Show Food
Show Food presenta una moltitudine di sguardi sul cibo, non solo inteso come bene primario, quanto come uno straordinario veicolo di relazione, scambio e conoscenza, come elemento che non svanisce, ma che si trasforma e ci trasforma.
Comunicato stampa
Giovedì 16 gennaio, alle ore 18.00, inaugura la mostra collettiva Show Food, a cura di Orietta Brombin.
L’esposizione dà il via, con la direzione artistica di Piero Gilardi, alla programmazione artistica 2014, Commons Art, arte quale reale bene comune, intesa esattamente al pari delle risorse naturali (come l’acqua, l’aria, ecc.). Le esperienze della Bioarte ci aiutano a sviluppare consapevolezza e generare nuove pratiche del vivere condiviso e, attraverso questo programma, il PAV continua a rappresentare e costituire con le sue opere un possibile palcoscenico del mondo, suggerendo narrazioni, visioni critiche e alternative praticabili per fronteggiare le crisi.
Show Food presenta una moltitudine di sguardi sul cibo, non solo inteso come bene primario, quanto come uno straordinario veicolo di relazione, scambio e conoscenza, come elemento che non svanisce, ma che si trasforma e ci trasforma. La stessa costruzione della storia delle civiltà, così come le innumerevoli guerre fra popoli, sono rappresentative della continua ricerca di possesso delle materie prime vicine e raggiungibili, come degli oggetti del desiderio visibili all’orizzonte, anche di quello più lontano.
Sul tema della migrazione si sviluppa l’installazione interattiva Nomadi della piattaforma Officine Sintetiche Lab 2013, con la direzione di Ali Zaidi (1963, India, Pakistan, UK). L’opera interattiva multimediale, che coinvolge in un percorso audio-visuale con più di 50 documenti video, narra le storie di tre ingredienti comuni per la maggior parte della popolazione mondiale: il riso, il grano e il caffè. Brigitte de Malau (France, 1954) offre con La table de Circé (2013), attraverso la performance realizzata in occasione dell’inaugurazione della mostra Internaturalità, la visione del PAV quale territorio ideale per la raccolta delle erbe e la sperimentazione concreta di ricette provenienti dalla storia più antica e dal mito.
Su un piano critico, il documento video del Workshop_25/Methodology of squandering (Metodologia dello sperpero), condotto da Norma Jeane (1962, USA) in collaborazione con lo chef Luca Fogato nell’aprile 2012, propone un esercizio sul desiderio, sul cibo quale medium in arte, sul Potlatch (cerimonia tribale in cui vengono ostentate pratiche del dono e della dissipazione dei beni, considerate generatrici di prestigio soociale). Opere di Michel Blazy (1966, Principauté de Monaco, France) sono le due opere video Le chien et la souris (2005) dove un piccolo topo domestico si ciba di una scultura organica all’interno dello studio parigino dell’artista e The Party (2009) dove granchi, lucertole e uccelli della Martinica sono osservati mentre conquistano e consumano il junk food offerto loro dall’artista. Sempre Blazy, che con Self Bar riflette sull’impiego di materiali commestibili e sugli scarti che siamo soliti generare, è l’ispiratore del video I’m making art (food), realizzato e condotto dalle Attività Educative e Formative del PAV in occasione del workshop pubblico di cui è documentata la costruzione della vanitas collettiva.
Nell’ambito della mostra, le AEF (Attività Educative e Formative) del PAV propongono Fame di Cosa, laboratorio in progress proposto ai visitatori di Show Food per realizzare una tavola verticale, apparecchiata durante lo sviluppo della mostra, quale oggetto di indagine sul sentire diffuso della relazione tra noi e il nostro cibo, gli aspetti concettuali, ludici, espressivi, simbolici. Attraverso l'azione in progress sarà possibile osservare le consuetudini, compreso lo scontro con la cultura del consumo e della produzione, dei delicati rapporti emotivi riversati sulle risorse materiali da cui dipende la nostra vita quotidiana.