Silvia Stucky – Il campo del possibile
Silvia Stucky (Roma 1959), presenta per AOCF58 un progetto molto particolare, dal titolo Il campo del possibile, sollecitato dal dibattito sul testamento biologico. A differenza di altri paesi europei – come anche la cronaca continua a ricordare – in Italia manca una legislazione chiara e laica.
Comunicato stampa
Silvia Stucky (Roma 1959), nota artista della scena romana, presenta per AOCF58 un progetto molto particolare, dal titolo Il campo del possibile, sollecitato dal dibattito sul testamento biologico. A differenza di altri paesi europei – come anche la cronaca continua a ricordare – in Italia manca una legislazione chiara e laica in materia, tanto che è nato un movimento spontaneo di associazioni e chiese a favore del rispetto delle volontà individuali e contro l’accanimento terapeutico.
Stucky affronta il tema da artista, in equilibrio fra metafore e coinvolgimento personale. Il campo del possibile, infatti, è una citazione da Pindaro, che invita a non aspirare all’immortalità ma a fare buon uso delle possibilità aperte nell’esistenza. Nel dittico che dà il titolo alla mostra – e al cui interno è sigillato il testamento biologico dell’autrice – due superfici si presentano come apparentemente simili: in realtà si tratta di pietra e di carta, rigida e dura l’una, flessibile e fragile l’altra.
In mostra, inoltre, anche una serie di fotografie e un video, entrambi intitolati anima (2012). Si tratta di lavori sull’ombra dell’artista. Essa è legata alla vita, in quanto proiettata da un corpo vivo, illuminato dal sole.
La personale di Silvia Stucky conclude la terza edizione di 41°54’N-12°28’E – ideata da Francesca Gallo – dedicata nel 2012 la tema dell’incontro con se stessi, dopo gli autoritratti ironici di Giampiero Barchiesi e la decostruzione dello spazio percepito di Diana Legel.
Nelle precedenti edizioni
Alessandra Giacinti, Cristina Falasca, César Meneghetti, Maria Grazia Pontorno, Alessandro Rosa, Sara Spizzichino, Alexandra Christine Wolframm