipinto, creando un'atmosfera di sospensione che invita alla contemplazione. Le opere in mostra testimoniano la volontà dell'artista di trovare un equilibrio tra forma e colore, secondo un concetto di classicità dove la bellezza rimane un tema centrale con cui confrontarsi. Grezzani pone il suo lavoro sulla sottile linea che separa il bello dal brutto, l’armonico dal dissonante per sperimentare fin dove forme e colori apparentemente contrastanti possono resistere uno accanto all’altro.
Assecondare il caso per cristallizzarlo in un’opera è l’intento principale di David Lindberg (Des Moines, USA, 1964). Nelle opere in mostra l’artista americano si concentra sul movimento del colore nella resina: utilizza materiali e pigmenti composti di resina per guidarne il flusso imprevedibile mentre induriscono lentamente. Per ogni quadro stende i colori sulla tavola di legno e lascia che il pigmento e la resina si depositino secondo le loro differenze di peso, viscosità e volume. I colori si muovono per oltre quattro ore: la materia interagisce con il tempo e matura anarchiche sinuosità di forme e colori, in una paziente attesa di rivelazioni. Nascono così visioni fluide, mondi organici, cristallizzati dietro colate trasparenti di materia.