Simone Ialongo – Indagine
Mostra personale di Simone Ialongo “Indagine sull’origine della spiritualità dell’uomo”, iniziativa curata da Fabio d’Achille per MAD Rassegna d’Arte Contemporanea e da Stefano Spagni, direttore scientifico dell’Antiquarium.
Comunicato stampa
Simone Ialongo solo exhibition
Indagine sull’origine della spiritualità dell’uomo
In occasione dell’ottava edizione della Giornata del Contemporaneo, iniziativa promossa da AMACI (Associazione Musei d’Arte Contemporanea Italiani), negli spazi dell’Antiquarium Civico Procoio di Borgo Sabotino, sarà ospitata la personale di Simone Ialongo “Indagine sull’origine della spiritualità dell’uomo”, iniziativa curata da Fabio d’Achille per MAD Rassegna d’Arte Contemporanea e da Stefano Spagni, direttore scientifico dell’Antiquarium.
L’”Indagine sull’origine della spiritualità dell’uomo” è un progetto di Simone Ialongo, giovane archeologo che considera il suo campo di studio, e in particolare l’archeologia preistorica, come trait d’union tra scienze e lettere, come possibilità di ricostruire la storia umana attraverso metodi scientifici. La sua ricerca si estende oltre i limiti imposti dal rigore della procedura scientifica, aspirando a cogliere e a dar forma tangibile al substrato comune a ogni essere umano: lo spirito e la materia, due concetti apparentemente agli antipodi che, riunendo immanente e trascendente, costituiscono i fondamenti dell’uomo, in cui ognuno può riconoscersi e identificarsi come appartenente al genere umano.
È a partire da queste basi, nuclei centrali della ricerca di Ialongo, che prende vita e si concretizza il progetto “Indagine sull’origine della spiritualità dell’uomo”, ospitato – non a caso – al Procoio di Borgo Sabotino (LT), sede di numerosi reperti preistorici. Le riflessioni da cui prendono vita le opere del giovane archeologo, come egli stesso chiarisce, partono dal personale per giungere all’universale, si avvalgono di un linguaggio semplice e diretto, ancestrale quasi, riconoscendo al contempo il valore fondamentale della poesia e dell’estetica e l’importanza del messaggio che è alla base di ogni sua creazione.
“Rimane molto difficile dare risposte archeologicamente certe riguardo la nascita del misticismo e del rapporto umano tra la sfera interiore e la natura. Se quindi archeologicamente è spesso possibile solo intuire questi passaggi, il lavoro di Simone Ialongo permette di svincolarsi dai rigidi schemi scientifici e di viaggiare con l’immaginazione” (Stefano Spagni, Direttore scientifico Museo Archeologico Procoio)
“Ho cercato lo spirito come fossi un animale. Indagine sull’origine della spiritualità nell’uomo è il mio personale e non velleitario tentativo di comprendere cosa possa esserci all’origine della tendenza, prettamente umana, a curare il proprio spirito, al credere in entità astratte e superiori”.
(Simone Ialongo)
Il tema della mostra risulta allora di particolare attinenza con la Giornata del Contemporaneo, appuntamento di crescente sensibilizzazione nei confronti dell’arte, attività che ricompone la dicotomia materia/spirito.
Il 6 ottobre, giorno successivo al vernissage, dalle 16,00 alle 19,00 sarà proiettato “Mani per toccare, lavorare, trasformare il mondo”, filmato della Rete Museale Regionale Proust, Sistema museale archeologico che ha come obiettivo quello di promuovere la conoscenza delle discipline archeologiche per contribuire alla nascita di una cultura legata alla scoperta, allo studio, alla conservazione e alla valorizzazione del patrimonio archeologico regionale attraverso azioni divulgative, in modo da avviare un’azione conoscitiva consapevole della complessa dinamica culturale che ha caratterizzato, fin da un passato remoto, la specie umana. Il filmato propone l’archeologia come mezzo per rafforzare la consapevolezza delle radici delle comunità attuali e della loro identità, rinsaldando il legame tra passato e presente, “Alla ricerca del tempo perduto”.
Breve biografia di Simone Ialongo
Simone Ialongo è nato a Latina nel 1977, vive e lavora a Sabaudia (LT). Non ha avuto alcuna formazione artistica accademica. Conseguito il diploma al liceo scientifico, ha proseguito gli studi universitari studiando archeologia preistorica presso la Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali a Viterbo, e poi a Firenze presso la Facoltà di Lettere Antiche.
