(Shit Must Stop) S.M.S.
La mostra rientra nella serie ‘One’ progettata con Achille Bonito Oliva. La mostra S.M.S. è in collaborazione con Studio Arte 15. Per la prima volta S.M.S. viene celebrata in Europa.
Comunicato stampa
Mercoledì 12 dicembre dalle ore 18:30 Il Ponte Contemporanea è lieta di presentare la mostra S.M.S (Shit Must Stop). La mostra rientra nella serie ‘One’ progettata con Achille Bonito Oliva. La mostra S.M.S. è in collaborazione con Studio Arte 15. Per la prima volta S.M.S. viene celebrata in Europa.
La scelta di inaugurarla a dicembre è per ricordare, e celebrare, i cinquanta anni dall’ultima uscita del volume S.M.S. (Shit MustStop) edito in America e spedito come messaggio a 2.000 aderenti in tutto il mondo. Siamo nel 1968 a New York. L’operazione iniziò a febbraio e terminò a dicembre dello stesso anno.
Achille Bonito Oliva
SMS come S.M.S.
“L’artista William Copley nel 1968 mise in discussione il sistema dell’arte, superando la triade artista - critico – gallerista con S.M.S. (Shit must stop) mettendo a disposizione il suo loft a New York per un’operazione durata tutto l’anno che coinvolgeva artisti di diversi paesi e diversa estrazione culturale. S.M.S. raccolse artisti particolari ed originali assemblandoli in un unico spazio/catalogo, destinando la fruizione ad un mirato collezionismo internazionale. Dimostrazione che l’arte è produzione di una forma interpersonale più che universale. La formula profetizza l’avvento telematico di una comunicazione istantanea e diretta. Una comunicazione ad personam che privilegia la destinazione a un soggetto prescelto e solitario. Ecco che l’ azione del sessantotto ispirata alla “Boite en valise” di Macel Duchamp, si collega all’ attuale SMS (Short message system). Una comunicazione fruibile nel privato del destinatario sviluppando un godimento che riduce la distanza tra produttore e fruitore ed esalta la capacità dell’arte di penetrare senza alcuna inibizione”.
S.M.S. consiste in una collezione d’arte usata come messaggio tra gli aderenti surclassando curatori, critici e musei quindi, il messaggio, in forma di scatola contenente arte, veniva recapitato ai duemila che avevano aderito all’operazione.
S.M.S. è composta da opere sia da “leggere” che da “vedere”. Potrebbe essere esposta in una libreria cosi come in una galleria o in un Museo. Durante il 2018 diversi Musei e gallerie in America hanno celebrato i cinquant’anni dell’operazione. S.M.S. è nella collezione permanente di diversi musei di tutto il mondo. Gli artisti che abbiamo selezionato e, che al meglio rappresentano tutta l’operazione artistica, culturale e provocatoria del 1968 sono:
James Lee Byars: Black Dress, Walter de Maria, Chicago Project, Joseph Kosuth, Four Titled Abstracts, Man Ray, The Father of Mona Lisa, Roy Lichtenstein, Folded Hat, Mimmo Rotella, 6 Prison Poems, Yoko Ono, Mend Piece for John, Richard Artschwager, Cover Design, Betty Dodsodson, Friends, Meret Oppenheim:Three Color Separations.
In collaborazione con: Studio Arte15