Sibilla Cabinet
Residency 80121 è lieta di annunciare l’inaugurazione di Sibilla Cabinet, “studiolo”, libreria consultabile, specializzata in arte e teorie contemporanee. Il 13 Febbraio alle ore 18.00 apre al pubblico con la prima delle attività 2019: il lancio del libro Recipes for Survival di Maria Thereza Alves.
Comunicato stampa
Residency 80121 è lieta di annunciare l’inaugurazione di Sibilla Cabinet, “studiolo”, libreria consultabile, specializzata in arte e teorie contemporanee. Il 13 Febbraio alle ore 18.00 apre al pubblico con la prima delle attività 2019: il lancio del libro Recipes for Survival di Maria Thereza Alves.
Pubblicato con University of Texas Press, e con un’introduzione del noto antropologo Michael Taussig, Recipes for Survival è per la prima volta presentato in Europa. Lidia Curti, professoressa onoraria di letteratura all’Università di Napoli “L’Orientale”, esperta di letteratura diasporica femminile e del pensiero femminista contemporaneo e Iain Chambers, antropologo e sociologo, uno dei principali esponenti del celebre Centro per gli Studi della cultura Contemporanea all’Università di Birminghan e fondatore del Centro per gli Studi Coloniali e di Genere presso “L’Orientale” di Napoli, introducono la presentazione del libro. Si deve a loro un doppio intervento: "Poesia, politiche, prospettive nell'arte di Maria Thereza Alves" di Lidia Curti e “Vivere, sopravvivere e oltre: la sfida postcoloniale” di Iain Chambers.
L’artista brasiliana Maria Theresa Alves presenta il volume ed è in conversazione con Andrea Viliani, direttore del Madre Napoli, Museo d’arte contemporanea Donnaregina e Lorenzo Michele Gigotti, co-editore e fondatore di Nero (Roma).
Recipe for Survival è un’antologia che narra con intimità le vite e i corpi di coloro che sono agenti attivi coinvolti criticamente nella storia. Un memoriale documentativo e poetico che Maria Thereza Alves compone all’età di 21 anni. Il libro nasce dalla volontà dell’artista di documentare l’alterità della storia.“This implies an X-ray of the species and a caressing of the wound that is history” cita Michael Taussig. Si tratta, infatti, di un lavoro di documentazione fotografica che l’artista ha scattato negli anni in cui, studentessa alla Cooper Union negli US, decide di tornare nel suo paese natale per documentare l’entroterra del Brasile da cui la famiglia proviene. L’artista chiedeva alle persone come volevano essere fotografate. I ritratti riescono così a includere la rivelazione di essere indigeni, i braccianti e le loro condizione di schiavitù, donne con i capelli selvaggi sottomesse e ribelli. La narrazione dei testi aggiunge note concise alle immagini. Contadini indebitati, meccanici e riparatori con i loro cani, ritratti di occhi mai fuoriusciti dalle ”proprie” terre, contraccettivi vietati da storie atroci, animali maltrattati dalla paura, scarni interni quotidiani, sono raccontati con il rigore della ricerca di una verità riparatrice. Ai testi si accompagnano i report dei guadagni dei negozi alimentari, poesie, ricette di dolci, liste di uccelli, di alberi e di animali locali, e tante altre tracce intime della vita di piccoli villaggi in zone diverse del Brasile. Le storie documentate sono spesso amaramente anche solo strategie di sopravvivenza. L’interdipendenza di soggetti diversi fa coincidere arte e documentario, la regia e gli attori della narrazione. Sono nomi umili iscritti sui volti di una nuova storia composta di sopravvivenza e di umanità. Ritratti del passato e immagini di un futuro che va restituito con l’evidenza dell’alterità. La raccolta di foto riflette l’intimità dell’immagine: appropriazione dello specchio nella figurazione dell’altro. Impronta di un soggetto che sa di essere, le immagini raccolte sono calco di una riconciliazione a venire. I testi narrano come epitaffi asciutti le umiliazioni ancora troppo vive in Brasile. Recipes for Survival è il tentativo di decolonizzare la storia come è scritta in Brasile, una storia che resta ancora coloniale. ”Recipes of Survival è il tentativo di scrivere se stessi e la nostra storia”.
credit design: Iacopo Taddeo
Residency 80121 è lieta di annunciare l’inizio delle attività nel 2019 con l’inaugurazione di una libreria all’interno del project space in Via Martucci 48. Sibilla Cabinet nasce dalla volontà di costruire una propria libreria- archivio concepita come satellite annesso all’attività espositiva e come ulteriore layer nel display dello spazio. Un luogo di ritrovo e uno spazio aperto per la costruzione di una comunità fondata sullo scambio tra il contesto locale e quello internazionale e sul dialogo tra generazioni diverse.
