Silvano Tessarollo – Geometrie della natura
Una mostra che segna un fondamentale momento di passaggio artistico per l’artista.
Comunicato stampa
Geometrie della natura
di Graziano Menolascina
La Galleria Paolo Tonin Arte Contemporanea (Torino) in concomitanza con la Notte delle Arti (sabato 5 novembre 2016) inaugura un nuovo progetto di Silvano Tessarollo, una mostra che segna un fondamentale momento di passaggio artistico per l’artista. La nuova pelle è diversa, riveste nuove concezioni estetiche, l’opera non appare più circoscritta agli spazi canonici, ma si estende creando una relazione diretta con la realtà dello spazio in modo da instaurare un filo diretto di congiunzione e di condizionamento. Mette le mani in pasta, lasciando un tracciato evidente in tutto lo spazio che lo circonda, con il desiderio di creare nuovi percorsi inesplorati prima. E’ evidente che la scena si amplifica sproporzionatamente, pur sempre rispettando i canoni classici della progettazione e realizzazione. A differenza delle tendenze sviluppatesi dagli anni duemila a oggi, Tessarollo non permette che la creatura venga manipolata o delegata ad altri in base a un procedimento di carattere solo concettuale, ma come sin dai vecchi tempi si sporca le mani in prima persona. Infatti ritroviamo evidenti riferimenti alla concezione tradizionale di fare arte che va dalla prospettiva progettuale, al disegno, sino al maniacale studio dello spazio. Queste peculiarità stilistiche, e la completa simbiosi con il luogo, l’opera di Silvano Tessarollo rinuncia volontariamente alla sua autonomia per dar vita ad un tracciato che permette la nascita di un nuovo paesaggio reale e allo stesso tempo surreale, dove l’arte non è scontata, ma è in attesa di essere scoperta. Si evince il rifiuto per la bella forma sottoponendo la propria ricerca a continue indagini ed evoluzioni. Un’azione la sua, che si configura, ogni volta, in maniera differente rispetto alla spazio facendo emergere una specifica peculiarità che non è possibile programmare o rendere sistematica in quanto si sottrae sempre alle facili soluzioni. In “Geometrie della natura” si rispolvera una delle tante tematiche dell’arte classica che siamo soliti raggruppare sotto il termine di “Natura Morta”. In questo caso l’artista conia una nuova terminologia “Natura Viva” in quanto tutti i materiali adoperati per la realizzazione delle opere hanno un loro ciclo di vita naturale, cambiando di volta in volta le loro connotazioni fisico-biologiche, non come in passato solo oggetti statici e morti che facevano riferimento agli inventari delle antiche collezioni. C’è un approfondimento, un’indagine che rintraccia magistralmente gli esiti della pittura con quelli della poesia o della letteratura classica. Fiori, erba, terra, oggetti e materiali, diventano come appunto in passato dal post-impressionista Paul Gauguin al poverista Jannis Kounellis, un modo sperimentale dalle possibili relazioni formali all’interno di un campo visivo, entrando a far parte di una nuova forma di arte che in maniera diversa proietta nel passato e simultaneamente nel futuro, rimanendo estranea al progresso, o ancora nell’inconscio e nelle inquietudini della civiltà contemporanea.