Simon Morley – Rinnovare l’Italia. C’era una volta il PCI… e altre storie
Mostra personale.
Comunicato stampa
C’ERA UNA VOLTA IL PCI… e altre storie
“Nessun colore è innocente. Nel ventesimo secolo il colore, come tutto
il resto, si è fatto politico.”
(Simon Morley)
MOSTRA: RINNOVARE L’ITALIA. C’ERA UNA VOLTA IL PCI… e altre storie
INDIRIZZO: Galleria Spazia – Via dell’Inferno, 5 – Bologna
ORARIO DI APERTURA: Dal martedì al sabato dalle 15.30 alle 19.30
La mattina su appuntamento.
INAUGURAZIONE: Sabato 24 febbraio, dalle ore 18:00
Nel 2005 Galleria Spazia ha ospitato la mostra Rossa, una personale di
Simon Morley che, visitando un negozio bolognese di libri usati, si è
imbattuto in un assortimento di letteratura del PCI degli anni ’40 e ’50:
Bologna e nell’Emilia-Romagna e all’utilizzo delle copertine di libri d’arte
come punto di partenza per le sue tele monocrome.
Chi se lo aspetterebbe che alcuni opuscoli del PCI degli anni Quaranta,
imbattendosi casualmente in un artista inglese di oggi concettuale,
minimalista e un po’ dadaista, possano tornare ad avere significato, sia
pure così “altro da sé”, rispetto a quel che furono un tempo?
Simon Morley, nato nel 1958 a Eastburn (UK), vive e lavora tra Regno
Unito, Francia e Corea del Sud. Il suo lavoro nasce da un interesse per il
minimalismo astratto, creando un dialogo fra monocromo e ready-
made duchampiano.
I testi scelti dall’artista hanno sempre una risonanza culturale, cosa che
comporta un elemento di nostalgia ed ironia. Dipingere rosso a Bologna
vuol dire rievocare tale rapporto. In mostra due tele di questa serie:
Costituzione dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche 1945 e
Rinnovare l’Italia 1946. A fare da contraltare a queste ultime troviamo
The Arts and Their Mission di Rudolf Steiner (1861 – 1925), il fondatore
dell'antroposofia, controversa dottrina di derivazione teosofica.
Secondo alcune interpretazioni, il pensiero di Rudolf Steiner contiene
molti pregiudizi razziali. Si rivela quanto mai attuale il contrasto tra il testo
di Palmiro Togliatti, Rinnovare l’Italia, e la dottrina di Steiner, manipolata
poi a proprio vantaggio dai nazisti per affermare la superiorità della
razza ariana.
Nei quadri monocromi di Morley il testo riprodotto appare solo a
distanza ravvicinata, e impone allo spettatore di aggiungere all’attività
meramente visiva/contemplativa anche quella della
lettura/interpretazione. Impone allo spettatore un comportamento
metalinguistico: quello di riflettere sugli oggetti appartenenti ad una
cultura del passato, sia pur recente, integrandoli nel pensiero di oggi. I
monocromi di Morley non possono essere contemplati: richiedono
obbligatoriamente un coinvolgimento concettuale, anche minimo e
involontario. Chinarsi o avvicinarsi per “leggere” è un’azione
conoscitiva.
Infine, al termine del percorso espositivo, l’installazione di Peppe Perone
raffigurante un gruppo di oche tutte stranamente intente ad osservare
uova sostenute a parete da una serie di cucchiai, intende denunciare
la credulità, la facilità di manipolazione delle masse, portate
naturalmente a seguire una forte leadership, ad essere ammaliate da
slogan d’effetto.