Simone Pellegrini / Jorge Mayet – Arriaca
Montoro12 Contemporary Art è lieta di presentare Arriaca, prima bi-personale a Roma di Simone Pellegrini e Jorge Mayet curata da Alberto Dambruoso.
Comunicato stampa
Montoro12 Contemporary Art è lieta di presentare Arriaca, prima bi-personale a Roma di Simone Pellegrini e Jorge Mayet curata da Alberto Dambruoso. La mostra occuperà entrambe le sale della galleria, colorandosi delle opere che contraddistinguono lo stile unico di Pellegrini, insieme alle fluttuanti sculture arboree di Mayet. Arriaca, nome antico dell’odierna città spagnola Guadalajara, fu uno dei primi luoghi d'incontro tra le religioni ebraica, cristiana ed islamica, dall’arabo “fiume delle pietre”. Il termine è anche usato per indicare un punto ideale dove iconico e aniconico sono conciliati insieme, così come nelle opere degli artisti presentati.
Le opere di Simone Pellegrini presentano forme semplici, quasi primitive, delineate da ritmi e motivi suggeriti dalle linee tracciate, le quali, variando di intensità, da sottili a più larghe, da chiare a più scure, hanno la funzione di creare, racchiudere, e decorare. Le figure che animano i lavori di Pellegrini, come Vario Diafano e Trame, presentano caratteristiche prettamente organiche, siano queste umane o vegetali, le quali, poste l’una accanto all’altra, perdono il loro significato originale, in favore di nuove accezioni date dalla lettura delle forme stesse nel complesso, piuttosto che nella loro singolarità. La trama della composizione potrebbe essere formata da un tessuto connettivo che si dispone in modo difforme a seconda dell'organizzazione strutturale delle sue parti. L'opera di Simone Pellegrini appare pervasa da istinti che intendono ridefinire l'uomo e il mondo. Nella ricerca di Pellegrini si osserva una ricorsività del segno che supera la simbologia eurocentrica e si affida alle libere associazioni semantiche, aprendo a interpretazioni extra pittoriche ed extra narrative.
Allo stesso modo, i lavori di Jorge Mayet, come De Yemaya e Equilibristas de la Habana, presentano qualità puramente organiche, date dalla riproduzione con carta ed altri materiali, di elementi naturali, come alberi, radici, e zolle di terra. Nel linguaggio allegorico di Mayet, natura e artificialità sono combinati insieme creando un’atmosfera enigmatica data, sopratutto, dalla nascita e crescita di elementi naturali in un contesto prettamente artificiale come quello della galleria. Inoltre, spinto dalle rotture socio-politiche che disgregano la relazione tra le popolazioni ed il loro ambiente naturale, Mayet crea forme di alberi con radici che sembrano non toccar mai il terreno, come in un costante mutamento. L’artista usa l’albero come icona simbolica capace di resistere a queste condizioni disastrose, creando oggetti che esistono nella loro immagine. Infatti è la memoria fotografica dell’artista cubano, esiliato a Maiorca, a delineare la forma ed i colori che prenderanno le sue opere, i suoi alberi realistici le cui radici sono lasciate fluttuare per aria al posto di essere ben radicate, come a ricordare il peso dell’esilio, della lontananza dalle proprie radici culturali.
Simone Pellegrini è nato nel 1972 ad Ancona. Nel 1999 si diploma in pittura presso l’Accademia di belle Arti di Urbino. Vive e lavora a Bologna, attualmente insegna pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Bologna.
Nel 2006 inaugura la sua prima personale presso la galleria Hachmeister di Münster, che diviene la sua galleria di riferimento in Germania. Dal 2015 è entrato a far parte degli artisti rappresentati dalla galleria Montoro12 Contemporary Art.
Le sue opere sono incluse in numerose collezioni pubbliche: Bologna Fiere, collezione permanente, Bologna, 2013; MAMBo, Museo Arte Moderna Bologna, 2012; Collezione Volker Feierabend, 2012; MUSA, civica raccolta del disegno di Salò, 2011; CCPL - Gruppo Industriale Cooperativo, collezione permanente, Reggio Emilia, 2008; Palazzo Forti, Verona, 2008; Musei Civici di Monza, Casa degli Umiliati, Monza, 2005.
Le mostre più recenti di Pellegrini sono: Dishonesti corpi al Teatro San Leonardo, 2017 (personale); Bologna in occasione di ArtCity a cura di Artierranti, 2017; Verleihung der Narrenkappe presso Villa dei Cedri-Mact/Cact, a cura di Mario Casanova, Bellinzona, 2017; India alla Gallery of Art Temple University, Roma, a cura di Manuela De Leonardis, 2016; Simone Pellegrini-Gustav Seitz presso la Hachmeister Galerie, Münster (D), 2016; Una visione italiana presso la galleria Montoro12 Contemporary Art, Roma, 2016; Italia Docet 56 Biennale di Venezia, evento collaterale a cura di L.Rotatori presso Palazzo Barbarigo Minotto,Venezia, 2016.
Jorge Mayet è nato nel 1962 a La Havana, Cuba. E' un artista espatriato cubano che vive e lavora a Maiorca, in Spagna. Priva della connotazione politica l'opera di Mayet è una reminiscenza della sua città nativa Cuba, nonché una metafora personale sull'esilio e sulla liberazione.
Dopo la laurea presso la Scuola Nazionale di Belle Arti di San Alejandro a Cuba, Jorge Mayet ha iniziato la sua carriera precoce con la pittura che ha gradualmente ceduto alle sue attuali sculture e installazioni. Oggi, paesaggi allegorici vengono creati dal suo studio, e sono la realizzazione delle sue esperienze di vita. La sua opera è inclusa in grandi collezioni come The Saatchi Collection, Londra; Middle East Museum of Modern Art, Dubai; Indianapolis Museum of Art, Indiana; The Museum of Arts and Design, New York; Barjeel Foundation, Dubai; Collection of Arts, Seoul e White Rabbit, Sidney.
Tra le mostre personali internazionali si ricorda: Broken Landscape presso Richard Taittinger Gallery, New York, 2016; My Roots Can Hear The Leaves Grow, presso Montoro 12 Contemporary Art, Roma, 2016, (collettiva);RFT presso Fine Art, Miami, 2015; Pangea II, New Art from Africa and Latin America presso Saatchi Gallery, London, 2015; Cubanía presso Inox gallery, Rio de Janeiro, 2014; Immigrationpresso Leo Gallery, Hong Kong, 2014; Cuando todo importa presso la Galería Horrach Moyà, Palma de Mallorca, 2014; Roots, presso Hong Kong Art Center and Leo Gallery, 2012; Ancestors presso MC Gallery, Seoul, 2011.