Silvia Leveroni Calvi – Il soffio del silenzio sulla terra
Astrazione e figurativo trovano una sintesi poetica nella ricerca artistica della Leveroni Calvi.
Comunicato stampa
La mostra Il soffio del silenzio sulla terra di Silvia Leveroni Calvi, a cura di Paola Stroppiana, inaugura il 13 settembre 2018 alla galleria Febo e Dafne. La galleria presenta la seconda personale dell’artista dopo il successo del suo debutto a Torino nel 2016. L’esposizione prosegue fino al 13 ottobre 2018.
Silvia Leveroni Calvi è torinese di nascita, ma residente da oltre dieci anni in Bretagna, dove ha completato gli studi di storia dell’arte. Nel Il soffio del silenzio sulla terra l’artista concentra le sue riflessioni sul tema del paesaggio. In queste tele dalle dimensioni ridotte, “esprime appieno, pur nella dimensione contenuta, la profondità della sua ricerca artistica: un astrattismo rigoroso, persino geometrico, e al contempo fortemente emozionale, poetico, che instaura con la Natura un rapporto viscerale e salvifico” - dalle parole della curatrice Paola Stroppiana.
La mia fortezza - 2018
gesso, stucco, pigmenti minerali - 30x20
Astrazione e figurativo trovano una sintesi poetica nella ricerca artistica della Leveroni Calvi. Nella sua prima mostra alla galleria Febo e Dafne intitolata “D’Ocra e Ombra” l’artista aveva concentrato la sua ricerca sulla forza simbolica degli oggetti di passaggio – porte, cancelli, muri – in cui proiettava la sua poetica interiore delle possibilità, delle aperture, dell’oltre, come la Leveroni Calvi ben esplicita nelle sue parole “Tra i miei leit motiv c’è la porta, perché dietro di essa ce ne sono sempre molte altre da aprire, così come i cancelli che leggo come un’apertura, non una chiusura, verso un giardino fantastico. L’apparizione e la sparizione delle forme è un altro aspetto della mia ricerca: sono delle illuminazioni, dei flash che io ho pensando ai muri, al passaggio del tempo sulla superficie del muro“. Adesso, nelle opere realizzate per questa mostra, la riflessione intima è giunta allo spazio aperto. Le porte, i muri ed i cancelli, finalmente aperti, ci introducono in un ambiente luminoso, naturale, in cui il paesaggio, che mantiene sempre il suo elemento di astrazione, diviene simbolo salvifico, accogliente, consolatorio: “A Torino presento una trentina di bozzetti che ho realizzato con le mani. Avevo necessità di tornare a concentrare la mia energia sulla natura, sul paesaggio, soprattutto dopo un periodo in cui mi ero concentrata sul tema dei muri…Un andamento se vuoi sinusoidale, un artista deve essere riconoscibile per una sua omogeneità del lavoro e mi ritrovo, in questo momento, in una fase evolutiva che mi porta verso il paesaggio, verso la freschezza e la semplicità del vivere simbiotico con la Natura. Per me la Natura è amica, non è malinconia ma è forza vitale sia negli aspetti visivi, che in quelli tattili e olfattivi. Una sensazione che mi consola e protegge, un’autenticità che si perde negli altri codici umani…Per me è normale abbracciare un albero, sentire l’odore delle foglie di ortensia, ascoltare un bosco…”
L’amore per la natura è una costante del percorso artistico della Leveroni Calvi che, prima di dedicarsi completamente alla sua produzione artistica, si era laureata a Torino in scienze agrarie. Una poetica che riversa, oltre che nei soggetti, anche nelle scelte delle tecniche artistiche: pigmenti naturali, gessi, oli, lino e tele naturali. Come in un procedimento alchemico, l’artista traduce le tecniche dell’affresco trasponendole su tele di lino o tavole di legno.
Silvia Leveroni Calvi
Torinese di nascita, Silvia Leveroni Calvi manifesta il suo amore per la natura coniugando arte e scienza. Forte dell’esperienza di ricercatrice laureatasi all’Università di Torino, Facoltà di Scienze Agrarie, si avvicina alle arti visive in seguito a scelte esistenziali che la portano a stabilirsi in Francia e all’incontro con Geneviève Asse. Studia storia dell’arte presso l’Università di Villejean e frequenta corsi di disegno, pittura e decorazione d’interni per poi completare la sua formazione artistica nei laboratori di Patrick Letendre.
Esordisce professionalmente nel decennio scorso inaugurando a Rennes, nel cuore della Bretagna, il suo studio d’artista – l’Atelier “5 Hoche”. In quel momento significativo i pastelli e gli oli su tavola della sua primeva produzione artistica, influenzata dall’Impressionismo, hanno già “ceduto il passo” alle pitture realizzate con una tecnica che prevede l’uso di pigmenti naturali, gesso e olio su tela di lino. Si tratta di una tecnica elaborata muovendo dall’affresco, ma sostituendo il gesso all’intonaco di calce e polvere di marmo per inglobare il pigmento nello strato pittorico e cristallizzare così un’immagine che è della “stessa sostanza dei sogni” di William Shakespeare. Autori contemporanei affermati quali Giampaolo Talani e la spagnola Marissa Calbet, per citarne solo alcuni, hanno declinato la propria ricerca artistica reinterpretando la tecnica della pittura a fresco su supporti mobili (tela o tavola).
Dal 2008 Silvia Leveroni Calvi ha esposto quale artista professionista in diverse mostre collettive e personali oltre a quelle testé menzionate, soprattutto a Rennes – presso l’Orangerie du Thabor, la Galerie Antre Temps, il Cabinet Bescond Associés, l’Espace Journées des Métiers d’Art e nel proprio atelier – ma anche alla Galerie Espace Expo di Betton e al Fort National di Saint-Malo.
Guardando alla fotografia, in particolare alla fotografia numerica, agli inizi di questo decennio ha intrapreso una ricerca artistica che l’ha portata a realizzare i suoi “clichés peints”. Del 2012 sono le sue prime figurazioni – de “La chaise et bien d’autres” – che paiono silhouettes proiettate su fondi indistinti, irregolari, come nelle calotipie dei Pittorialisti. Del 2015 sono le Marine dai toni grigio-azzurri dei silicati naturali di Bretagna, usati come pigmenti anche in alcune composizioni astratte e figurative più recenti.
Del 2017 è la partecipazione alla Florence Biennale. Mentre per l’anno ancora in corso ha partecipato alle fiere d’arte internazionali: KARLSRUHE, presentata dalla galleria GNG, Parigi, e Bruxelles Affordable Art fair presentata dalla galleria Febo e Dafne, Torino.
Hanno scritto di lei: Yves Buëssel du Bourg, Gaêl Codé, Gaël Coupé, Daniel Leuwers, Patrick Maillet, Mathilde Mignon, Michel Simon e Melanie Zefferino.