Le diverse temporalità del progetto sono organizzate anche nel design del bookshop, fondato su un’operazione di rinnovamento. La combinazione di oggetti d’arredo artigianali dello spazio domestico sono allestite con una soluzione di re-editing tecnico e raffinatezza estetica ad opera dell’architetto Iacopo Taddeo. Il progetto è ispirato all’idea di studiolo (in inglese Cabinet), che ritaglia nella libreria uno spazio intimo, uno spazio abitabile nella pratica dello studio.
Il bookshop, concepito come focus sull’arte e le teorie contemporanee, raccoglie magazine d’arte, testi di teoria umanistica, libri d’artista, pubblicazioni monografiche, volumi di economia sociale, testi visionari e letteratura. La selezione dei libri è curata periodicamente invitando persone ad hoc, in modo da contribuire alla costruzione di un sapere diversificato, basato anch’esso sull’accoglienza, l’apertura, in contrasto con l’idea di una conoscenza e di un archivio statico.
Sibilla, figura mitica e allegorica, è scelta come simbolo per la sua facoltà di vaticinare il futuro e raccoglierlo in libri. Il femminile e il futuro si incontrano nel sapere. Tale sapere ci informa di un immaginifico avvenire: una riconciliazione di umanità ed ecologia, profetizzato dal femminile. Sibilla è un omaggio alla profetessa di Cuma, e all’idea di costruzione del futuro a partire da un genius loci.
Cabinet si riferisce all’idea di studiolo. Uno spazio dedito alla lettura, allo studio intimo, in questo caso ricavato direttamente all’ingresso. L’accoglienza e la capacità di creare intimità sono priorità della Residenza così come della libreria.
La prima selezione dei contenuti del bookshop è a cura di Sonia D’Alto, la quale inaugura la sua partecipazione al team di Residency 80121.
La selezione si divide in due sezioni, di volumi e una di magazine. La sezione dei volumi è a sua volta bipartita. La prima divisione vede un focus sul femminismo e sull’ecologia. Il pensiero femminile per la sua intrinseca non linearità, per la sua politeia basata sull’empatia e per la sua naturale inclinazione alla cura ci offre un modello per abbandonare l’attuale forma di sopravvivenza, e ci invita a ritornare a vivere. Contro la prosa di un mondo fondato sul calcolo e sull’algoritmo oppone un modello di poesia, che sia anche quella più “selvaggia”. Il pensiero femminista, infatti, nella sua pratica di affermazione identitaria ci invita anche ad una riconciliazione con la natura. Antropocene, decolonizzazione della natura, riconciliazione delle specie e multinaturalismo sono trattati e letti a partire da un linguaggio proprio, da una verità altra: la voce femminile. Il tentativo è di creare (nuovamente) una cultura umanista, dove la natura rientra di nuovo a far parte della cultura. A quest’ultimo intento si lega anche il secondo reparto della prima sezione del bookshop, che vede i libri organizzati secondo l’idea di un “working imaginary”, una raccolta di volumi a tema geo-politico e sociale, alternati a testi artistici, i quali rispondono al desiderio di comunità. La seconda sezione del bookshop si compone di magazine nazionali e internazionali: Mousse, Cura, Flash Art, South As State of Mind, KABUL magazine, Third Text, Animal Shelter/Semiotext(e).
La presentazione del libro è in collaborazione con il Centro per gli Studi Coloniali e di Genere. Recipes for Survival è stato pubblicato dalla Texas Press University e distribuito in Europa da Combined Academic Publishers.
Si ringrazia Alfonso Artiaco per il sostegno all’evento del lancio di Recipes for Survival. Siamo grati ad Alma Zevi, il cui supporto ha contribuito alla realizzazione di Sibilla Cabinet. Infine ringraziamo la Cantina Torre Ferano, che gentilmente offrirà una degustazione di vino durante l’opening.
Maria Thereza Alves è un’artista brasiliana che vive e lavora tra Berlino e Napoli. La sua ricerca si si focalizza sui fenomeni sociali e culturali. A partire dagli anni '90, ha affrontato sia gli effetti devastanti dell'imperialismo portoghese sulle popolazioni indigene del suo Brasile natale, sia l'impatto della conquista spagnola nelle Americhe. In particolare indaga gli effetti del colonialismo attraverso la flora dei luoghi che visita per ricerca, mostre e residenze. Tra le mostre principali il suo lavoro è stato esposto a Manifesta 12, alla Triennale di Guangzhou, a Manifesta a Trento, alla Biennale di Praga, alla Biennale di Venezia, il New Museum of Contemporary Art di New York. Altre mostre: Museo Tamayo a Città del Messico, Fondazione Sandretto a Torino, Berlino Film Festival, Arnolfini Gallery a Bristol, Kunsthalle di Basilea, San Francisco Art Institute, Ursula Walbröl Gallery a Düsseldorf, PAC a Milano, Michel Rein Gallery a Parigi, Kunstsammlung a Gera, NBK a Berlino, Musée Portuaire a Dunkirk, Nikolaj a Copenaghen, Biennale di Liverpool, Palais de Tokio a Parigi, Culturegest a Lisbona, Zerynthia in Italia, Biennale di Werkleitz, Gallery 101 a Montreal, BueroFriedrich a Berlino, Villa Medici a Roma, TaideMuseo a Pori, Museo in Progress a Vienna, Insite a Tijuana e San Diego, Kunstwerkt a Monaco, Steirischer Herbst a Graz, Boxx a Bruxelles, Beursschouwburg a Bruxelles, Central Space Gallery a Londra, New Museum of Contemporary Art di New York, Temistocles 44 a Città del Messico, Casa del Lago44 a Città del Messico, La Estacion Gallery a Cuernavaca, Biennale dell'Havana, e Kenkeleba House a New York.