VERNISSAGE: venerdì 5 ottobre 17,00/20,00. Proiezione video: sabato 6 ottobre 16,00/19,00
SEDE: Museo Archeologico Procoio Borgo Sabotino, via Foceverde 593, Latina
ORARI: lunedì/venerdì 9,00 -13,00 martedì e giovedì 9,00 – 13,00/15,00 – 18,00. Fino al 9 novembre.
INFO: 0773.645060 - 393.3242424 – [email protected]
INGRESSO LIBERO.
INDAGINE SULL’ORIGINE DELLA SPIRITUALITA’ DELL’UOMO
Descrizione del progetto (Simone Ialongo)
Per condurre questa ricerca mi sono rivolto agli elementi naturali, al tempo delle cose, la luna, la terra e le sue creature. Ho utilizzato tecniche mutuate dall’archeologia sperimentale, dalla preistoria alla protostoria, dal Paleolitico Superiore all’Età del Bronzo.
Il nucleo centrale dell’installazione é un calendario lunare composto da 28 piccole statue in ceramica, numerate sotto la base con un numero progressivo. Queste sono disposte in cerchio, al centro vi è un disco, sempre in ceramica, con incisi i numeri da 1 a 28. Questa numerazione non usa numeri né arabi né romani, ma delle semplici stanghette: verticale=1, obliqua=5, orizzontale=10. I volti degli “Oranti” sono rivolti al cielo, con gli occhi chiusi ed il profilo del naso è parallelo alla terra. Ci sono 4 tipologie di Oranti: “Oranti della Pianura”, “Oranti del Monte”, “Oranti del Lago”, “Oranti del Mare”. Questa differenza è nell’impasto con il quale sono stati modellati: negli “Oranti della Pianura” ho utilizzato argille e sabbie provenienti dalla Pianura Pontina; negli “Oranti del Monte” oltre la sabbia e l’argilla vi è un terzo di terre argillose provenienti dal Monte Circeo ; negli “Oranti del Lago” vi è un terzo di limo organico proveniente dai laghi costieri dell’Agro Pontino e negli “Oranti del Mare” oltre la sabbia e l’argilla vi è un terzo di pietra pomice polverizzata proveniente dal litorale pontino. L’impasto del disco centrale è composto dai quattro differenti impasti mescolati. Questi oggetti sono stati cotti in un forno a legna riprodotto secondo le tecniche neolitiche.
Le “Entità astratte” sono quadri su carta realizzati utilizzando le tecniche ed i materiali del Paleolitico Superiore. Come pigmenti ho usato delle ocre provenienti dall’ Isola d’Elba e del carbone di ginepro, e come legante dell’albume d’uovo. Ho steso il colore oltre che con le mani con dei rudimentali pennelli (vedi “Senza titolo”). Rappresentano forme astratte bicrome (ocra rossa, ocra gialla) dove sono poi intervenuto a definirne il profilo arricchendolo di ulteriori segni con il carbone. Sono ciò che gli “Oranti”, con i loro occhi chiusi, vedono.
Le “Orecchie” sono prodotte con gli stessi impasti degli “Oranti” : “Orecchio della Pianura”, “Orecchio del Monte”, “Orecchio del Lago”, “Orecchio del Mare”. Hanno una forma che ricorda un mezzo guscio di noce ed alle estremità sono decorati con protuberanze dalle forme diverse. Se avvicinati alle orecchie producono un lieve fruscio, come il “mare” che si sente appoggiando all’orecchio alcune grosse conchiglie. Suggeriscono una posizione di ascolto nei confronti del mondo. Gli oggetti in ceramica fin qui descritti, come gli “Oranti” sono stati cotti in un forno a legna riprodotto secondo le tecniche neolitiche.
Il “Pendaglio dell’Unità delle Cose visibili e invisibili” è un ciottolo di pietra serena, levigato naturalmente, inciso in modo da poter ospitare una cordicella di fibre di tiglio intrecciata a mano.
L’”Amuleto dei tre Regni” è un piccolo oggetto costituito da un’escrescenza legnosa prodotta dagli alberi di faggio (Regno vegetale), nella quale ho inserito da un lato un cristallo di rocca (Regno minerale) e dall’altro l’estremità di una coda di volpe (Regno animale).
Nello “Scacciamale” ho unito insieme 28 piccole escrescenze di faggio con delle cordicelle di tiglio e, avvolgendo le cordicelle su loro stesse ho creato un piccolo manico.
Nel “Manto della palude” ho composto un mantello, a misura delle mie spalle, cucendo tra loro le infiorescenze di varie piante selvatiche (per la maggior parte graminacee) provenienti da zone paludose dell’Agro Pontino.