Silvio Giordano – The Silver Mirror
Silvio Giordano sembra aver trovato il perfetto connubio tra The Silver Mirror e lo spazio in cui è collocato, un esempio di site-specific molto ben riuscito. Il lavoro The Silver Mirror infatti trae ispirazione non solo dalla riflessione sul tema della vanità ma anche dal villino dove è ospitato. Costruito tra la fine dell’ ‘800 e primi del ‘900, è di proprietà della famiglia Cavalli, noti stilisti.
Comunicato stampa
Silvio Giordano sembra aver trovato il perfetto connubio tra The Silver Mirror e lo spazio in cui è collocato, un esempio di site-specific molto ben riuscito. Il lavoro The Silver Mirror infatti trae ispirazione non solo dalla riflessione sul tema della vanità ma anche dal villino dove è ospitato. Costruito tra la fine dell’ ‘800 e primi del ‘900, è di proprietà della famiglia Cavalli, noti stilisti, che usavano tali spazi sia come residenza privata (il corpo principale, “il villino”) che come primo atelier di moda e laboratorio creativo (“la dependance”).
La ricerca di Silvio Giordano sulla vanità quindi idealmente ben si sposa con un contesto così interessante. The Silver Mirror ci porta ad esplorare i suoi simboli connaturati: il serpente, la mela e lo specchio, in un gioco ammiccante di rimandi. Se il primo, che si annida indisturbato, sembra essere un richiamo al pericolo che si cela anche in mezzo ai puri e ai deboli, l’altra è il simbolo innocente della più tremenda tentazione e del peccato. Da Adamo ed Eva, al giudizio di Paride fino a Grimilde, la regina cattiva di Biancaneve, sono solo alcuni degli episodi in cui la mela si ripresenta come elemento che travia e seduce; del resto la mela è anche un simbolo del doppio, viene divisa in due: una metà buona e l’altra velenosa.
Ci guardiamo nello specchio, percepiamo il nostro aspetto e nel contempo afferriamo impercettibilmente il nostro essere transeunti, la nostra caducità. Di nuovo affrontiamo il tema del doppio con tutto ciò che esso comporta. Il dialogo silenzioso offerto con lo specchio da Silvio Giordano ci pone davanti a un memento mori rinnovato. Siamo passeggeri… passeggeri vanitosi.
Silvio Giordano nasce il 27 Novembre 1977, a Potenza, Italia. Vive e lavora a Milano.
La sua ricerca artistica in continua evoluzione si sviluppa nell'ambito dell'arte visiva (video, fotografia, illustrazione, performance, installazioni) mondi, questi, ai quali partecipa attivamente creando una sintesi originale dei diversi linguaggi. Le previsioni catastrofiche dovute all'idea di morte, la diversità dell'Io, la malattia, il sesso, il sarcasmo e i danni ambientali sono i temi principali attorno ai quali ruota la produzione di Giordano. È stato vincitore del Premio Celeste nel 2009, Del Roma Europa Web Factory nel 2010, Invitato alla biennale di Video arte in Korea, ha esposto a New York e all'Istituto Italiano di Cultura a Los Angeles.