Sienafestival
Largo spazio alla fotografia nell’ambito della prima edizione di Sienafestival, il nuovo Festival delle arti performative.
Comunicato stampa
sienafestival
Contemporaneamente Barocco | Voci di Fonte | Teatrinscatola
22 settembre | 14 ottobre 2012
Prima edizione
Teatro | musica | fotografia | cinema | premi
Gli appuntamenti della Sezione Fotografia di Sienafestival
Largo spazio alla fotografia nell’ambito della prima edizione di Sienafestival, il nuovo Festival delle arti performative, che si svolgerà dal 22 settembre al 14 ottobre raccogliendo le esperienze dei Festival senesi Contemporaneamente Barocco, Voci di Fonte e TeatrInScatola, che da diversi anni operano nel panorama culturale cittadino e nazionale.
Esistono mille modi di dire una bugia e la ‘fotografia’ questa cosa l’ha sempre saputa. Fotografare significa prima di tutto scegliere, ritagliare in un istante una porzione di mondo e portarla, in modo innaturale, all’attenzione di un variabile numero di individui; di conseguenza il risultato di questa selezione, basata su criteri tecnici, compositivi e soprattutto di gusto e inclinazione personale, è ben lontana dal rappresentare una verità oggettiva. Foto for Fake (La verità della menzogna) è il progetto che dal 22 settembre al 14 ottobre sarà presentato presso l’Orto Botanico (inaugurazione il 22 alle ore 18) con due esposizioni fotografiche.
Francesco Minucci è l’autore della prima esposizione: “Today/Tomorrow”, un lavoro fotografico che invita a riflettere sul fatto che domani saremo ciò che stiamo pensando oggi.
Cosa succede quando la fotografia mostra e attesta l’identità di un soggetto? Cosa succede in realtà dopo lo scatto fotografico? Come può la fotografia offrire la prova del lavorio del tempo sull’identità di qualcuno? Cosa c’è di vero o falso fra ciò che accade oggi davanti all’obiettivo e l’immagine di cosa potrebbe accadere domani? Oggi/domani (Today/Tomorrow): sono due parole ricorrenti nella nostra vita. Il nostro oggi l’abbiamo costruito ieri, ma siamo anche i costruttori del nostro domani.
Nato nel 1974, Francesco Minucci ha frequentato a Firenze la “Fondazione Studio Marangoni”, dove apprende le tecniche di camera oscura e fine art e consegue il diploma di fotografia still-life presso il C.F.P. di San Colombano (FI). Le sue fotografie, frutto di una paziente ricerca, vogliono raccontare il nostro presente in veste teatrale, con il desiderio di denunciare e di provocare, creando una sottile linea di confine tra il reale ed il surreale. Delle sue opere è fotografo ma anche costumista e scenografo; cura personalmente ogni dettaglio, dai personaggi ai luoghi, che diventano attori e palcoscenici delle sue visioni.
Cosa succede quando la fotografia diventa un mezzo per l’autobiografia? Questo è l’oggetto della ricerca di Alessandro Pagni nell’esposizione “Sussidiario Egoista”.
Sussidiario Egoista – scrive l’autore, tra i cinque vincitori del concorso fotografico nazionale Confini09 - è quel senso che tanto cercavo per tutti quei giorni passati fragili e biodegradabili col tempo. Un archivio egoista per una memoria storica personale, in cui il mondo ruota intorno al proprio sguardo e conta solo ciò che ha avuto un sapore.
“Sussidiario” perché è uno strumento di supporto per la comprensione retroattiva della propria vita, e anche perché fa pensare ai libri adottati dai bambini alle scuole elementari per comprendere materie e imparare nozioni che si porteranno dietro per anni.
