Shirazeh Houshiary – Breath
Shirazeh Houshiary parteciperà con un progetto selezionato come Evento Collaterale alla 55° Mostra Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, presentando la sua opera Breath: un video a quattro canali concepito originariamente nel 2003, in versione rimasterizzata e nell’ambito di un’unica installazione site-specific.
Comunicato stampa
“Ho deciso di catturare il mio respiro,
per trovare l’essenza della mia esperienza personale,
che trascende nome, nazionalità, culture.”
Shirazeh Houshiary
Between, 2010-11 - Pencil, pigment and black acquacryl on canvas and aluminium
190 x 540 cm (diptych) – detail
Photograph by Dave Morgan
Image courtesy of the artist and Lisson Gallery
Shirazeh Houshiary parteciperà con un progetto selezionato come Evento Collaterale alla 55° Mostra Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, presentando la sua opera Breath: un video a quattro canali concepito originariamente nel 2003, in versione rimasterizzata e nell’ambito di un’unica installazione site-specific.
In Breath (2012 -13) i canti evocativi di preghiere buddiste, cristiane, ebraiche e islamiche si diffondono attraverso quattro diversi schermi video. Il suono è coreografato insieme alle immagini, che restituiscono le impronte del respiro dei cantori, nel momento dell’inspirazione e dell’espirazione. L’installazione consiste in un’area rettangolare coperta da un feltro nero, cui si accede attraverso uno stretto passaggio che conduce a un interno bianco, debolmente illuminato. Qui sono collocati i quattro schermi, sospesi all’altezza dello sguardo del visitatore, da cui i canti delle diverse tradizioni si levano e si attenuano, fluttuano facendosi più intensi e sfumano in un coro ammaliante che riempie la stanza, ciascuno dei quali espandendosi oltre il muro. Laddove all’interno vi è unità, all’esterno vi è molteplicità.
La sede che ospiterà questa inedita rappresentazione dell’opera Breath di Shirazeh Houshiary è La Torre di Porta Nuova, costruita durante il restauro dell’Arsenale che ha avuto luogo tra il 1809 e il 1814. Eretta a fianco di quello che un tempo era il nuovo portone di ingresso nella parete orientale dell’Arsenale, con i suoi quasi 35 metri di altezza l’imponente torre fu costruita per consentire il posizionamento delle alberature sulle grandi navi.
Ispirata dalla storia, dalla posizione e dalla monumentalità della Torre, Shirazeh Houshiary ha immaginato una struttura – un’area delimitata avvolta da un tessuto pesante, la cui presenza richiama l’atto di coprire con un velo – all’interno dalla quale il lavoro sarà collocato. La struttura apparirà come una presenza ammaliante, ambientata nell’interno a volta della Torre, che agirà sia per catturare che per fondere insieme le diverse invocazioni, ma anche per isolarle ed estrarle dal coro, proiettando i suoni in uno spazio più ampio. Shirazeh Houshiary ha ripensato l’opera per trasformare la Torre e renderla abitata e, al contempo, fa in modo che l’opera stessa sia plasmata dalla specificità del luogo: una Torre che è porta di accesso all’Arsenale, un confine, una soglia.
La mostra comprenderà anche una serie di nuovi dipinti che verranno esposti insieme al maestoso dittico Between, la più grande opera su tela che Shirazeh Houshiary abbia prodotto sino ad oggi.
I dipinti di Shirazeh Houshiary quasi esigono la loro minuziosa lettura, ma al tempo stesso la negano, con il loro evocare le topografie impossibili del microscopico e della cosmologia. Partendo sempre da una base di pittura acrilica nera o bianca, la matita viene utilizzata per comporre differenti livelli di testo: catene intricate di immagini calligrafiche formate da due parole, un’affermazione contrapposta a una negazione. Le parole vengono poi sovrapposte l’una all’altra, sino a trasformarsi in velature trasparenti, amalgamate da esplosioni di colore che sembrano filtrare dal centro della tela.
Membrane di grafite simili a veli si librano sulla superficie dei dipinti della Houshairy, forate dallo spettro della presenza: le forme sembrano emergere dal nulla e allo stesso tempo rientrarvi, creano una spaccatura liminale o una sostanziale rottura. Le iscrizioni formano reti sinaptiche che serpeggiano e turbinano intorno a torrenti di pittura, imbrigliando un’energia luminosa che crea una vibrazione cromatica, superando i confini della tela, disperdendosi poi nello spazio infinito.
La versione di Breath che sarà presentata a La Torre è gentilmente messa a disposizione dal Solomon R. Guggenheim Museum di New York.
Note per la stampa
Shirazeh Houshiary, cenni biografici
Shirazeh Houshiary nasce in Iran nel 1955. Nel 1974 si trasferisce a Londra. Ha studiato presso la Chelsea School of Art. E’ stata junior Fellow presso il Cardiff College of Art dal 1979 al 1980 e ha ottenuto la cattedra presso il London Institute nel 1997.
