Simone Ferrarini – Faccia la faccia
Quelle di Ferrarini sono “carte” che sulla parete illuminano più di una lampadina e per la nostra salute sono più nutrienti del pane. Perché? Perché ci sono da esempio.
Comunicato stampa
Wow.
Pausa.
Poi mi sovviene, da guardiano della casa quale sono: se me ne porto a casa un pezzo? (perché appena lo vedo me ne sento attratta come un bambino in una vetrina di dolci),…nell’ingresso? Nella parete ancora vuota del corridoio che va alle camere? Ci vuole spazio, tanto, deve respirare…
Dopo la prima e forte scossa emotiva…e se si rovina? E’ carta, certo che si rovina se non la custodisco bene!
Allora penso, è per questo che mi piace tanto, l’uso della carta tenuta insieme da nastro adesivo mi ricorda la fragilità dell’uomo e questa stanza piena di “sé” la tenacia e il coraggio dell’artista di andarsi a cercare. Mi vengono in soccorso le parole collezionate da Gianfranco Ravasi nel Mattutino di qualche giorno fa tratte dal romanzo di Julien Green (1900-1998) Veruna (Mondadori 1963) “ Mi guardavo ieri allo specchio del salotto. Il mio viso è simile a migliaia di altri visi umani, con tratti che la vita, l’eredità, le passioni hanno segnato a modo loro: questo è il casuale.
Ma ciò che resta eternamente e non varierà mai è lo sguardo con la sua muta domanda, antica come il mondo: chi sono?”
L’artista usa il suo volto come mappa del percorso alla ricerca di sé, stropicciato, contratto, senza vergogna.
Mi cerco e non mi trovo
Mi cerco e non mi trovo
Mi cerco e non mi trovo
Non mi trovo ma mi cerco…
Se , come ci ricorda Ravasi le“vere domande segnano la vita e le impediscono di andare alla deriva”, allora io riconosco al nostro artista il valore morale di ricordarmelo (urlarmelo?), con il suo lavoro mi “pizzicotta” il braccio, si impegna anche a nome mio (lo sa?) a tenerci svegli e vigili, il più possibile consapevoli!
Quelle di Ferrarini sono “carte” che sulla parete illuminano più di una lampadina e per la nostra salute sono più nutrienti del pane. Perché? Perché ci sono da esempio.
Il resto è esperienza.
m.c