"Non sono mai riuscito a tenere un Diario nella mia vita, non ho costanza nelle cose, non sono regolare. Ma è capitato in ogni momento della mia esistenza che sentissi il bisogno di raccogliere briciole, impressioni sfuggenti, piccoli punti interrogativi, immagini, oggetti, foglie e foglietti che scandissero il rintocco delle ore e dei giorni. Ma nel caos della mia testa e del mio vivere quotidiano, questi cimeli non avevano un loro posto preciso. E in fondo questo mio incollare, attaccare, ricercare, colorare e poi scannerizzare, aggiungendo ulteriormente, in digitale, dove serve, piccoli ritocchi, è fondamentalmente un gioco di bambino. Un gioco che mi aiuta a tornare indietro nel tempo con occhi diversi e a emozionarmi di nuovo, rileggendo cose accadute in una chiave, anche per me, inedita."
In Piazza del Campo presso i Magazzini del Sale dal 23 settembre (ore 18) aprono al pubblico “Cojimies” a cura di Daniele Vita e “Franco Fortini. Racconti dalla Cina. Fotografie di un viaggio (1955-1971)" a cura di Daniela Neri, Stefano Jacoviello e Centro Studi Franco Fortini.
Daniele Vita, fotografo romano specializzato in reportage di teatro sociale, vincitore nel 2008 del Toscana Foto Festival, dedica la sua esposizione a Cojimies, un piccolo villaggio di pescatori che sino agli anni ‘80 rappresentava uno dei maggiori paesi produttori di gamberetti dell'Ecuador. Arrivato lì casualmente, Daniele Vita fa una serie di incontri, a cominciare dai bambini, e conquista pian piano un rapporto di fiducia con la popolazione locale. L’amicizia con Tingo apre al fotografo le porte del villaggio, e gli permette di accedere alle abitazioni, alla sfera del privato, alla parte intima della vita. Questo reportage è valso a Daniele Vita l’invito a partecipare al premio Unicef POY 2011, con soli altri venti fotografi al mondo.
A Franco Fortini, tra i più attivi intellettuali della sinistra italiana del secondo Novecento, è dedicata la mostra “Franco Fortini. Racconti dalla Cina. Fotografie di un viaggio (1955-1971)" a cura di Daniela Neri, Stefano Jacoviello e Centro Studi Franco Fortini.
Critico letterario, poeta, traduttore, nell’ottobre del 1995 Fortini si reca in visita ufficiale nella Repubblica Popolare Cinese come membro della prima delegazione italiana insieme ad altri intellettuali come Calamandrei, Cassola e Bobbio. Dal suo diario di viaggio nascerà un libro, “Asia Maggiore”. La descrizione del paese lontano che era stato argomento della letteratura italiana fin dai suoi albori, raccontata da Marco Polo per la penna di Rustichello da Pisa o illustrata nel Seicento dal geniale gesuita Matteo Ricci, diventa per Fortini l’occasione di una vera esplorazione destinata non tanto a confermare quel poco che della Cina si sapeva, ma piuttosto a scoprire i nuovi presupposti del suo futuro. Attraverso le immagini fotografiche, Fortini prova a fare una anatomia della rivoluzione maoista. Sostituisce l’idea di un paese popolato da mistici saggi e tolleranti circondati da oggetti graziosamente ineffabili - <
Quelle immagini sono oggi custodite a Siena, presso il Centro Studi Franco Fortini, eretto all’interno della Facoltà di Lettere e Filosofia in cui Fortini insegnò dal 1971, subito dopo il suo secondo viaggio in Cina. Sienafestival le mette in mostra. Il reportage di Fortini sulla Cina è un racconto al futuro con cui oggi tutti dobbiamo fare i conti.
Sienafestival è promosso da Contemporaneamente Barocco, Voci di Fonte e TeatrInScatola, residenze artistiche del Comune di Siena, con il contributo di Comune di Siena, Provincia di Siena, Regione Toscana, in collaborazione con Fondazione Toscana Spettacolo e con Unicoop Firenze, Estra Spa, Co.ta.s., Università degli Studi di Siena, Cinema Nuovo Pendola.