Shirazeh Houshiary si è affermata rapidamente tra le fila dell’avanguardia di una nuova generazione di scultori che hanno lavorato in Gran Bretagna negli anni ’80 e il suo lavoro è stato poi incluso in importanti mostre collettive quali Aperto ’82, XL Biennale di Venezia nel 1982, e ‘Les Magiciens de la Terre’ presso il Centre Georges Pompidou, Parigi nel 1989. Nel 1984 ha prodotto la sua prima personale presso la Lisson Gallery, dove ha continuato ad esporre con regolarità.
Il Centre d’Art Contemporain, Ginevra, ha organizzato una personale per il Musée Rath, Ginevra nel 1988, che è poi andata in tour anche al Museum of Modern Art, Oxford nel 1989. Ulteriori personali sono state ospitate dal Camden Arts Centre, Londra (1993) e dalla Tate Liverpool (2003), tra le altre. La sua mostra Isthmus, è stata esposta per la prima volta al Magasin Centre National d’Art Contemporain de Grenoble, prima di andare in tour al Museum Villa Stuck München, al Bonnefantenmuseum Maastricht, e alla Hochschule für Angewandete Kunst Vienna nel periodo 1995–1996. Il suo lavoro è stato incluso nella XXIII Bienal de São Paulo, 1996; ’10 Intensità In Europa’, Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato, 1998; ‘Skultur: A Brick Invention’, Basilea, 2000; Skulptur Biennial Münsterland, 2003; ‘Art and Happiness’, Mori Art Museum, Tokyo, 2003; ‘Turning Points 20th Century British Sculpture’, Tehran Museum of Contemporary Art, 2004; ‘Without Boundary’, Museum of Modern Art, New York, 2006; ‘What is Painting’, Museum of Modern Art, New York 2007; Deloitte Ignite, Royal Opera House, Londra, 2008; ‘Between Metaphor and Object’, IMMA, Dublino, 2009; Sydney Biennale, 2010; 13° Mostra Internazionale di Architettura, Biennale di Venezia, 2012; The First Kyiv International Biennale, 2012.
Nel 1994 Shirazeh Houshiary è stata nominata per il Turner Prize dalla Tate Gallery. Le sue opere fanno parte di prestigiose collezioni pubbliche che comprendono il Museum of Modern Art, New York; il Solomon R. Guggenheim Museum, New York; il Metropolitan Museum of Modern Art, New York; la Tate Collection, Londra e la Qatar Museums Authority Collection.
Shirazeh Houshiary vive e lavora a Londra.
Informazioni Pratiche
Orari di apertura: 10.00 – 18.00
Chiuso il Lunedì, eccetto il 3 giugno e il 18 novembre
Sede: La Torre di Porta Nuova, Arsenale Nord, Venezia
Vaporetto: Fermata Bacini o Celestia (linea 5, 1, 5.2, 4.1, 4.2)
Sponsor: Lisson Gallery; www.lissongallery.com
Lisson Gallery
Fondata nel 1967 da Nicholas Logsdail, Lisson Gallery ha mantenuto nel tempo intatta l’unicità del proprio profilo e il suo ruolo trainante tra le più innovative gallerie del mondo, ponendosi in prima linea nello sviluppo dell’arte contemporanea.
Nel corso di questi quarantacinque anni di vita, Lisson Gallery ha dato impulso alle carriere di almeno cinque vincitori del Turner Prize e individuato e sostenuto generazioni diverse di artisti concettuali, con approcci radicali e innovativi rispetto alle possibilità artistiche della loro epoca. Tra questi, i pionieri del Concettualismo Minimalista: Sol LeWitt, Peter Joseph, Robert Mangold e Art + Language; i nuovi scultori inglesi come Tony Cragg, Richard Deacon, Anish Kapoor e Julian Opie; e le ultimissime generazioni di artisti internazionali che comprendono Marina Abramovic, Allora & Calzadilla, Ai Weiwei e, più recentemente, Ryan Gander e Haroon Mirza.
Questo progetto espositivo è parte del programma Lisson Presents, con il quale la Galleria apre la propria attività curatoriale al di là dei propri spazi di Londra e Milano, lavorando in collaborazione con le istituzioni e gli artisti, per presentare nuove iniziative in tutto il mondo. I progetti recenti includono “The Mafic of the State”, una mostra e una iniziativa editoriale realizzate in collaborazione con la Città di Beirut, una nuova iniziativa d’arte con spazio espositivo a Il Cairo, in Egitto; “Nostalgia for the Future”, una mostra di artisti britannici della scuderia Lisson Gallery presentata al Centro Brasileiro Britânico di San Paolo, in Brasile.