Silvia Camporesi – Atlas Italiae
Atlas Italiae – personale dell’artista romagnola Silvia Camporesi che attraverso i linguaggi della fotografia e del video costruisce racconti sul paesaggio italiano, cui si è dedicata negli ultimi anni, che traggono spunto dal mito, dalla letteratura, dalle religioni e dalla vita reale – a cura del direttore artistico, Massimo Siragusa.
Comunicato stampa
Il prossimo 14 dicembre presso lo spazio Plenum – Fotografia Contemporanea di Catania, s’inaugura, Atlas Italiae - personale dell’artista romagnola Silvia Camporesi che attraverso i linguaggi della fotografia e del video costruisce racconti sul paesaggio italiano, cui si è dedicata negli ultimi anni, che traggono spunto dal mito, dalla letteratura, dalle religioni e dalla vita reale - a cura del direttore artistico, Massimo Siragusa.
Il giorno seguente, domenica 15 dicembre alle ore 19.00 sempre in galleria è previsto un incontro con l’artista.
Atlas Italiae è il risultato di un lungo peregrinaggio durato circa due anni in cui Silvia Camporesi ha esplorato, in lungo e in largo l’Italia, realizzando un archivio d’immagini che è, a un tempo, memoria e ricordo, nonché mappa reale e ideale di un’Italia evanescente.
La serie fotografica si presenta come una collezione poetica di luoghi fondata sulla ricerca di frammenti di memoria. Borghi disabitati da decenni che sembrano non esistere più nemmeno sulle cartine geografiche, architetture fatiscenti divorate dalla vegetazione selvaggia, archeologie industriali in preda all’oblio, ex-colonie balneari decadenti che paiono imbalsamate nel tempo del “non più”.
Nella ricerca visiva della Camporesi diventa centrale e visibile quell’istante compreso tra il “non più” e il “non ancora” che tiene teso e sospeso il velo dell’anonimato e del silenzio svelando l’anima di luoghi congelati nelle nebbie dell’amnesia generale.
Silvia Camporesi realizza un atlante di sguardi inediti con cui cerca di delineare artisticamente e antropologicamente l’identità dell’Italia in un momento storico in cui il Bel Paese è al centro di fallimenti e declini, ripensamenti di desideri e di cambiamento. Gli incredibili luoghi fantasma che si scoprono guardando le immagini del progetto, ci raccontano di un’Italia che resiste e sopravvive a se stessa, malgrado l’apparente stasi del presente, dell’agire silenzioso e invisibile del tempo che si sostituisce all’uomo, modellando le cose di una bellezza diversa, impensabile nel tempo della realtà digitale.
«Silvia Camporesi - spiega il curatore Massimo Siragusa - con il suo lavoro ci guida attraverso un’Italia in disfacimento, come una metafora del tempo presente. Grazie al suo sguardo potente, ma nello stesso momento dolce e poetico, ogni luogo visitato nel suo lungo viaggio perde qualunque significato negativo, per trasformarsi in un simbolo che sentiamo la necessità di custodire nel nostro cuore e nella nostra memoria».
Lo sguardo di Silvia Camporesi va oltre la pura registrazione di uno stato della realtà, infatti, va a cogliere la tensione silenziosa di un’Italia degli estremi e a rivelare qualità liminari inespresse, portatrici di un mistero e di un incanto tutto da scoprire.