Simone Foti – Vamos Andando. Da Los Angeles a Lima
La mostra celebra il primo anniversario della scomparsa del fotografo, esponendo gli scatti fatti durante il suo viaggio condotto dalla California al Peru’.
Comunicato stampa
“Cento motivi reclamano la partenza. Si parte per entrare in contatto con altre identità umane, per riempire una mappa vuota. Si ha la sensazione che quello sia il cuore del mondo. Si parte per incontrare le molteplici forme della fede. Si parte perché si è ancora giovani e si desidera ardentemente essere pervasi dall'eccitazione, sentire lo scricchiolio degli stivali nella polvere; si va perché si è vecchi e si sente il bisogno di capire qualcosa prima che sia troppo tardi. Si parte per vedere quello che succederà” [C. Thubron, Ombre sulla via della seta]
Nell'ambito delle iniziative che individuano nel Museo un centro attivo sul fronte della promozione delle sue raccolte e un luogo di sperimentazione e incontro che accoglie l'espressione di una comunità, la Raccolta Manzù di Ardea ospita la mostra fotografica dal titolo ¡Vamos Andando. Da Los Angeles a Lima!, in occasione della ricorrenza del primo anniversario della scomparsa di Simone Foti, l'8 settembre 2014.
La mostra, presentata recentemente alla Torre Civica di Pomezia, raccoglie una quarantina di scatti realizzati da Simone Foti (Roma, 1981- Cali, Colombia, 2013), giovane pometino improvvisatosi fotoreporter, nel corso del viaggio che ha segnato l'epilogo della sua vita, e trasmette tutta l'intensità dell'esperienza vissuta. Il titolo allude alle tappe estreme dell'itinerario di oltre 6000 km, percorsi zaino in spalla e Reflex a tracolla, dalla Bassa California al Perù passando per Messico, Guatemala via Belize, Honduras, Nicaragua, Costa Rica, Panama e Colombia, attraversando decine di villaggi disseminati attorno alle capitali latine; ed insieme vuole esaltare il procedere estemporaneo di una vicenda personale che ha trovato nell'esigenza di “sconfinare” la sua essenza più profonda, ed il suo momento culminante. “Vamos andando”, avevo preso a dire Simone durante il viaggio, facendo propria una espressione che ricorre laggiù per considerare quel margine di non prevedibilità nel succedersi degli eventi.
Le fotografie di Simone testimoniano la sua urgenza/esigenza di comunicare, di esprimersi, di scoprirsi, di lasciare delle tracce, che si riscontra anche nelle pagine di un quaderno di viaggio che ha accompagnato ogni passaggio di frontiera, e registrato la curiosità e l'esaltazione dell'incontro con culture diverse, dello scambio con l'altro, sul crocevia di mille possibilità; la scoperta della dimensione, anche metaforica, del viaggiatore.
Ispirato dall'incontro con le molteplici realtà di una terra immensa e straordinaria, e col supporto di buone cognizioni di tecnica fotografica, Simone ha realizzato fotografie vivissime, coinvolgenti ed efficaci, immortalando senza sosta tutto ciò che lo ha colpito e attratto: le genti, la natura rigogliosa, le architetture, ma anche le tradizioni, i profumi, i suoni, i colori e le magnifiche atmosfere tipiche di quelle regioni; ed è ben riuscito ad introiettare quell'esigenza di contatto ed immersione totale negli scenari fotografati che caratterizza il genere del reportage fotografico.
I nostri sentiti ringraziamenti vanno alla Direzione della Raccolta Manzù, nella persona di Marcella Cossu, che ha fatto sì che il museo nazionale di maggior rilievo del nostro territorio, dedicato all'opera e alla memoria di Giacomo Manzù, facesse da cornice a questo evento commemorativo, trasformandolo in una vera e propria mostra retrospettiva.