Silk
presso lo spazio One di GAD Giudecca Art District, il Goethe Institute di Baku (Azerbaijan) e di Tbilisi (Georgia) presenta la mostra SILK, curata da Alfons Hug.
Comunicato stampa
SILK
Curata da Alfons Hug
21 Aprile - 20 Luglio 2022
Artists:
Faig Ahmed, Lisa Batacchi, Nino Kvrivishvili, Olaf Nicolai, Araks Sahakyan
Siamo lieti di informarvi che presso lo spazio One di GAD Giudecca Art District, il Goethe
Institute di Baku (Azerbaijan) e di Tbilisi (Georgia) presenterà la mostra SILK, curata da Alfons
Hug.
“Non è detto che Kublai Khan creda a tutto quel che dice Marco Polo quando gli descrive le città visitate nelle sue
ambascerie, ma certo l'imperatore dei tartari continua ad ascoltare il giovane veneziano con più curiosità e
attenzione che ogni altro suo messo o esploratore. Nella vita degli imperatori c'è un momento, che segue
all'orgoglio per l'ampiezza sterminata dei territori che abbiamo conquistato, alla malinconia e al sollievo di sapere
che presto rinunceremo a conoscerli e a comprenderli; ”
Italo Calvino, Le città invisibili, 1972
Più di 10.000 anni fa, per la prima volta nel Caucaso e in Mesopotamia, capre e pecore furono
addomesticate. Oltre a gettare le basi per l'insediamento umano e lo sviluppo della sua cultura e civiltà,
questo evento inaugurava una sofisticata tradizione di arte tessile, di cui la fabbricazione di tappeti è una
delle più note manifestazioni.
L'arte tessile continua ad essere ancora oggi di capitale importanza in molti paesi della regione tra il Mar
Caspio e il Mar Mediterraneo. Per secoli, le donne del Medio Oriente, dell'Asia centrale, dei paesi
balcanici e del Caucaso hanno tramandato queste arti e tradizioni ai propri figli. Gli intricati disegni e la
varietà di materiali utilizzati nei tappeti ne fanno un’arte elaborata. In particolare, la stampa su seta era un
prodotto fondamentale della manifattura nella regione del Caucaso, di cui sono testimonianze l’attuale
fabbrica della seta e in misura ancor più rilevante il museo della seta a Tbilisi e il Museo dei tappeti a
Baku.
Nell’ambito del tessile, la storia del commercio e dell'industria ha giocato un ruolo importante fin
dall’antichità. I tessuti riflettono le condizioni di continua evoluzione della produzione globale,
forniscono, allo stesso tempo, informazioni sulla pratica manifatturiera e sulla realtà sociale, ma sono
anche un universo estetico con un proprio potenziale poetico.
Gli artisti in mostra hanno imparato a decifrare il codice segreto del passato, a far scaturire una scintilla di
poesia da queste tradizioni, permettendoci di percepire una boccata dell'aria che circondava le persone un
tempo. Quasi si fosse stabilito un appuntamento segreto tra gli antichi Maestri e gli artisti di oggi, una
debole forza messianica che riecheggia nei secoli.
Il progetto si focalizza allo stesso tempo sulla parte occidentale dell'antica Via della Seta, iniziata in Cina
e terminata a Venezia, e vuole servire anche da correttivo culturale alla massiccia iniziativa cinese “Belt
and Road” con i suoi obiettivi strettamente economici e geopolitici.
La mostra si avvicina alla Via della Seta come una camera di risonanza poetica e un mito positivo in cui
idee, tecnologie e manufatti vengono scambiati e "barattati", piuttosto che semplicemente
commercializzati.
L’importanza che generalmente viene attribuita all'arte contemporanea influenza e arricchisce
positivamente l’artigianalità che è insita nell’arte tessile. Ciò è particolarmente vero quando le opere sono
esposte durante la Biennale di Venezia, considerata l’esposizione più prestigiosa a livello mondiale. L'arte
in un tale contesto è in grado di accrescere la consapevolezza dell'artigianalità e di valorizzarne le
opportunità.
Venezia è una città iconica non solo per la connessione con la via della seta, ma anche per i secolari
scambi commerciali e culturali di questa con il mondo islamico, in particolare con l'impero ottomano. La
darsena dietro la Biennale, ad esempio, si chiama “Darsena” dall'arabo “dar-as-sina” ovvero Casa
dell'Industria divenuta poi “Arsenale”, una delle sedi della Biennale. Quindi, oltre che focalizzarsi
sull’arte e l’artigianalità, il progetto “Western Silkroad” si colloca al crocevia di grandi civiltà. Piuttosto
che insistere sui conflitti e gli attriti contemporanei, ad esempio tra Armenia e Azerbaigian, la mostra
invita il pubblico a riflettere sul patrimonio comune e sull'eccellenza artistica di questi paesi.
È anche un'opportunità unica per mostrare artisti di tutte e tre le nazioni del sud caucasico ( Georgia,
Armenia, Azerbaijan ) in un dialogo produttivo con artisti tedeschi e italiani. Dopo Venezia, la mostra
viaggerà, idealmente, in tutti e tre i paesi del Caucaso meridionale.