Shozo Shimamoto
Cardi Gallery Milano ha il piacere di presentare una grande mostra personale dell’artista giapponese Shozo Shimamoto (Osaka, 1928-2013).
Comunicato stampa
"Probabilmente io mi discosto parecchio dal concetto di artista che si ha in generale.
Il fatto di voler vivere un'esperienza nata dal caso va ancora più avanti della semplice ricerca della libertà,
è una realtà fissata nel mio cuore. Sono alla ricerca della verità."
SHOZO SHIMAMOTO
Cardi Gallery Milano ha il piacere di presentare una grande mostra personale dell’artista giapponese Shozo Shimamoto (Osaka, 1928-2013).
Questa esposizione, attraverso un importante corpus di opere, mira a valorizzare la più tarda produzione dell’artista, che Rosanna Chiessi, fondatrice e presidente dell’Associazione Shozo Shimamoto fino alla sua scomparsa, ha supportato attraverso l’organizzazione di molte delle performance che hanno reso il maestro celebre in tutto il mondo.
Shozo Shimamoto è stato co-fondatore con Jiro Yoshihara del movimento Gutai (che significa 'concretezza'). Nel 1954 il movimento prese le mosse da una serie di fermenti che in quegli anni animarono il Giappone e favorirono un processo di radicale ripensamento della tradizione artistica e pittorica in particolare. Il Gutai guarda alla tradizione occidentale, alle avanguardie europee, all’Informale, al razionalismo minimalista, e mira a superarli sperimentando nuove soluzioni linguistiche. Con il Manifesto Gutai del 1956 e Per una messa al bando del pennello, scritto dallo stesso Shimamoto nel 1957, si delineano i riferimenti (tra i quali l’action painting di Pollock) e gli intenti di questa esperienza artistica: l’arte è azione, l’atto di dipingere è autonomo rispetto al risultato che ambisce a raggiungere, l’arte si fa evento. Le performance outdoor di Shimamoto sfociano in vere e proprie installazioni ambientali, in cui l’interazione con il visitatore e con lo spazio circostante superano la dimensione contemplativa dell’opera e introducono un’esperienza attiva alla fruizione.
L’idea di Shimamoto è ricondurre il colore alla dimensione di materia, alla fisicità di elemento cromatico non più percepito come veicolo della rappresentazione. Shimamoto sceglie di utilizzare uno strumento intermediario, quasi un aiuto meccanico - come la bottiglia o il bicchiere pieno di colore che s’infrange sulla tela - che distanzi l’artista dalla materia cromatica e metta in gioco il caso per annullare la personalizzazione dell’espressione artistica.
Il risultato della sua tecnica, definito bottle crash, è una vera esplosione cromatica. Specialmente nell’ultimo decennio della sua produzione, le azioni di bottle crash assumono una particolare configurazione sia per quanto riguarda il rapporto tra evento e opera, sia per la dimensione emotiva connessa all’azione. Si tratta infatti di momenti rappresentativi e spettacolari, veri e propri atti sociali, che prevedono la produzione di quadri quale loro esito. Il risultato è frutto del caso, ma il gesto e la sua spettacolarizzazione sono calibratissimi. Shimamoto, talvolta in posizione sopraelevata rispetto al “campo” di lavoro, non si limita a scagliare contro la superficie terrena i bicchieri di plastica e le bottiglie riempite di colore, ma le solleva, le mostra in una sorta di ostensione celebrativa e poi le affida alla caduta. Le performance di Shimamoto sono una manifestazione drammaturgica, spesso dai connotati di una danza. Le sue tele, come grandi e piccoli universi, racchiudono questa danza cosmica al loro interno e ne liberano l’energia davanti a chi le osserva.
Rosanna Chiessi, è stata simbolo e protagonista femminile del mondo dell’arte italiana e internazionale attraverso il suo impegno nella conoscenza e diffusione di alcune delle avanguardie più influenti del secondo Novecento (Fluxus, Arte Concettuale italiana, Azionismo Viennese e altro). Ha fondato l’Archivio Pari&Dispari e si è interessa, nell’ultimo decennio della sua vita, al movimento Gutai e in particolare all’opera di Shimamoto, con il quale ha instaurato un profondo rapporto di amicizia e collaborazione.
Tra le opere esposte in galleria figurano anche alcuni dei più interessanti esiti delle performance svolte nel 2008 alla Certosa di Capri e a Punta Campanella.
Shozo Shimamoto è nato a Kwansei Gakuin nel 1928, dopo aver frequentato l’Università di Kansui Gakuin è diventato celebre per avere fondato negli anni Cinquanta il movimento Gutai e si è contraddistinto per aver basato il suo stile pittorico sull’azione, dando una risposta orientale all’Espressionismo astratto di Pollock e agli Happenings di Allan Kaprow. Il suo lavoro è stato incluso in una serie d’importanti mostre, tra le quali quelle al Solomon Guggenheim Museum di New York, al MOCA di Los Angeles, al Jeu de Paume di Parigi, e trova posto nelle collezioni permanenti di importanti istituzioni internazionali quali la Tate Modern di Londra, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma e il Museo d’Arte Contemporanea di Tokyo. Nominato per il premio Nobel per la pace nel 1996, Shimamoto è morto a Osaka nel 2013 all’età di 85 anni.