Iain Chambers è un antropologo e sociologo. È stato uno dei principali esponenti del celebre Centro per gli Studi della cultura Contemporanea all’Università di Birmingham. Insegna all’Orientale di Napoli dove ha fondato il Centro per gli Studi Coloniali e di Genere.
È autore di numerosi volumi di successo scritti in inglese e in italiano e tradotti in diverse lingue, tra cui Paesaggi migratori. Cultura e identità nell'epoca postcoloniale (2018) e La Questione Mediterranea (2019).
I suoi campi di studio spaziano dall'urbanizzazione alla cultura popolare, la musica, la memoria, la modernità. È membro del comitato editoriale di varie riviste e giornali accademici, tra cui: Ágalmo, Annali di Cà Foscari, Serie Occidentale, Archivio Antropologico Mediterraneo, Cultural Studies, Journal of Mediterranean Studies, Pólemos, Postcolonial Directions in Education, Postcolonial Studies, Sinestesieonline, Studi Culturali, Third Text, Translation.
Lidia Curti: è professoressa onoraria di letteratura all’Università di Napoli “L’Orientale”. Suoi interessi di ricerca recenti sono la letteratura diasporica femminile, la migrazione nelle pratiche artistiche, e le contro-genealogie del pensiero femminista contemporaneo, su cui ha pubblicato vari saggi, da “Transcultural Itineraries” (Feminist Review 2011) ai più recenti “Dal fondo del tempo. Epiche di esilio e di migrazione” (in Epiche. Altre imprese, altre narrazioni, a cura di Paola Bono e Bia Sarasini, Iacobellieditore 2014); “The House of Difference: Bodies, Genders, Genres” (de genere 2015. 1) e “Il soggetto imprevisto. Simone de Beauvoir tra femminismo e postcoloniale” (Mimesis 2016). Tra i suoi volumi recenti, Female Stories, Female Bodies (Macmillan 1998). La voce dell'altra. Scritture ibride tra femminismo e postcoloniale (Meltemi 2018), e la co-cura di La questione postcoloniale
(Routledge, 1997; Liguori, 1998), La nuova Shahrazad (Liguori 2004), Schermi indiani, linguaggi planetari (Aracne 2008) e Shakespeare in India (Editoria e & Spettacolo 2010). Suoi recenti interessi di ricerca sono le migrazioni in Italia e nel Mediterraneo, in particolare letteratura e arte femminili e femministe.
Lorenzo Micheli Giggoti: è Head of Content e co-founder di NERO, casa editrice specializzata in arte contemporanea, teoria e cultura contemporanea. È co-fondatore e parte del direttivo editoriale della collana di libri e dell'omonima rivista online Not - Nero On Theory. Per NERO ha anche curato e coordinato eventi culturali e progetti espositivi per istituzioni pubbliche e private.
Andrea Viliani è critico d'arte e curatore e, dal 2013, direttore del MADRE, dove ha organizzato mostre di Francis Alÿs, Thomas Bayrle, Daniel Buren, Mimmo Jodice, Mark Leckey , Fabio Mauri, Boris Mikhailov, Giulia Piscitelli, Vettor Pisani, Walid Raad, Ettore Spalletti, Sturtevant, Padraig Timoney, Mario García Torres / Alighiero Boetti. Al MADRE ha prodotto anche seminari e pubblicazioni di artisti come Gusmao e Paiva, Stephen Prina e Akram Zaatari e ha supervisionato i progetti in corso Per_forming a collection e Progetto XXI.Dal 2009 al 2012 Viliani è stato Direttore della Fondazione Galleria Civica-Centro di ricerca sulla contemporaneità a Trento. Nel 2010 è nominato tra i sei co-curatori dell'Agent-Core Group di dOCUMENTA (13) e ha co-curato con Aman Mojadidi e Carolyn Christov-Bakargiev la posizione di dOCUMENTA (13) a Kabul e Bamiyan (Afghanistan). Dal 2005 al 2009 è stato curatore del MAMbo-Museo d'Arte Moderna di Bologna, dove ha presentato un programma espositivo incentrato sul retaggio contemporaneo della critica istituzionale degli anni '60 / '70 e su un possibile nuovo approccio ad esso. Dal 2000 al 2005 ha lavorato come Assistant Curator al Castello di Rivoli-Museo d'Arte Contemporanea di Torino.
Copyright © Maria Theresa Alves, Recipes for Survival 1983/2018 Credit: Iacopo Taddeo